Rino Vendola sconfessa i dissidenti
E accusa il sindaco: "La colpa è di chi permette certe porcherie". Debenedictis potrebbe essere espulso da "Per Gravina".
venerdì 28 dicembre 2012
15.35
"Una manovra studiata ad arte per stanare chi sino ad ora ha fatto il doppio gioco".
Va giù duro, Rino Vendola. E non si può dire che nelle sue parole manchi la chiarezza. Il giorno dopo il consiglio comunale svoltosi solo grazie alla presenza in aula di due consiglieri di opposizione, il repubblicano Michele Tedesco e Salvatore Debenedictis ("Per Gravina"), che hanno permesso alla maggioranza di raggiungere il numero legale e tenere in vita la seduta, la voce del capogruppo di "Per Gravina" è glaciale. Quanto il contenuto delle dichiarazioni rilasciate. "Per quanto riguarda il consigliere Michele Tedesco - dice Vendola - spetta al Partito repubblicano prendere delle decisioni. Per quanto concerne Debenedictis, nei prossimi giorni ci sarà una riunione del movimento per decidere cosa fare e quali provvedimenti prendere nei suoi confronti".
Ritorna, nei commenti, l'eco di quanto avvenuto in consiglio. Quando di fronte alle assenze tra le fila della maggioranza ed al venir meno dell'autosufficienza numerica della stessa, il numero due di "Per Gravina", Angelo Petrara, era tornato ad attaccare una "maggioranza che non c'è più", annunciando la decisione di "uscire dall'aula per vedere se avete il numero legale", poi raggiunto, al termine della conta, solo grazie a Debenedictis e Tedesco, rimasti al proprio posto, spiegava il primo, "per il bene della città". Mossa che Vendola non gradisce e non giustifica: "In consiglio c'è gente che evidentemente sta lì per interessi personali. Non posso accettare che Debenedictis dica che stia lì, guarda caso in un momento particolare e delicato per la maggioranza, solo per il bene della città. E allora noi che andiamo ogni volta in consiglio che andiamo a fare, andiamo forse a giocare?"
E il finale, con stoccata al sapor di fiele, è tutto per il primo cittadino Alesio Valente: "La colpa è di chi sta lì a governare la città e consente queste porcherie".
Va giù duro, Rino Vendola. E non si può dire che nelle sue parole manchi la chiarezza. Il giorno dopo il consiglio comunale svoltosi solo grazie alla presenza in aula di due consiglieri di opposizione, il repubblicano Michele Tedesco e Salvatore Debenedictis ("Per Gravina"), che hanno permesso alla maggioranza di raggiungere il numero legale e tenere in vita la seduta, la voce del capogruppo di "Per Gravina" è glaciale. Quanto il contenuto delle dichiarazioni rilasciate. "Per quanto riguarda il consigliere Michele Tedesco - dice Vendola - spetta al Partito repubblicano prendere delle decisioni. Per quanto concerne Debenedictis, nei prossimi giorni ci sarà una riunione del movimento per decidere cosa fare e quali provvedimenti prendere nei suoi confronti".
Ritorna, nei commenti, l'eco di quanto avvenuto in consiglio. Quando di fronte alle assenze tra le fila della maggioranza ed al venir meno dell'autosufficienza numerica della stessa, il numero due di "Per Gravina", Angelo Petrara, era tornato ad attaccare una "maggioranza che non c'è più", annunciando la decisione di "uscire dall'aula per vedere se avete il numero legale", poi raggiunto, al termine della conta, solo grazie a Debenedictis e Tedesco, rimasti al proprio posto, spiegava il primo, "per il bene della città". Mossa che Vendola non gradisce e non giustifica: "In consiglio c'è gente che evidentemente sta lì per interessi personali. Non posso accettare che Debenedictis dica che stia lì, guarda caso in un momento particolare e delicato per la maggioranza, solo per il bene della città. E allora noi che andiamo ogni volta in consiglio che andiamo a fare, andiamo forse a giocare?"
E il finale, con stoccata al sapor di fiele, è tutto per il primo cittadino Alesio Valente: "La colpa è di chi sta lì a governare la città e consente queste porcherie".