Resa nei conti nel Pd: Cozzoli lascia la segreteria

La minoranza interna contesta la designazione di Valente e l’alleanza col Terzo Polo

lunedì 16 gennaio 2012 10.24
A cura di Gianpaolo Iacobini
Annunciata e attesa, è infine scattata. La resa dei conti nel Pd s'è ufficialmente aperta domenica pomeriggio, pochi minuti dopo le anticipazioni diffuse da Gravinalife: Alesio Valente candidato sindaco dei democratici a capo della coalizione di grande centro. Passa qualche ora, giusto il tempo che il pomeriggio si faccia sera, ed ecco arrivare la contromossa della minoranza interna. Con Tonio Cozzoli, coordinatore della segreteria cittadina, da tempo in dissenso con le scelte del segretario (e candidato in pectore) Alesio Valente, in campo ad annunciare le dimissioni dagli incarichi ricoperti nel partito. In chiaro e polemico segno di protesta verso le scelte compiute dalla solida maggioranza valentiana.

"La notizia della candidatura di Valente a capo dell'assemblaggio di centrodestra – afferma Cozzoli in una nota stampa – conferma le nostre perplessità in ordine al percorso condotto dal nostro partito ed alle scelte scellerate effettuate negli ultimi giorni. Spostare l'attenzione sulla costituenda coalizione è stata la strategia di uno spregiudicato segretario che, fingendo il confronto con le altre forze politiche, ha messo in campo un carrozzone senza precedenti". Prosegue l'ormai ex dirigente democratico: "I fatti hanno visto succedersi la trasformazione di un partito in una comitiva di supporters, animata da acredine e odio verso la diversità culturale e politica, col bluff dell'attenzione rivolta soltanto ai partiti strutturati, salvo poi rendersi conto dell'inconsistenza di quanto costruito e della necessità di confezionare una lista civica, prossimo contenitore di apolidi politici".
Quindi, a rincarare la dose: "Tutto è avvenuto senza alcun rispetto per le regole del confronto, della trasparenza e dell'eleganza politica. Evidentemente, nel partito di Valente e Giordano il dissenso non può esistere, specialmente quando si sono costruite le reti degli appoggi provinciali nel tempo, con incontri e cerimonie nuziali".

In coda, le conclusioni: "E' partita l'epurazione: non può esserci un componente dell'esecutivo che rema contro. Urgono soltanto campane all'unisono che suonano la litania della stabilità e del rinnovamento. Per queste ragioni, prostrato dalla cecità politica di questo Pd e consapevole che ciò non rappresenti il comune sentire della comunità di centrosinistra, rassegno le mie dimissioni irrevocabili da coordinatore della segreteria d'un partito glorioso oramai alla deriva".

Fine delle comunicazioni. Probabile ora che la folta pattuglia dei dissidenti democratici imbocchi la via della scissione, o quantomeno dell'autosospensione, per correre sotto altre bandiere e sfidare nelle urne il Pd e Alesio Valente.