“Serata d’onore” con Michele Placido
Tutto esaurito per il secondo appuntamento Archè.
venerdì 5 settembre 2014
11.00
Tutto esaurito e molti consensi per il secondo appuntamento di Archè.
Al Festival delle Origini un grande nome del teatro e del cinema italiano. Michele Placido fa tappa a Gravina con "Serata d'onore", recital di poesia e musica portato per la prima volta in scena nel 2010 per celebrare i quarant'anni di carriera dell'artista. Oggi, lo spettacolo ricorda anche i trent'anni dalla scomparsa di Eduardo De Filippo e vestitosi del calore partenopeo e dell'ilarità agrodolce del suo teatro, ha fatto incetta di consensi in tutta Italia anche quest'anno.
L'attore pugliese sale sul palco spoglio, camicia bianca e coppola calcata sul capo canuto mentre il pubblico prorompe in un lungo applauso. Lui si toglie gli occhiali, qualche battuta sul cambio di location, il rammarico per non aver potuto ammirare il castello Svevo e un commento sul grande caldo sofferto in sala, poi lo spettacolo. L'atmosfera è rilassata, informale; Placido racconta di aver girato per Gravina come un turista qualunque: "Avete una delle città d'arte più belle e non solo della Puglia, ho visitato le gravine, le chiese. Per non parlare poi della cucina, dei dolci".
"Quando ero ad Irsina" ricorda, "dove abbiamo girato Del perduto amore, io venivo a fare la spesa qui a Gravina e domani farò la stessa cosa. Faccio un carico di spesa, torno a Roma e domani sera si mangia gravinese", conclude con ilarità. Intrecciando sapientemente la recitazione di un componimento di Guido Gozzano, "Io sono innamorato di tutte le signore che mangiano le paste nelle confetterie", continua con un costante contrappunto di aneddoti e versi. Trilussa, Bertolt Brecht, Neruda ed Eduardo De Filippo, si susseguono nella recitazione intensa, che si conclude con l'interpretazione del V canto dell'Inferno di Dante. Paolo e Francesca, il loro amore passionale e straziante che ebbe origine nel libro galeotto. Il viso dell'attore si contrae in una smorfia di dolore e dalle labbra, come se fossero le sue, le parole di Francesca che accetta l'Inferno ma non la separazione dal Malatesta che intanto, piange sommessamente.
In sottofondo, il maestro Antonio Saturno, pizzica le corde della chitarra che accompagna la voce di Gianluigi Esposito. E' lui a raccontare la storia dei grandi classici della canzone napoletana: "Regginella", "Na Tazzulella 'e cafè", "Pianefforte 'e notte", "Palummella" e tante altre che coinvolgono la platea gremita e lo stesso Placido, che si mescola alle strofe quasi in un sussurro e non si risparmia nemmeno nel canto.
Lo spettacolo giunge al termine, nelle prime file parte delle istituzioni gravinesi, assente il primo cittadino Alesio Valente. Anche loro partecipano alla standing ovation in onore dell'attore, regista e sceneggiatore. Tocca poi all'assessore alle espressività artistiche e culturali, Laura Marchetti, visibilmente emozionata, portare il saluto della città. Ringrazia, quasi commossa e avanza una richiesta: "La civiltà meridionale è fatta di amore ed è questo che rischiamo di perdere, di dimenticare; io vorrei che lei recitasse nuovamente la poesia di Bertolt Brecht, perchè la comunità ne ha veramente bisogno".
"Mi fa piacere conoscere qualcuno che rappresenti la comunità", replica Placido e mentre recita "Ricordo di Maria A.", gli ascoltatori restano in piedi ad assaporare gli ultimi istanti dell'essenza di un grande teatro, tutto italiano.
Al Festival delle Origini un grande nome del teatro e del cinema italiano. Michele Placido fa tappa a Gravina con "Serata d'onore", recital di poesia e musica portato per la prima volta in scena nel 2010 per celebrare i quarant'anni di carriera dell'artista. Oggi, lo spettacolo ricorda anche i trent'anni dalla scomparsa di Eduardo De Filippo e vestitosi del calore partenopeo e dell'ilarità agrodolce del suo teatro, ha fatto incetta di consensi in tutta Italia anche quest'anno.
L'attore pugliese sale sul palco spoglio, camicia bianca e coppola calcata sul capo canuto mentre il pubblico prorompe in un lungo applauso. Lui si toglie gli occhiali, qualche battuta sul cambio di location, il rammarico per non aver potuto ammirare il castello Svevo e un commento sul grande caldo sofferto in sala, poi lo spettacolo. L'atmosfera è rilassata, informale; Placido racconta di aver girato per Gravina come un turista qualunque: "Avete una delle città d'arte più belle e non solo della Puglia, ho visitato le gravine, le chiese. Per non parlare poi della cucina, dei dolci".
"Quando ero ad Irsina" ricorda, "dove abbiamo girato Del perduto amore, io venivo a fare la spesa qui a Gravina e domani farò la stessa cosa. Faccio un carico di spesa, torno a Roma e domani sera si mangia gravinese", conclude con ilarità. Intrecciando sapientemente la recitazione di un componimento di Guido Gozzano, "Io sono innamorato di tutte le signore che mangiano le paste nelle confetterie", continua con un costante contrappunto di aneddoti e versi. Trilussa, Bertolt Brecht, Neruda ed Eduardo De Filippo, si susseguono nella recitazione intensa, che si conclude con l'interpretazione del V canto dell'Inferno di Dante. Paolo e Francesca, il loro amore passionale e straziante che ebbe origine nel libro galeotto. Il viso dell'attore si contrae in una smorfia di dolore e dalle labbra, come se fossero le sue, le parole di Francesca che accetta l'Inferno ma non la separazione dal Malatesta che intanto, piange sommessamente.
In sottofondo, il maestro Antonio Saturno, pizzica le corde della chitarra che accompagna la voce di Gianluigi Esposito. E' lui a raccontare la storia dei grandi classici della canzone napoletana: "Regginella", "Na Tazzulella 'e cafè", "Pianefforte 'e notte", "Palummella" e tante altre che coinvolgono la platea gremita e lo stesso Placido, che si mescola alle strofe quasi in un sussurro e non si risparmia nemmeno nel canto.
Lo spettacolo giunge al termine, nelle prime file parte delle istituzioni gravinesi, assente il primo cittadino Alesio Valente. Anche loro partecipano alla standing ovation in onore dell'attore, regista e sceneggiatore. Tocca poi all'assessore alle espressività artistiche e culturali, Laura Marchetti, visibilmente emozionata, portare il saluto della città. Ringrazia, quasi commossa e avanza una richiesta: "La civiltà meridionale è fatta di amore ed è questo che rischiamo di perdere, di dimenticare; io vorrei che lei recitasse nuovamente la poesia di Bertolt Brecht, perchè la comunità ne ha veramente bisogno".
"Mi fa piacere conoscere qualcuno che rappresenti la comunità", replica Placido e mentre recita "Ricordo di Maria A.", gli ascoltatori restano in piedi ad assaporare gli ultimi istanti dell'essenza di un grande teatro, tutto italiano.