Scorie radioattive al campo missili?
L'amministrazione comunale pensa alla caratterizzazione. Lorusso: "Poi un concorso di idee per ridargli nuova vita".
mercoledì 3 luglio 2013
13.10
Quale futuro per il campo missili di Gravina?
A cinquant'anni dallo smantellamento delle basi missilistiche che hanno ospitato missili Jupiter a testata nucleare nell'Alta Murgia, e mentre torna d'attualità il dibattito sulle possibilità di affrancare definitivamente tutta l'area del parco dalle esercitazioni militari, a Gravina si riaccende il dibattito sulle sorti del campo missili a partire "da una necessità imprescindibile per un suo possibile utilizzo in futuro".
A parlare è l'assessore municipale ai parchi, Gino Lorusso, che manifesta "la volontà da parte dell'amministrazione comunale di chiedere la caratterizzazione dell'area per verificare se ci siano o meno residui radiativi". Una possibilità "condizionata dalle risorse finanziarie a disposizione - continua Lorusso- anche perché dobbiamo affrontare le spese per altre due caratterizzazioni previste per Jazzo dei Preti e per la collina di Botromagno, già inserite dalle precedenti amministrazioni nel piano triennale delle opere".
La caratterizzazione è uno studio affidato a società specializzate che lavorano in collaborazione con l'Arpa, finalizzato alla ricerca delle sostanze contaminanti eventualmente presenti nel suolo o nelle acque. Sono pratiche che si richiedono in funzione delle conoscenze storiche di un sito e delle attività, potenzialmente inquinanti, che si sono svolte su quel sito specifico.
E proprio sul campo missili, in virtù della attività militari che si sono svolte negli anni Sessanta, in tanti hanno lanciato l'allarme asserendo che l'intera zona di Statuto del Lepore sia un sito inquinato. "Ora è giunto il momento di verificare se queste voci abbiano o meno un minimo di fondamento", dice Lorusso, che ripete a più riprese: "Mi auguro che le ricerche diano esito negativo perché altrimenti, tra bonifiche e messe in sicurezza, saranno dolori". Ed assicura che scongiurato il rischio radioattivo, il campo potrà diventare oggetto di "un concorso di idee con cui lasciar decidere ai cittadini come trasformarlo".
La zona in questione, infatti, non è mai stata oggetto di interventi in quanto solo nel 2010 è diventata di proprietà comunale, dopo l'acquisto portato a termine dall'amministrazione Divella che strappò l'area alla vendita all'asta. Allora, un altro concorso di idee aveva deciso che lì dove un tempo c'erano i missili i cittadini gravinesi si sarebbero recati a guardare le stelle e gli scout avrebbero montato le loro tende. Poi il cambio improvviso di governo cittadino ha buttato nuovamente il campo missili nel dimenticatoio (come dimostrano le immagini di seguito riportate). Almeno sino ad oggi. "Spero di poter riservare dei fondi comunali per intervenire sul campo missili, altrimenti cercheremo di attingere ai finanziamenti per l'ambiente", conclude l'assessore.
A cinquant'anni dallo smantellamento delle basi missilistiche che hanno ospitato missili Jupiter a testata nucleare nell'Alta Murgia, e mentre torna d'attualità il dibattito sulle possibilità di affrancare definitivamente tutta l'area del parco dalle esercitazioni militari, a Gravina si riaccende il dibattito sulle sorti del campo missili a partire "da una necessità imprescindibile per un suo possibile utilizzo in futuro".
A parlare è l'assessore municipale ai parchi, Gino Lorusso, che manifesta "la volontà da parte dell'amministrazione comunale di chiedere la caratterizzazione dell'area per verificare se ci siano o meno residui radiativi". Una possibilità "condizionata dalle risorse finanziarie a disposizione - continua Lorusso- anche perché dobbiamo affrontare le spese per altre due caratterizzazioni previste per Jazzo dei Preti e per la collina di Botromagno, già inserite dalle precedenti amministrazioni nel piano triennale delle opere".
La caratterizzazione è uno studio affidato a società specializzate che lavorano in collaborazione con l'Arpa, finalizzato alla ricerca delle sostanze contaminanti eventualmente presenti nel suolo o nelle acque. Sono pratiche che si richiedono in funzione delle conoscenze storiche di un sito e delle attività, potenzialmente inquinanti, che si sono svolte su quel sito specifico.
E proprio sul campo missili, in virtù della attività militari che si sono svolte negli anni Sessanta, in tanti hanno lanciato l'allarme asserendo che l'intera zona di Statuto del Lepore sia un sito inquinato. "Ora è giunto il momento di verificare se queste voci abbiano o meno un minimo di fondamento", dice Lorusso, che ripete a più riprese: "Mi auguro che le ricerche diano esito negativo perché altrimenti, tra bonifiche e messe in sicurezza, saranno dolori". Ed assicura che scongiurato il rischio radioattivo, il campo potrà diventare oggetto di "un concorso di idee con cui lasciar decidere ai cittadini come trasformarlo".
La zona in questione, infatti, non è mai stata oggetto di interventi in quanto solo nel 2010 è diventata di proprietà comunale, dopo l'acquisto portato a termine dall'amministrazione Divella che strappò l'area alla vendita all'asta. Allora, un altro concorso di idee aveva deciso che lì dove un tempo c'erano i missili i cittadini gravinesi si sarebbero recati a guardare le stelle e gli scout avrebbero montato le loro tende. Poi il cambio improvviso di governo cittadino ha buttato nuovamente il campo missili nel dimenticatoio (come dimostrano le immagini di seguito riportate). Almeno sino ad oggi. "Spero di poter riservare dei fondi comunali per intervenire sul campo missili, altrimenti cercheremo di attingere ai finanziamenti per l'ambiente", conclude l'assessore.