Recuperare la vecchia ferrovia per i treni turistici
C'è uno studio per ripristinare la linea che attraversa la Murgia
mercoledì 4 marzo 2020
Si tiene oggi a Roma, alla Camera dei deputati, alle ore 16.00, la presentazione di uno studio di fattibilità per il recupero per i soli fini turistici della vecchia ferrovia statale dismessa Gioia del Colle-Rocchetta Sant'Antonio. Il progetto stima in 33,5 milioni di euro la possibilità di riattivare i 140 km della linea ma solo per "mobilità lenta" e non per trasporto passeggeri.
L'iniziativa è stata lanciata dai deputati Nunzio Angiola (gruppo misto) ed Emanuele Scagliusi (Movimento cinque stelle), poi si sono aggiunti il materano Gianluca Rospi e Generoso Maraia del collegio campano di Ariano Irpino. Alla conferenza stampa sono stati invitati i presidenti delle tre regioni interessate (Puglia, Basilicata e Campania), i presidenti delle province di Bari, Foggia, Potenza e Avellino e i sindaci dei Comuni interessati dalla tratta, oggi interamente abbandonata.
La vecchia linea attraversa un'area di indiscutibile pregio naturalistico, paesaggistico, storico e archeologico. L'armamento è stato trafugato in più punti. La proposta si aggancia alle disposizioni della legge numero 128/2017 sull'istituzione di ferrovie turistiche (mediante «il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione situate in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico»). E si fonda pure sul piano strategico di sviluppo del turismo 2017-2022 del Ministero per i beni e le attività culturali in cui si valorizzano le ferrovie storiche.
L'esercizio della tratta è stato sospeso in due momenti diversi: quella tra San Nicola di Melfi, Spinazzola e Gravina (circa 81 km) dal 2005; tra Gravina, Altamura, Santeramo e Gioia è ferma dal 2016 a seguito del mancato rinnovo del contratto di servizio da parte della Regione. Rfi ha effettuato delle perizie per valutare e definire i costi e i tempi per la riattivazione dell'infrastruttura a soli fini turistici. I lavori necessari si stimano in 24 mesi e le somme in 33,5 milioni di euro di cui 13 sulla dorsale lucana e 20,5 per il territorio pugliese. Si tratta sostanzialmente di interventi per rimozione vegetazione, ripristini e rilievi, revisione e ripristino armamento, manutenzioni straordinarie.
"Sono due anni che seguo questo progetto. È mia opinione - afferma Angiola - che la Legge 9 agosto 2017, n. 128 "Disposizioni per l'istituzione di ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione situate in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico", pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. 196 del 23-8-2017, sia una grande opportunità da cogliere per tutto il territorio murgiano e del subappennino dauno. I tracciati ferroviari, le stazioni individuate come luogo di fermata, le opere d'arte delle tratte ferroviarie ad uso turistico, nonché le relative pertinenze, possono essere utilizzati e valorizzati, fermo restando il rispetto del codice dei beni culturali e del paesaggio".
Peraltro c'è già un precedente: è già classificata ad uso turistico la tratta Avellino-Lioni-Rocchetta Sant'Antonio. Inoltre in conferenze statali di servizio la linea appulo-lucana è stata inserita in un piano di interventi.
L'iniziativa è stata lanciata dai deputati Nunzio Angiola (gruppo misto) ed Emanuele Scagliusi (Movimento cinque stelle), poi si sono aggiunti il materano Gianluca Rospi e Generoso Maraia del collegio campano di Ariano Irpino. Alla conferenza stampa sono stati invitati i presidenti delle tre regioni interessate (Puglia, Basilicata e Campania), i presidenti delle province di Bari, Foggia, Potenza e Avellino e i sindaci dei Comuni interessati dalla tratta, oggi interamente abbandonata.
La vecchia linea attraversa un'area di indiscutibile pregio naturalistico, paesaggistico, storico e archeologico. L'armamento è stato trafugato in più punti. La proposta si aggancia alle disposizioni della legge numero 128/2017 sull'istituzione di ferrovie turistiche (mediante «il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione situate in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico»). E si fonda pure sul piano strategico di sviluppo del turismo 2017-2022 del Ministero per i beni e le attività culturali in cui si valorizzano le ferrovie storiche.
L'esercizio della tratta è stato sospeso in due momenti diversi: quella tra San Nicola di Melfi, Spinazzola e Gravina (circa 81 km) dal 2005; tra Gravina, Altamura, Santeramo e Gioia è ferma dal 2016 a seguito del mancato rinnovo del contratto di servizio da parte della Regione. Rfi ha effettuato delle perizie per valutare e definire i costi e i tempi per la riattivazione dell'infrastruttura a soli fini turistici. I lavori necessari si stimano in 24 mesi e le somme in 33,5 milioni di euro di cui 13 sulla dorsale lucana e 20,5 per il territorio pugliese. Si tratta sostanzialmente di interventi per rimozione vegetazione, ripristini e rilievi, revisione e ripristino armamento, manutenzioni straordinarie.
"Sono due anni che seguo questo progetto. È mia opinione - afferma Angiola - che la Legge 9 agosto 2017, n. 128 "Disposizioni per l'istituzione di ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione situate in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico", pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. 196 del 23-8-2017, sia una grande opportunità da cogliere per tutto il territorio murgiano e del subappennino dauno. I tracciati ferroviari, le stazioni individuate come luogo di fermata, le opere d'arte delle tratte ferroviarie ad uso turistico, nonché le relative pertinenze, possono essere utilizzati e valorizzati, fermo restando il rispetto del codice dei beni culturali e del paesaggio".
Peraltro c'è già un precedente: è già classificata ad uso turistico la tratta Avellino-Lioni-Rocchetta Sant'Antonio. Inoltre in conferenze statali di servizio la linea appulo-lucana è stata inserita in un piano di interventi.