Rubavano alle slot con dei disturbatori di frequenza

In manette tre giovani ladri.

martedì 17 giugno 2014 10.35
A tradirli è stata proprio la loro avidità, oltre alla smania di mettere a segno un colpo a tanti zeri.

È finita grazie all'intervento dei Carabinieri della stazione di Gravina l'attività di tre moderni Lupin che nei mesi scorsi, fingendo presunte vincite, hanno sottratto ingenti somme di denaro ad alcune sale giochi cittadine.
I tre, tutti poco più che ventenni, avevano studiato un sistema ingegnoso per guadagnare tanto e passare inosservati. Secondo la ricostruzione fornita dai militari dell'Arma, i tre una volta dinanzi alle macchinette, fingendo di giocare una regolare partita ma, attraverso dei dispositivi elettronici disturbatori di frequenze, noti come "Jammer", mandavano in tilt le centraline delle macchinette automatiche distributrici di monete. Pochi minuti e dinanzi alle loro mani si materializzava la cascata di monete.

Un piano preciso, ripetuto numerose volte e sempre con successo. Almeno sino a quando in occasione di uno dei colpi, l'erogazione delle monete si è trasformata in un fiume in piena rilasciando una somma di denaro "fuori misura" spiegano i militari. Somma che non è passata inosservata ai gestori della sala.
Immediatamente è scattata la segnalazione ai Carabinieri di Gravina che, avviate le indagini, sono riusciti a identificare il trio e, attraverso le immagini delle telecamere di sorveglianza della struttura, hanno svelato il "segreto" della loro improvvisa fortuna.
Per i tre giovani, due albanesi di 27 anni e un italiano di 25 anni residente nella provincia di Matera, sono scattate le manette. I tre, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Bari su richiesta della locale Procura della Repubblica, sono stati sottoposti agli arresti domiciliari.

Dovranno difendersi dalle accuse di furto aggravato e continuato. Secondo quanto riferito dai militari i giovani sono gravemente indiziati di essere gli autori di una serie di furti commessi all'interno di numerose sale giochi cittadine dove mediante l'utilizzo di telecomandi disturbatori di frequenza mandavano in avaria le centraline delle macchinette automatiche distributrici di monete consentendone la fraudolenta erogazione senza limiti.