Raccolta differenziata: gli amministratori accusati di danno erariale
Nuova denuncia del Movimento 5 stelle
sabato 28 settembre 2013
9.00
Nuova denuncia dei 5 stelle gravinesi.
Solo pochi giorni fa sono riusciti ad accedere agli atti riguardanti l'appalto per la gestione dei rifiuti solidi urbani. Ora i grillini accendono i riflettori sull'annosa vicenda della raccolta differenziata che a Gravina stenta a decollare, con una denuncia formale indirizzata alla Corte die Conti di Bari.
"Sin dal 1997 - scrivono gli attivisti del gruppo cittadino - il Decreto Ronchi, ha previsto l'obbligo di differenziare i rifiuti solidi urbani per tipologia di materiale da parte dei Comuni e sancito i seguenti obiettivi di raccolta differenziata: 15% entro due anni dall'entrata in vigore; 25% entro quattro anni dall'entrata in vigore; 35% a partire dal sesto anno successivo dall'entrata in vigore del decreto legislativo". Obiettivi, poi, modificati nel 2007 dalla legge finanziaria che ha innalzato le percentuali al 60% entro il 31 dicembre 2011 e al 65% entro il 31 dicembre 2012.
Numeri che per il comune di Gravina sembrano ancora ad oggi irraggiungibili, avendo certificato anche per il 2013 una percentuale di raccolta differenziata ferma al 7% rispetto alla raccolta di R.S.U. così come certificato dalla Regione Puglia. Un risultato che non solo vede Gravina agli ultimi posti della classifica regionale ma che ha permesso alla Regione di imporre un'addizionale sulla tassa di smaltimento dei rifiuti, la così detta ecotassa, che viene applicata sul quantitativo totale di scarti depositati in discarica.
Un ulteriore balzello "che ha significato un corposo aumento prima della TARSU ed oggi della TARES pagate dai cittadini di Gravina, fatto ancor più grave perché giunto in un momento di profonda crisi economica per famiglie ed imprese" denunciano i grillini.
"Il mancato rispetto dei limiti minimi previsti per la Raccolta Differenziata- spiegano ancora nella denuncia inviata alla corte dei conti- ha causato un danno erariale quantificabile nella differenza tra gli introiti ottenibili dalla vendita dei rifiuti differenziati e quelli effettivamente incamerati".
Convinzioni che hanno portato gli attivisti del Movimento 5 stelle a presentare un esposto indirizzato alla Corte dei Conti per accertare "se, a seguito dei fatti di cui sopra, sia o meno prefigurabile, a carico degli Amministratori del Comune di Gravina in Puglia, qualsivoglia responsabilità per danno erariale, avendo mancato il raggiungimento della soglia minima di raccolta differenziata negli anni dal 1997 ad oggi".
Solo pochi giorni fa sono riusciti ad accedere agli atti riguardanti l'appalto per la gestione dei rifiuti solidi urbani. Ora i grillini accendono i riflettori sull'annosa vicenda della raccolta differenziata che a Gravina stenta a decollare, con una denuncia formale indirizzata alla Corte die Conti di Bari.
"Sin dal 1997 - scrivono gli attivisti del gruppo cittadino - il Decreto Ronchi, ha previsto l'obbligo di differenziare i rifiuti solidi urbani per tipologia di materiale da parte dei Comuni e sancito i seguenti obiettivi di raccolta differenziata: 15% entro due anni dall'entrata in vigore; 25% entro quattro anni dall'entrata in vigore; 35% a partire dal sesto anno successivo dall'entrata in vigore del decreto legislativo". Obiettivi, poi, modificati nel 2007 dalla legge finanziaria che ha innalzato le percentuali al 60% entro il 31 dicembre 2011 e al 65% entro il 31 dicembre 2012.
Numeri che per il comune di Gravina sembrano ancora ad oggi irraggiungibili, avendo certificato anche per il 2013 una percentuale di raccolta differenziata ferma al 7% rispetto alla raccolta di R.S.U. così come certificato dalla Regione Puglia. Un risultato che non solo vede Gravina agli ultimi posti della classifica regionale ma che ha permesso alla Regione di imporre un'addizionale sulla tassa di smaltimento dei rifiuti, la così detta ecotassa, che viene applicata sul quantitativo totale di scarti depositati in discarica.
Un ulteriore balzello "che ha significato un corposo aumento prima della TARSU ed oggi della TARES pagate dai cittadini di Gravina, fatto ancor più grave perché giunto in un momento di profonda crisi economica per famiglie ed imprese" denunciano i grillini.
"Il mancato rispetto dei limiti minimi previsti per la Raccolta Differenziata- spiegano ancora nella denuncia inviata alla corte dei conti- ha causato un danno erariale quantificabile nella differenza tra gli introiti ottenibili dalla vendita dei rifiuti differenziati e quelli effettivamente incamerati".
Convinzioni che hanno portato gli attivisti del Movimento 5 stelle a presentare un esposto indirizzato alla Corte dei Conti per accertare "se, a seguito dei fatti di cui sopra, sia o meno prefigurabile, a carico degli Amministratori del Comune di Gravina in Puglia, qualsivoglia responsabilità per danno erariale, avendo mancato il raggiungimento della soglia minima di raccolta differenziata negli anni dal 1997 ad oggi".