Scandalo commissioni: palazzo di città brancola nel buio

Il vicesindaco: "Aspettiamo gli atti"

mercoledì 11 dicembre 2013 19.49
A cura di Antonella Testini
"Aspettiamo di ricevere i documenti dal Tribunale e poi discuteremo in giunta cosa fare".

E' cauto Gino Lorusso, sulla possibilità da parte del Comune di Gravina di costituirsi parte civile nel processo che vede imputate 19 persone, tra attuali ed ex consiglieri comunali insieme ad un assessore attualmente in carica e un funzionario comunale, per il reato di abuso d'ufficio e falsità ideologica.
A carico dei 19 si ipotizza un danno economico alle casse comunali che, secondo l'accusa, ammonterebbe a diverse centinaia di migliaia di euro indebitamente percepiti dai consiglieri che hanno beneficiato di gettoni di presenza non dovuti tra il 2009 e il 2012.

Il processo, apertosi ufficialmente lo scorso 9 dicembre, è stato rinviato al 6 febbraio 2014 per difetti di notifica del procedimento al Comune di Gravina.
Nell'udienza preliminare, infatti, il giudice Antonio Diella, ha evidenziato che "nella richiesta di rinvio a giudizio non è indicata nessuna parte offesa". Un'annotazione a cui ha risposto il pm, Antonino Lupo, ha risposto sostenendo che "l'unica parte offesa deve essere indicata nel Comune di Gravina in persona del legale rappresentante pro tempore". Ossia il sindaco Alesio Valente.

A questo punto "i difensori degli imputati – si legge negli atti dell'udienza - fanno presente che l'attuale sindaco pro tempore è indicato nell'imputazione come percettore di somme pur non essendo imputato".
Il primo cittadino, infatti, insieme ad esponenti di quasi tutte le forze politiche consiliari del passato e in parte anche del presente, da destra a sinistra passando per il centro, avrebbe comunque tratto, a detta della Procura "un ingiusto profitto a danno del Comune di Gravina".
Argomentazioni che hanno convinto il pubblico ministero, il quale "ritenuto sussistere un possibile conflitto di interessi per il primo cittadino, chiede che l'avviso di fissazione di udienza preliminare venga notificato al Comune in persona del vice sindaco".

Prima di sciogliere l'udienza, però, il giudice ha accolto la richiesta di costituzione di parte civile avanzata dell'avvocato Sergio Casareale.
Casareale, che per altro è l'autore della denuncia che ha fatto scattare le indagini, ha avanzato in nome e per conto dello stesso Comune, una richiesta di risarcimento danni, la dove dovesse esser provata la responsabilità penale degli imputati, che ammonta a 2.000.000 di euro per i danni patrimoniali e all'immagine del Comune gravemente danneggiata dal clamore che la vicenda ha avuto sugli organi di stampa "con notevolissimo impatto anche sulla collettività locale sconcertata dall'uso, da parte dei pubblici amministratori e non, delle commissioni consiliari permanenti che, lungi dal perseguire gli scopi per cui sono state istituite per legge si sono invece trasformate, in aderenza ad un preciso e concertato disegno criminoso, nonché con violazione di precise disposizioni di legge, in redditizie macchine mangiasoldi".