Sotto sequestro il patrimonio milionario di un imprenditore gravinese
Un totale di 50 milioni di euro tra case, attività e beni immobiliari sequestrati dai Carabinieri
giovedì 21 maggio 2015
9.02
Dall'alba di oggi è in corso un'operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Bari che stanno eseguendo un decreto di sequestro beni per un valore di 50 milioni di euro, emesso dal Tribunale di Bari Sezione Misure di Prevenzione - su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia carico di un imprenditore 68enne di Gravina in Puglia.
I militari stanno provvedendo al sequestro di 6 società che si occupano di produzione, commercializzazione e installazione di slot machines e videogiochi, 3 società di servizi, un albergo, un ristorante, 12 appartamenti, 4 ville, 8 locali commerciali, 14 automezzi e 38 conti correnti.
Dalle indagini dei Carabinieri del Reparto Operativo di Bari, si legge in una nota stampa, è emerso un'evidente sproporzione tra il patrimonio accumulato dall'imprenditore e il reddito dichiarato, che, secondo i parametri ISTAT, non sarebbe bastato nemmeno a mantenere la propria famiglia. E' stato inoltre documentato che la costituzione e la gestione delle molteplici società riconducibili all'uomo erano intestate a familiari o a soggetti che fungevano da prestanome, di fatto realizzandosi una sorta di monopolio nell'area delle Murge. Grazie al così detto "Codice Antimafia" è oggi possibile procedere al sequestro anticipato anche nei casi, come questo, maturati al di fuori dell'ambito mafioso.
"Come sempre – prosegue la nota – la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Bari, presieduta da Francesca La Malfa, assume il massimo impegno per garantire che le attività imprenditoriali continuino ad operare nel pieno rispetto di tutte le normative vigenti, a tutela dei lavoratori e degli altri agenti economici".
I militari stanno provvedendo al sequestro di 6 società che si occupano di produzione, commercializzazione e installazione di slot machines e videogiochi, 3 società di servizi, un albergo, un ristorante, 12 appartamenti, 4 ville, 8 locali commerciali, 14 automezzi e 38 conti correnti.
Dalle indagini dei Carabinieri del Reparto Operativo di Bari, si legge in una nota stampa, è emerso un'evidente sproporzione tra il patrimonio accumulato dall'imprenditore e il reddito dichiarato, che, secondo i parametri ISTAT, non sarebbe bastato nemmeno a mantenere la propria famiglia. E' stato inoltre documentato che la costituzione e la gestione delle molteplici società riconducibili all'uomo erano intestate a familiari o a soggetti che fungevano da prestanome, di fatto realizzandosi una sorta di monopolio nell'area delle Murge. Grazie al così detto "Codice Antimafia" è oggi possibile procedere al sequestro anticipato anche nei casi, come questo, maturati al di fuori dell'ambito mafioso.
"Come sempre – prosegue la nota – la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Bari, presieduta da Francesca La Malfa, assume il massimo impegno per garantire che le attività imprenditoriali continuino ad operare nel pieno rispetto di tutte le normative vigenti, a tutela dei lavoratori e degli altri agenti economici".