Scoppia il caso "Murgia Informatica"
Interrogazione di Varrese sul rimborso degli oneri concessori alla società. Ma Palazzo di città: "Tutto in regola".
mercoledì 30 gennaio 2013
14.30
"Riferire in consiglio comunale i motivi che hanno indotto l'amministrazione comunale a non considerare l'avvenuta prescrizione con decorrenza di 10 anni dalla data di rilascio della concessione edilizia, dalla richiesta inoltrata in data 6 dicembre 2012 e sui motivi di tanta solerzia per evadere la pratica e concedere il rimborso di 11.088,02 euro".
Queste le richieste racchiuse in un'interpellanza protocollata dal consigliere comunale di Sel, Vincenzo Varrese, e indirizzata al sindaco di Gravina Alesio Valente.
I fatti: sotto la lente dell'esponente vendoliano è finita la determina dirigenziale con cui a fine dicembre il Comune di Gravina ha disposto il rimborso di poco più di 11.000 euro in favore della società "Murgia Informatica srl" per gli oneri di costruzione versati in eccedenza rispetto al dovuto.
Un passo indietro: corre l'anno 1996. A Michele Capone, attuale presidente della Confcommercio, all'epoca in qualità di legale rappresentante della "Murgia Sistemi", viene rilasciata una concessione edilizia per la quale lo stesso Capone versa nelle casse comunali 15.721.417 lire. Passano gli anni e alla guida della azienda di famiglia, che nel frattempo ha cambiato ragione sociale diventando "Murgia Informatica srl", arriva Giuseppina Cardascia, moglie di Capone (candidato sindaco del Pdl alle ultime amministrative), la quale si incarica di chiedere il rinnovo della concessione edilizia (che sarà poi effettivamente rilasciata nel maggio del 2001) e di versare nelle casse comunali circa 20 milioni del vecchio conio. Pochi mesi dopo, ad ottobre del 2001, la stessa Cardascia presenta istanza di variante, in quanto le intenzioni aziendali sono mutate e ora si intende "costruire una minore superficie rispetto a quella assentita". Il sì del Comune arriva nel 2002.
Della vicenda si perdono poi le tracce (almeno nella ricostruzione che viene esposta nella determina) fino al 2 dicembre 2012, quando "la signora Cardascia Giuseppina, in qualità di amministratrice unica della ditta "Murgia Informatica srl" - recita il provvedimento - chiedeva il rimborso di parte degli oneri versati in eccedenza per il rilascio della concessione edilizia del 1996 a seguito della quale e con la variante del 2002 risulta aver costruito una minore superficie". Domanda accolta e liquidata, infine, con il rimborso di 11.088,02 euro.
Le anomalie, reali o presunte? Secondo Varrese sarebbero insite nella circostanza che la richiesta di rimborso sarebbe stata presentata una volta decorsi dieci anni dalla prima istanza in tal senso, quindi oltre i limiti stabiliti dalla legge per la prescrizione del diritto, fissata proprio in dieci anni. E così, sospettano i vendoliani, il Comune avrebbe scucito soldi che in realtà non avrebbe dovuto corrispondere. Diversa, però, l'opinione di Palazzo di città. Che col dirigente del settore lavori pubblici, Michele Stasi, smentisce la ricostruzione di Sel: "La nota del 6 dicembre 2012 riportata nella determina è solo l'ultimo sollecito inviato dalla "Murgia Informatica srl". In realtà negli uffici comunali ci sono una lunga serie di richieste che l'amministratore della società ha inviato agli uffici, a cui mai nessuno ha dato riscontro".
Caso chiuso?
Queste le richieste racchiuse in un'interpellanza protocollata dal consigliere comunale di Sel, Vincenzo Varrese, e indirizzata al sindaco di Gravina Alesio Valente.
I fatti: sotto la lente dell'esponente vendoliano è finita la determina dirigenziale con cui a fine dicembre il Comune di Gravina ha disposto il rimborso di poco più di 11.000 euro in favore della società "Murgia Informatica srl" per gli oneri di costruzione versati in eccedenza rispetto al dovuto.
Un passo indietro: corre l'anno 1996. A Michele Capone, attuale presidente della Confcommercio, all'epoca in qualità di legale rappresentante della "Murgia Sistemi", viene rilasciata una concessione edilizia per la quale lo stesso Capone versa nelle casse comunali 15.721.417 lire. Passano gli anni e alla guida della azienda di famiglia, che nel frattempo ha cambiato ragione sociale diventando "Murgia Informatica srl", arriva Giuseppina Cardascia, moglie di Capone (candidato sindaco del Pdl alle ultime amministrative), la quale si incarica di chiedere il rinnovo della concessione edilizia (che sarà poi effettivamente rilasciata nel maggio del 2001) e di versare nelle casse comunali circa 20 milioni del vecchio conio. Pochi mesi dopo, ad ottobre del 2001, la stessa Cardascia presenta istanza di variante, in quanto le intenzioni aziendali sono mutate e ora si intende "costruire una minore superficie rispetto a quella assentita". Il sì del Comune arriva nel 2002.
Della vicenda si perdono poi le tracce (almeno nella ricostruzione che viene esposta nella determina) fino al 2 dicembre 2012, quando "la signora Cardascia Giuseppina, in qualità di amministratrice unica della ditta "Murgia Informatica srl" - recita il provvedimento - chiedeva il rimborso di parte degli oneri versati in eccedenza per il rilascio della concessione edilizia del 1996 a seguito della quale e con la variante del 2002 risulta aver costruito una minore superficie". Domanda accolta e liquidata, infine, con il rimborso di 11.088,02 euro.
Le anomalie, reali o presunte? Secondo Varrese sarebbero insite nella circostanza che la richiesta di rimborso sarebbe stata presentata una volta decorsi dieci anni dalla prima istanza in tal senso, quindi oltre i limiti stabiliti dalla legge per la prescrizione del diritto, fissata proprio in dieci anni. E così, sospettano i vendoliani, il Comune avrebbe scucito soldi che in realtà non avrebbe dovuto corrispondere. Diversa, però, l'opinione di Palazzo di città. Che col dirigente del settore lavori pubblici, Michele Stasi, smentisce la ricostruzione di Sel: "La nota del 6 dicembre 2012 riportata nella determina è solo l'ultimo sollecito inviato dalla "Murgia Informatica srl". In realtà negli uffici comunali ci sono una lunga serie di richieste che l'amministratore della società ha inviato agli uffici, a cui mai nessuno ha dato riscontro".
Caso chiuso?