Raccolta differenziata: ci batte anche Poggiorsini

Nel 2011 Gravina agli ultimi posti: differenziato solo il 7%. E nel 2013 scatta l'ecotassa: chi non ricicla paga di più.

domenica 11 novembre 2012 17.15
A cura di Gianpaolo Iacobini
Nel corso del 2011, ogni gravinese, in media, ha prodotto quasi 32 chili di rifiuti. Di questi, solo 2 sono stati avviati al ciclo della differenziata. Tutti gli altri sono finiti nelle discariche dell'indifferenziata.

Sono impietosi i dati che arrivano dall'Ambito territoriale ottimale di cui Gravina fa parte, il "Bari 4". Dicono che lo scorso anno la città del grano e del vino ha complessivamente mandato al macero 15.426.040 chilogrammi di pattume. Soltanto 1.165.630 sono stati invece i chili di differenziata. In percentuale fa 7,02%. Lontanissimo dalla media europea, meno della metà di quella regionale (pari a più del 15,2%), sideralmente distante da altri centri del comprensorio. Qualche esempio: Toritto, la più virtuosa, sta al 39.6%. La piccola Poggiorsini poco più giù, al 35,3%. A seguire, Corato (26,6%), Santeramo in Colle (18,7%), Altamura (13,4%), Grumo Appula (12,48%). Quindi, nei bassifondi della graduatoria, Cassano Murge e Gravina, parimenti a triste merito a quota 7%. Peggio di loro solo Spinazzola, col 5,8%, e Minervino Murge, con un impalpabile 3,9%. Errori di calcolo? Nessuno: le cifre sono quelle fornite mensilmente dai Comuni interessati, che sulla scorta della legislazione regionale in vigore dal 2007 sono obbligati a fornire telematicamente, alla scadenza di ogni mese, le statistiche relative alla quantità di rifiuti raccolti in modo differenziato ed a quella residuale.

Nella certezza dei numeri, la verità dei fatti: negli ultimi tre anni il trend si è mantenuto pressocchè costante. Il che sta a significare che niente, o poco, si è fatto per migliorare la qualità del servizio e promuovere una diversa sensibilità ambientale tra i cittadini. Nel 2010, infatti, a fronte dei 15.866.810 chili di monnezza, la differenziata aveva messo insieme solo 904.570 chili, con un rapporto percentuale pari al 5,4%. Nel 2009 il tal quale era stato pari a 15.900.680 chili, la differenziata a 835.510 chilogrammi, ovvero il 4,99%. "Gravina sarà in grado, finalmente, di raggiungere percentuali significative sia nella raccolta differenziata ed il successivo recupero di materia, sia nella riduzione della produzione dei rifiuti", annunciava gaudente Palazzo di città nell'agosto 2011, quando l'allora assessore all'ambiente Michele Lamuraglia presentava "Smart Gravina", il "progetto innovativo per il potenziamento del servizio di raccolta differenziata integrata sul territorio comunale", accompagnato da una richiesta di finanziamento di 800.000 euro da investire per raggiungere "gli obiettivi di raccolta differenziata previsti dal piano di raccolta dei rifiuti della Regione Puglia". La realtà, però, racconta di un 2011 nero sul fronte della differenziata e di un 2012 che non lascia presagire grandi riscosse: al 31 ottobre dell'anno in corso 12.664.470 sono stati i chili di spazzatura messi insieme dai gravinesi. 992.191 quelli differenziati, con percentuale che oscilla attorno al 7,2%. E cambiare non si potrà, non radicalmente nè nell'immediato, perchè con l'approvazione della nuova legge regionale, a partire da agosto, ai Comuni è interdetto, nelle more dell'entrata a regime della normativa, l'indizione di nuove gare d'appalto per lo spazzamento, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Per cui, nelle more, non resta che appellarsi ad una più accorta e puntuale osservanza dei contratti in essere, sebbene ormai da anni in regime di proroga.

Ma il rischio, adesso, è che i risultati deludenti messi insieme nel tempo vengano pagati dai cittadini. Direttamente. Dal primo gennaio 2013, infatti, dovrebbe scattare l'ecotassa 2013, istituita dalla Regione. In parole povere, il calcolo della nuova tassa sui rifiuti sarà legato ai livelli di raccolta differenziata raggiunti: più bassi saranno questi livelli, più salata sarà la tassa.

La differenziata? Per qualcuno paga. Per altri si paga.