Riforma della giustizia, anche Gravina partecipa alla protesta
No alla soppressione del sedi territoriali
mercoledì 19 febbraio 2014
18.30
Avvocati italiani in rivolta.
Dopo aver proclamato lo sciopero generale e aver bloccato per tre giorni le udienze, gli avvocati italiani si ritrovano oggi a Roma per protestare contro le modifiche apportate negli ultimi anni dal legislatore al settore della giustizia e, in particolare, spiegano i promotori, "contro la soppressione ovvero la riduzione delle sezioni distaccate di Tribunale e con la riduzione degli uffici del Giudice di Pace dislocati in sedi diverse da quella circondariale".
Una riforma che mette a rischio la sopravvivenza del Tribunale di Altamura oltre che il futuro dell'Ufficio del Giudice di pace di Gravina già scampato alla chiusura lo scorso anno grazie all'intervento dell'amministrazione comunale che si è accollata le spese di gestione.
Ora però le nuove modifiche normative introdotte dal Governo rischiano di penalizzare ulteriormente i cittadini.
Al canto degli avvocati si sono schierate tante amministrazioni locali tra cui quella di Gravina che ha condiviso i motivi della protesta indetta dall'Organismo unitario dell'avvocatura italiana (OUA) e che attraverso un atto di giunta ha condiviso i motivi della protesta contestando "l'aumento smisurato e continuo delle spese giudiziarie decretato negli ultimi anni, la reintroduzione della mediazione obbligatoria che, di fatto, scoraggia l'accesso alla giustizia da parte dei cittadini, riservandola solo a coloro che, per le agiate condizioni economiche, possono permettersi di affrontare le spese necessarie per intraprendere un processo".
Una riforma basata sulla modifica della geografia giudiziaria "che rischia di non garantire ai cittadini la soddisfazione della domanda di giustizia in tempi ragionevoli, con aggravi di ulteriori spese derivanti dalla necessità di recarsi in un luogo diverso dal proprio territorio".
Per questi motivi il Municipio gravinese sarà in piazza Montecitorio, al fianco degli avvocati, rappresentato dall'assessore alle politiche sociali Felice Lafabiana e dal consigliere comunale Mimmo Cardascia.
Dopo aver proclamato lo sciopero generale e aver bloccato per tre giorni le udienze, gli avvocati italiani si ritrovano oggi a Roma per protestare contro le modifiche apportate negli ultimi anni dal legislatore al settore della giustizia e, in particolare, spiegano i promotori, "contro la soppressione ovvero la riduzione delle sezioni distaccate di Tribunale e con la riduzione degli uffici del Giudice di Pace dislocati in sedi diverse da quella circondariale".
Una riforma che mette a rischio la sopravvivenza del Tribunale di Altamura oltre che il futuro dell'Ufficio del Giudice di pace di Gravina già scampato alla chiusura lo scorso anno grazie all'intervento dell'amministrazione comunale che si è accollata le spese di gestione.
Ora però le nuove modifiche normative introdotte dal Governo rischiano di penalizzare ulteriormente i cittadini.
Al canto degli avvocati si sono schierate tante amministrazioni locali tra cui quella di Gravina che ha condiviso i motivi della protesta indetta dall'Organismo unitario dell'avvocatura italiana (OUA) e che attraverso un atto di giunta ha condiviso i motivi della protesta contestando "l'aumento smisurato e continuo delle spese giudiziarie decretato negli ultimi anni, la reintroduzione della mediazione obbligatoria che, di fatto, scoraggia l'accesso alla giustizia da parte dei cittadini, riservandola solo a coloro che, per le agiate condizioni economiche, possono permettersi di affrontare le spese necessarie per intraprendere un processo".
Una riforma basata sulla modifica della geografia giudiziaria "che rischia di non garantire ai cittadini la soddisfazione della domanda di giustizia in tempi ragionevoli, con aggravi di ulteriori spese derivanti dalla necessità di recarsi in un luogo diverso dal proprio territorio".
Per questi motivi il Municipio gravinese sarà in piazza Montecitorio, al fianco degli avvocati, rappresentato dall'assessore alle politiche sociali Felice Lafabiana e dal consigliere comunale Mimmo Cardascia.