"Rigenerazione urbana o variante al P.R.G.?"
Questa la denuncia di SEL Gravina. Dov'è finito il recupero del centro storico?
martedì 19 luglio 2011
10.22
Il partito Sinistra Ecologia Libertà di Gravina in Puglia ripercorre la storia della rigenerazione urbana attraverso considerazioni sulle delibere di Giunta Comunale n° 174 e 178/2010 per giungere al Documento programmatico di rigenerazione urbana adottato con Delibera di Consiglio Comunale del 29/06/2011.
Nella relazione scritta da SEL sull'argomento varie sono le anomalie riscontrate. La più rilevante è che il Comune di Gravina abbia utilizzato le premialità previste per l'edilizia sociale, spacciandolo per un piano di rigenerazione urbana, dove si realizza però tanta edilizia residenziale privata oltre a centri commerciali e servizi, in difformità alle norme del P.R.G. e della L.R.21/2008. Circa poi la compatibilità con i caratteri ambientali e paesaggistici dei luoghi, la maggior parte delle aree ove è prevista l'edificazione, ricade in area perimetrata a rischio idrogeologico dall'Autorità Interregionale di Bacino della Basilicata. Un bacino imbrifero che raccoglie le acque meteoriche della retrostante collina.
Altro controsenso sta nel fatto che sia stato proposto alla Regione Puglia per gli adempimenti di competenza, un programma costruttivo in variante al P.R.G., senza che il Consiglio comunale ne sapesse nulla.
Dunque secondo SEL, il programma di rigenerazione urbana presentato, nei fatti non è tale. Non solo perché invece di intervenire per sanare le periferie degradate è pensato per costruire nuova edificazione nella periferia ma anche, perché i programmi integrati di rigenerazione urbana non possono comportare varianti urbanistiche, per trasformare in aree edificabili aree a destinazione agricola, comunque definite, fatte eccezione per quelle contigue necessarie alla realizzazione di verde e servizi pubblici mentre quello proposto è una variante al PRG che ritipizza le cosiddette "zone bianche" quindi agricole.
Dalle "carte" allegate alla delibera di giunta comunale n. 178/2010, viene fuori che è prevista la costruzione di 410 alloggi di edilizia residenziale pubblica e privata oltre a servizi, centri commerciali e varie indicazioni di infrastrutture.
Da queste 410 appartamenti l'amministrazione riuscirà a tirar fuori i fondi per il recupero del centro storico o l'obiettivo iniziale del programma di rigenerazione urbana è stato completamente perso di vista?
SEL ha depositato le osservazioni al Documento programmatico di Rigenerazione Urbana con le considerazioni in merito.
Per chiunque voglia approfondire la questione, in allegato l'analisi meticolosa di SEL oltre alle relative delibere ed alle piante della probabile sovrapposizione delle aree del P.R.U., al P.R.G. vigente e del "Biscotto".
Nella relazione scritta da SEL sull'argomento varie sono le anomalie riscontrate. La più rilevante è che il Comune di Gravina abbia utilizzato le premialità previste per l'edilizia sociale, spacciandolo per un piano di rigenerazione urbana, dove si realizza però tanta edilizia residenziale privata oltre a centri commerciali e servizi, in difformità alle norme del P.R.G. e della L.R.21/2008. Circa poi la compatibilità con i caratteri ambientali e paesaggistici dei luoghi, la maggior parte delle aree ove è prevista l'edificazione, ricade in area perimetrata a rischio idrogeologico dall'Autorità Interregionale di Bacino della Basilicata. Un bacino imbrifero che raccoglie le acque meteoriche della retrostante collina.
Altro controsenso sta nel fatto che sia stato proposto alla Regione Puglia per gli adempimenti di competenza, un programma costruttivo in variante al P.R.G., senza che il Consiglio comunale ne sapesse nulla.
Dunque secondo SEL, il programma di rigenerazione urbana presentato, nei fatti non è tale. Non solo perché invece di intervenire per sanare le periferie degradate è pensato per costruire nuova edificazione nella periferia ma anche, perché i programmi integrati di rigenerazione urbana non possono comportare varianti urbanistiche, per trasformare in aree edificabili aree a destinazione agricola, comunque definite, fatte eccezione per quelle contigue necessarie alla realizzazione di verde e servizi pubblici mentre quello proposto è una variante al PRG che ritipizza le cosiddette "zone bianche" quindi agricole.
Dalle "carte" allegate alla delibera di giunta comunale n. 178/2010, viene fuori che è prevista la costruzione di 410 alloggi di edilizia residenziale pubblica e privata oltre a servizi, centri commerciali e varie indicazioni di infrastrutture.
Da queste 410 appartamenti l'amministrazione riuscirà a tirar fuori i fondi per il recupero del centro storico o l'obiettivo iniziale del programma di rigenerazione urbana è stato completamente perso di vista?
SEL ha depositato le osservazioni al Documento programmatico di Rigenerazione Urbana con le considerazioni in merito.
Per chiunque voglia approfondire la questione, in allegato l'analisi meticolosa di SEL oltre alle relative delibere ed alle piante della probabile sovrapposizione delle aree del P.R.U., al P.R.G. vigente e del "Biscotto".