Santomasi in giunta, Carbone in consiglio?

Rinasce Fli: maggioranza verso la ricomposizione. Smentita l'ipotesi della sfiducia a Lupoli.

martedì 16 aprile 2013 13.15
A cura di Gianpaolo Iacobini
"Ad oggi, a noi risulta che Santomasi e Ariani siano rientrati in Fli. Quanto alla rappresentanza in giunta del loro partito, siamo in attesa di loro comunicazioni ufficiali. Non abbiamo mai posto nè veti nè paletti: siamo pronti a discuterne, sapendo che la maggioranza ha comunque i numeri per andare avanti".

Leonardo Mandolino si sposta prudente, nei labirinti della parola e dei ragionamenti politici, perchè "in politica", ricorda scherzando (ma non troppo), "le certezze sono relative". Ma la chiarezza non gli fa difetto: il consigliere comunale e leader cittadino dell'Upc è tra i pochi che, in maggioranza, accetti il contraddittorio con i cronisti scatenati sulle tracce d'un altro clamoroso, possibile ribaltone in salsa gravinese: da giorni, infatti, Radiopolitica gracchia con insistenza della cessazione delle ostilità non solo tra i vari pezzi della variopinta coalizione a guida Valente, ma anche dello scoppiare della pace tra coloro i quali erano stati gli artefici della guerra.

Fuor di metafora: Francesco Santomasi e Maria Ariani (eletti nel Fli, transitati poi nei Moderati Popolari prima dell'approccio al Centro Democratico, per un paio di mesi nemico giurato del primo cittadino e dei suoi alleati) starebbero per tornare alla casa madre. Non solo nella maggioranza, alla quale avevano già dichiarato di tornare ad aderire incondizionatamente all'indomani della disfatta elettorale del Centro Democratico, bensì nel Fli. E là dove tutto era cominciato, con le dimissioni da assessore di Lorenzo Carbone, tutto potrebbe finire. Con la nomina ad assessore di Santomasi (attuale coordinatore della maggioranza), le sue dimissioni da consigliere e l'ingresso in consiglio, al suo posto, proprio di Carbone.

La quadratura del cerchio? "Nessuna decisione è stata presa. Non abbiamo neppure affrontato il problema", minimizza il sindaco, Alesio Valente. "Non ne siamo al corrente. Siamo rimasti alla lettera di Santomasi e Ariani. Sul resto, vedremo", gli fa eco il segretario dell'Api, Luigi Evangelista. Eppure, che l'ipotesi sia tutt'altro che peregrina e infondata, lo conferma tra le righe, lo stesso primo cittadino: "Quando sarà il momento di reintegrare la giunta valuteremo, ma è comunque necessario che prima sia Fli a compiere, in piena autonomia, passaggi che vadano in direzione di una ricomposizione interna. Allo stato, non ne abbiamo notizia". E comunque, quando pure quelle notizie dovessero arrivare, c'è una condizione che pare già piantata come paletto ben saldo: "Ogni mia decisione - chiosa il sindaco - sarà presa in relazione alla rosa di nomi che Fli, nell'eventualità, presenterà".

Nesssun nome secco, dunque, ma più nomi tra i quali operare una scelta. "Ma non è tempo di politica. Adesso pensiamo alla fiera", si congeda Valente. Al resto si penserà subito dopo, probabilmente prima che l'assemblea consiliare, agli inizi di maggio, torni a riunirsi per approvare il bilancio.

Così il mistero resta, e si infittisce: da ambienti vicini a Fli (ma pure nel campo della minoranza l'indiscrezione trova riscontro) s'apprende anche del dibattito aperto in merito al futuro del presidente del consiglio Giacinto Lupoli: più d'uno pigierebbe il piede sull'acceleratore della fiducia, anche se il resto della maggioranza parrebbe invece spingere sul pedale del freno. "Sfiducia a Lupoli? E chi l'ha detta questa cosa?", sobbalza Evangelista. "Sono solo illazioni: se Lupoli farà il presidente, continuerà a fare il presidente", aggiunge sibillino il coordinatore dei rutelliani. "Non ci consta che vi siano iniziative che vadano verso la sfiducia al presidente", dà man forte Mandolino: "Smentisco si stia lavorando in questa direzione".

Per sciogliere ogni dubbio, e lavare l'alone del mistero, si va a chiedere lumi dalle parti di Fli, ma i telefoni di Santomasi e Carbone squillano invano. Per due giorni non c'è risposta. Meglio tenersi alla larga dai giornalisti: una parola è poca, due rischiano d'essere già troppe.