Province: sfuma l'ipotesi Matera

Diventa legge la spending review. Gravina dovrà scegliere tra Foggia, Lecce e la città metropolitana di Bari.

martedì 7 agosto 2012 17.20
A cura di Gianpaolo Iacobini
Il presidente della Provincia di Matera, Franco Stella, aveva addirittura pensato di fondere in una cosa sola, la sua provincia, i comuni del materano, quelli dell'alta murgia barese e, nientepopodimenochè, quelli dell'alto Ionio cosentino. Solo così il suo ente avrebbe potuto sfangarla di fronte ai tagli imposti dal Governo Monti con la spending review. Anche a Gravina in molti, pure tra i consiglieri comunali di maggioranza, s'erano spinti a sposare la causa materana, mentre su Fb prendeva piede un gruppo propenso a sostenere il matrimonio appulo-lucano.

E invece, invece non se ne farà niente. Non potrà farsene niente. E non solo perchè il primo cittadino gravinese Alesio Valente ha tarpato le ali ai sogni e persino ai suoi consiglieri, aprendo alla città metropolitana di Bari e chiudendo alla città dei sassi. Ma anche e soprattutto perchè il decreto del Governo, trasformato oggi in legge col voto favorevole di Pd, Udc e Pdl, dice e impone altro. Quel che il Dipartimento delle Riforme istituzionali ha ritenuto doveroso precisare nei giorni scorsi, sottolineando che eventuali cambi di province da parte dei comuni interessati potrà avvenire solo con riferimento a procedure avviate prima del 20 luglio 2012, è quasi superfluo. E' infatti proprio il testo normativo varato dal Governo ed ora fatto proprio dal Parlamento a fissare la mappa delle province da tagliare scattando una foto a data certa: 20 luglio. I Comuni che prima di quella data abbiano avviato processi di unità territoriale con province diverse da quella di appartenenza potranno continuare nel loro intento. Tutti gli altri no. Fermi al palo. Costretti a dover scegliere, al massimo, tra l'adesione alla provincia confinante o l'ingresso in un'eventuale area metropolitana nata dalle ceneri della provincia della città capoluogo.

Così è per Gravina: dal primo gennaio 2014 la Provincia di Bari sparirà, schiantata dalla città metropolitana barese. Cosa potrà fare la terra del grano e del vino? Lo spiega il decreto tramutato in legge senza modifiche sostanziali: riunire il proprio consiglio comunale e "deliberare l'adesione alla città metropolitana o, in alternativa, ad altra provincia limitrofa". Ovvero dire sì a Bari pigliatutto, oppure guardarsi attorno e scegliere. Tra Foggia e Lecce, le uniche province pugliesi superstiti. E non anche Matera, perchè essa pure soppressa, perchè nessun procedimento di fusione con essa (magari per salvarla) è stato promosso entro la data limite del 20 luglio, perchè per andare in Basilicata occorrerebbe anche cambiare regione e dunque passare sotto le forche caudine di una procedura rigorosa, disciplinata dall'articolo 133 della Costituzione, e così farraginosa e lenta che nella storia dell'Italia repubblicana rari sono gli esempi di Municipi riusciti, dopo anni di sofferenza, a traslocare da una regione all'altra.

Ristretto il ventaglio delle ipotesi, dunque, non resta che optare. Magari trattando politicamente concessioni importanti in nome del decentramento, come del resto la legge precede e consente.

Come finirà? Com'era iniziata: con Gravina in Puglia.