Santa Teresa, i genitori insorgono: "L'asilo non deve chiudere".

Dubbi sulla proprietà dell'immobile.

venerdì 10 luglio 2015 12.24
A cura di Benny Pisicoli
La notizia, emersa qualche giorno fa, ha lasciato di stucco in molti. Le suore francescane del Signore lasceranno Gravina, dopo più di mezzo secolo di presenza, privando la città dello storico asilo di Santa Teresa. Da allora, tra lo stupore generale, genitori sul piede di guerra ed il rincorrersi delle voci circa i motivi della decisione della Madre Generale e del Capitolo di riferimento.

Genitori che, costituitisi in comitato, sono decisi a dar battaglia pur di non rinunciare ad un centro educativo giudicato "efficiente ed economico". "In questo modo si rischia di spezzare la continuità scolastica dei bambini, con il rischio di ripercussioni psicologiche sugli stessi", sostiene la madre di uno degli scolari seguiti dalle religiose. L'opinione è comune: affidabilità, lunga esperienza ed attenzione verso i bambini fanno dell'asilo un luogo formativo d'eccellenza per la città, senza dimenticare l'aspetto economico. Ad appoggiare l'attività dei genitori anche il sindaco Valente firmatario, negli scorsi giorni, di una missiva in cui si richiedeva alle autorità religiose un ripensamento.

Intanto, mentre continua la protesta dei genitori, iniziano ad emergere i primi dettagli delle motivazioni di quella che, più che di un abbandono definitivo, pare delinearsi come una sospensione temporanea dell'attività da parte delle suore. Alla base della decisione della Madre Generale ci sarebbe la mancanza di vocazioni in città, con la conseguente carenza di personale educativo da dedicare alle attività di formazione degli alunni. Ancora, problemi di carattere economico e strutturale sembrano aver reso difficoltoso l'esercizio dell'asilo negli ultimi tempi. Tempi caratterizzati dal corposo calo di iscrizioni (nell'ultimo anno una quindicina gli alunni) ed da alcune criticità strutturali che sembrerebbero interessare l'immobile che ospita la scuola. Senza contare la maggior presenza dell'ordine in Calabria e Sicilia, aree che in questo momento continuano a richiedere nuove risorse umane. Detto ciò, i bene informati non escludono la possibilità di un ritorno delle suore e dell'asilo in futuro, in caso di miglioramento delle diverse situazioni critiche rilevate.

Come se non bastasse, ad aggiungersi all'aspetto spirituale della questione, è pronto il sempre in agguato profano. La comunicazione dell'arrivederci delle suore ha infatti scoperchiato un vaso di Pandora riguardante la proprietà dell'immobile sito in via Vittorio Veneto, in un intricato puzzle che coinvolge Comune, Provincia ed ordine religioso. Interrogato sulla questione, l'assessore a bilancio e patrimonio Dibattista, impegnatosi a far chiarezza sulla vicenda proprietaria dell'immobile, sostiene che, seppur non potendo porre i canoni dell'ufficialità sulla notizia a causa di momentanei problemi di personale, l'immobile non dovrebbe essere di proprietà comunale. Condizionale che sarà d'obbligo almeno fino ai primi giorni della prossima settimana.