Romita e i 5 Stelle respingono le accuse mosse da Valente
Non è imputabile alle opposizioni l’allungamento dei tempi per il ritorno alle urne
giovedì 1 febbraio 2018
Partiamo da un punto di partenza: la seconda sentenza del Tar Puglia attesa per lo scorso 22 gennaio è stata rinviata al prossimo 20 febbraio. La seconda sezione del TAR Puglia avrebbe dovuto esprimersi sul ricorso presentato dal Movimento Cinque Stelle con cui si denunciavano irregolarità nella presentazione della lista Gravina On. Un ricorso sostanzialmente uguale a quello firmato da Mimmo Romita e dalla sua coalizione con cui il Tar Puglia ha disposto l'annullamento di tutte le procedure elettorali compresa l'elezione di Alesio Valente.
Passiamo ora ad un punto di mezzo: i firmatari del ricorso, e nello specifico il dott. Domenico Romita ed il Movimento 5 Stelle, rimandano al mittente ogni accusa circa l'allungamento dei tempi per il ritorno alle urne.
Ora le motivazioni. Iniziamo dal dott. Romita che con fermezza rimanda al mittente ogni tentativo di addossare a lui e ai firmatari il ritardo nell'impugnare la sentenza al Consiglio di Stato. "Valente sta addossando a noi – dichiara Romita - le colpe di un mancato ricorso che invece avrebbe potuto presentare già all'indomani mattina dell'arrivo del Commissario Prefettizio. Se si andrà a votare nel 2019 sarà solo per colpa sua. Un vittimismo ingiustificato e stucchevole arricchito da inutili sotterfugi e giochi di parole. Una tecnica già ben nota, usata nei primi 5 anni di sindacatura e nei sei mesi di suo secondo mandato da Sindaco. Noi siamo pronti, come forze di centro destra, ad andare al voto anche domani e non abbiamo nulla di cui vergognarci o rimproverarci. Questa situazione non l'abbiamo voluta noi, ma da cittadini la stiamo subendo. Dinanzi ad una chiara violazione della Legge non potevamo restare in silenzio. Lo abbiamo fatto per ripristinare la legalità, che per quanto Valente possa dire, non era stata rispettata, e non si tratta di un semplice "cavillo burocratico". Fino ad oggi sono e siamo stati in silenzio poiché non aveva senso controbattere dinanzi ad una sentenze del TAR, perché le sentenze vanno sempre rispettate e la Legge deve essere uguale per tutti. Ribadisco e concludo che la Legge parla chiaro. Può notificare il ricorso anche ora, senza aspettare la consegna della notifica. Quindi se non è stato fatto dica le reali motivazioni e non dia sempre colpe al mondo intero".
Sulla stessa lunghezza d'onda anche gli attivisti del Movimento 5 Stelle che rimandano al mittente ogni accusa. Valente può e poteva impugnare la sentenza al Consiglio di Stato, anche senza aspettare che Tar provveda a notificare la sentenza. Quindi non vedono nessun motivo di avere questo dito puntato addosso. Valente se vuole può agire in qualsiasi momento. Se non lo ha ancora fatto, ci saranno sicuramente motivazioni che sfuggono alla nostra conoscenza.
Ora le conclusioni. Come spesso accade quando ci si imbatte nelle maglie della Legge, si finisce per scontrarsi sulla interpretazione della stessa, quando ci si aspetta che la Legge andasse solo applicata.
In attesa di avere dai giuristi non una interpretazione ma una applicazione di una Legge, attendiamo a breve gli inevitabili sviluppi di questa saga politica.
Passiamo ora ad un punto di mezzo: i firmatari del ricorso, e nello specifico il dott. Domenico Romita ed il Movimento 5 Stelle, rimandano al mittente ogni accusa circa l'allungamento dei tempi per il ritorno alle urne.
Ora le motivazioni. Iniziamo dal dott. Romita che con fermezza rimanda al mittente ogni tentativo di addossare a lui e ai firmatari il ritardo nell'impugnare la sentenza al Consiglio di Stato. "Valente sta addossando a noi – dichiara Romita - le colpe di un mancato ricorso che invece avrebbe potuto presentare già all'indomani mattina dell'arrivo del Commissario Prefettizio. Se si andrà a votare nel 2019 sarà solo per colpa sua. Un vittimismo ingiustificato e stucchevole arricchito da inutili sotterfugi e giochi di parole. Una tecnica già ben nota, usata nei primi 5 anni di sindacatura e nei sei mesi di suo secondo mandato da Sindaco. Noi siamo pronti, come forze di centro destra, ad andare al voto anche domani e non abbiamo nulla di cui vergognarci o rimproverarci. Questa situazione non l'abbiamo voluta noi, ma da cittadini la stiamo subendo. Dinanzi ad una chiara violazione della Legge non potevamo restare in silenzio. Lo abbiamo fatto per ripristinare la legalità, che per quanto Valente possa dire, non era stata rispettata, e non si tratta di un semplice "cavillo burocratico". Fino ad oggi sono e siamo stati in silenzio poiché non aveva senso controbattere dinanzi ad una sentenze del TAR, perché le sentenze vanno sempre rispettate e la Legge deve essere uguale per tutti. Ribadisco e concludo che la Legge parla chiaro. Può notificare il ricorso anche ora, senza aspettare la consegna della notifica. Quindi se non è stato fatto dica le reali motivazioni e non dia sempre colpe al mondo intero".
Sulla stessa lunghezza d'onda anche gli attivisti del Movimento 5 Stelle che rimandano al mittente ogni accusa. Valente può e poteva impugnare la sentenza al Consiglio di Stato, anche senza aspettare che Tar provveda a notificare la sentenza. Quindi non vedono nessun motivo di avere questo dito puntato addosso. Valente se vuole può agire in qualsiasi momento. Se non lo ha ancora fatto, ci saranno sicuramente motivazioni che sfuggono alla nostra conoscenza.
Ora le conclusioni. Come spesso accade quando ci si imbatte nelle maglie della Legge, si finisce per scontrarsi sulla interpretazione della stessa, quando ci si aspetta che la Legge andasse solo applicata.
In attesa di avere dai giuristi non una interpretazione ma una applicazione di una Legge, attendiamo a breve gli inevitabili sviluppi di questa saga politica.