Sentenza Tar: l’amarezza del sindaco e la soddisfazione dei suoi avversari
Tutti i commenti a poche ore dall’annullamento delle elezioni
venerdì 12 gennaio 2018
11.05
E' la prima volta dal lontano 2012 che Alesio Valente lascia squillare il telefono sottraendosi alle domande dei giornalisti. Tutta la sua amarezza il primo cittadino l'ha sintetizzata in un post affidato ai social: La democrazia, di fatto, non esiste. La volontà espressa solo sei mesi da 14200 persone è stata annullata per un errore formale nella presentazione di una lista. E' il risultato ottenuto da chi, non avendo ottenuto la fiducia della città si rifugia nei cavilli e nei formalismi per ottenere dalla giustizia amministrativa la cancellazione con un tratto di penna di un risultato storico. Un regalo avvelenato per la nostra Gravina che, salvo ricorsi da parte nostra, vivrà una nuova fase di commissariamento prefettizio. Sono davvero indignato per quanto accaduto".
Dello stesso avviso il consigliere Mimmo Cardascia che esprime tutta la sua amarezza per "coloro che hanno scelto la scorciatoia della magistratura al fine di ribaltare la volontà popolare". L'amarezza è per "tutti quegli atti e tutti i provvedimenti che si stavano approntando per il bene del paese e che ora cadranno nel dimenticatoio".
A fare da spalla al consigliere metropolitano anche il segretario del Pd, Nico Angelastro, che si rivolge a quanti hanno accolto con soddisfazione la sentenza del Tar "senza considerare che ora Gravina rischia un anno di commissariamento in un momento in cui tanti progetti si stavano realizzando anche in vista di Matera 2019".
Più prudente il presidente del consiglio, Maria Pina Digiesi, che pur rimarcando il totale rispetto per il lavoro dei magistrati si dice amareggiata per l'iniziativa delle opposizioni perché "non hanno considerato le conseguenze che ora subirà l'intero paese. Spiace constatare che non si sia pensato al fatto che rischiamo mesi di commissariamento il che significa perdere finanziamenti già ottenuti e non candidare altri progetti per cui avremmo potuto ottenere fondi importanti".
Delusione ma anche rabbia per un errore che si poteva evitare e per un ricorso che di fatto non ribalta la volontà popolare: "In questi mesi abbiamo lavorato davvero tanto e bloccare il paese per un cavillo di forma è davvero brutto. Ognuno è libero di fare le proprie scelte ma non vengano a dirmi che voglio bene a questa città".
Di tutt'altro tenore i commenti delle opposizioni.
Per Mimmo Romita, primo firmatario del ricorso, "è stata ripristinata la legalità".
"Non siamo più bravi o più buoni della maggioranza ma abbiamo solo voluto ripristinare il rispetto delle regole" continua il consigliere che tuttavia non ha gradito i commenti espressi via social dal sindaco Valente: "Il nostro ricorso era un atto dovuto e non mi piace l'atteggiamento vittimistico del sindaco. Anche io sono convinto che un sindaco deve essere esautorato dall'aula ma Valente non deve dimenticarsi che è tra i firmatari delle dimissioni dinanzi ad un notaio che nel 2011 posero fine all'amministrazione Divella. Oggi non può giocare il ruolo della vittima".
Dello stesso avviso anche Michele Lorusso per cui il ricorso "è un atto di chiarezza rispetto a quanto accaduto. Gli atti amministrativi vanno fatti bene e se questo non succede bisogna assumersi la responsabilità delle conseguenze. Abbiamo presentato un ricorso il cui esito non era affatto scontato. Valente ora deve accettare il risultato senza offendere le Istituzioni e dire che la democrazia non esiste perché sino a ieri era lui stesso una istituzione".
Per Ignazio Lovero e Primavera Popolare "Un ricorso amministrativo, così come le dimissioni ultra dimidium di consiglieri comunali per mandare a casa un sindaco, non possono essere considerati "politica". Nonostante ciò è altrettanto vero che in una società civile ci sono leggi e regolamenti che la disciplinano e bisogna rispettarli. Ergo se il Tribunale amministrativo ha deciso di annullare tutti gli atti che hanno portato alla elezione del primo cittadino non ci resta altro che accettare la sentenza ritenendo che possa essa costituire, per noi, il punto di partenza per una valida e sana alternativa politica".
Nelle scorse ore tante sono state le riunioni e gli incontri politici che si sono susseguiti nelle varie sedi di partito. Secondo i ben informati l'amministrazione è pronta a presentare il ricorso contro la sentenza del Tar mentre dalle opposizioni chiedono di mettere fine a questa esperienza politica per andare alle urne quanto prima.
Dello stesso avviso il consigliere Mimmo Cardascia che esprime tutta la sua amarezza per "coloro che hanno scelto la scorciatoia della magistratura al fine di ribaltare la volontà popolare". L'amarezza è per "tutti quegli atti e tutti i provvedimenti che si stavano approntando per il bene del paese e che ora cadranno nel dimenticatoio".
A fare da spalla al consigliere metropolitano anche il segretario del Pd, Nico Angelastro, che si rivolge a quanti hanno accolto con soddisfazione la sentenza del Tar "senza considerare che ora Gravina rischia un anno di commissariamento in un momento in cui tanti progetti si stavano realizzando anche in vista di Matera 2019".
Più prudente il presidente del consiglio, Maria Pina Digiesi, che pur rimarcando il totale rispetto per il lavoro dei magistrati si dice amareggiata per l'iniziativa delle opposizioni perché "non hanno considerato le conseguenze che ora subirà l'intero paese. Spiace constatare che non si sia pensato al fatto che rischiamo mesi di commissariamento il che significa perdere finanziamenti già ottenuti e non candidare altri progetti per cui avremmo potuto ottenere fondi importanti".
Delusione ma anche rabbia per un errore che si poteva evitare e per un ricorso che di fatto non ribalta la volontà popolare: "In questi mesi abbiamo lavorato davvero tanto e bloccare il paese per un cavillo di forma è davvero brutto. Ognuno è libero di fare le proprie scelte ma non vengano a dirmi che voglio bene a questa città".
Di tutt'altro tenore i commenti delle opposizioni.
Per Mimmo Romita, primo firmatario del ricorso, "è stata ripristinata la legalità".
"Non siamo più bravi o più buoni della maggioranza ma abbiamo solo voluto ripristinare il rispetto delle regole" continua il consigliere che tuttavia non ha gradito i commenti espressi via social dal sindaco Valente: "Il nostro ricorso era un atto dovuto e non mi piace l'atteggiamento vittimistico del sindaco. Anche io sono convinto che un sindaco deve essere esautorato dall'aula ma Valente non deve dimenticarsi che è tra i firmatari delle dimissioni dinanzi ad un notaio che nel 2011 posero fine all'amministrazione Divella. Oggi non può giocare il ruolo della vittima".
Dello stesso avviso anche Michele Lorusso per cui il ricorso "è un atto di chiarezza rispetto a quanto accaduto. Gli atti amministrativi vanno fatti bene e se questo non succede bisogna assumersi la responsabilità delle conseguenze. Abbiamo presentato un ricorso il cui esito non era affatto scontato. Valente ora deve accettare il risultato senza offendere le Istituzioni e dire che la democrazia non esiste perché sino a ieri era lui stesso una istituzione".
Per Ignazio Lovero e Primavera Popolare "Un ricorso amministrativo, così come le dimissioni ultra dimidium di consiglieri comunali per mandare a casa un sindaco, non possono essere considerati "politica". Nonostante ciò è altrettanto vero che in una società civile ci sono leggi e regolamenti che la disciplinano e bisogna rispettarli. Ergo se il Tribunale amministrativo ha deciso di annullare tutti gli atti che hanno portato alla elezione del primo cittadino non ci resta altro che accettare la sentenza ritenendo che possa essa costituire, per noi, il punto di partenza per una valida e sana alternativa politica".
Nelle scorse ore tante sono state le riunioni e gli incontri politici che si sono susseguiti nelle varie sedi di partito. Secondo i ben informati l'amministrazione è pronta a presentare il ricorso contro la sentenza del Tar mentre dalle opposizioni chiedono di mettere fine a questa esperienza politica per andare alle urne quanto prima.