"Stop al traffico illecito di organi". Scagliusi (M5S) nella risoluzione in Commissione Affari Esteri
Il deputato pugliese chiede maggiore tracciabilità sulla provenienza degli organi.
domenica 9 agosto 2015
Aumentare la raccolta di dati ed informazioni per una maggiore tracciabilità sulla provenienza degli organi destinati a trapianti, continuando sulla scia dell'inasprimento delle pene approvato al Senato. Questa la richiesta del deputato pugliese Emanuele Scagliusi (M5S), vicepresidente del Comitato permanente per i diritti umani, nella risoluzione depositata in Commissione Affari Esteri della Camera.
La richiesta arriva all'indomani delle dichiarazioni dell'ex viceministro della sanità della Repubblica Popolare Cinese, Huang Jiufu, secondo cui il Paese si prepara ad un anno record per i trapianti di organi, con oltre 12.000 interventi programmati. "Ad oggi, sono ancora poche le informazioni che permettono di delineare, in modo completo e trasparente, la situazione in merito alle pratiche di trapianto di organi sul territorio cinese e alla tracciabilità relativa alla loro provenienza -si legge nella nota diffusa dal parlamentare- In Cina infatti si praticano oltre 10.000 trapianti di organi all'anno ed i 165 centri cinesi dedicati pubblicizzano la loro capacità di individuare organi compatibili in un periodo compreso tra le due e le quattro settimane, sebbene allo stato attuale la Cina non disponga di un sistema pubblico organizzato ed efficace per il dono o la distribuzione di organi e non vengano rispettati i requisiti di trasparenza e tracciabilità previsti dall'Organizzazione mondiale della Sanità".
"Come facciano a trovare in due settimane gli organi richiesti non ci è dato sapere - dichiara il deputato - ma credo sia lecito farsi qualche domanda. Non è un caso, infatti, che la Commissione delle Nazioni Unite abbia espresso preoccupazione contro la tortura per le accuse di espianto coatto di organi dai detenuti e ha invitato il Governo della Repubblica popolare cinese ad aumentare il livello di rendicontabilità e trasparenza del sistema di trapianto di organi, nonché a punire i responsabili degli abusi".
"Mi auguro - continua il vicepresidente del Comitato permanente per i diritti umani - che presto il nostro Paese possa attuare misure idonee a proporre e favorire, nelle sedi istituzionali internazionali, la possibilità di vietare congressi e incontri formativi sul tema del trapianto degli organi nei Paesi che non rispettano le relative convenzioni internazionali in materia nonché a perseguire il traffico di organi secondo le convenzioni internazionali alle quali l'Italia ha aderito, promuovendo un inasprimento delle sanzioni per gli intermediari coinvolti. In questo senso qualcosa si sta già muovendo nel nostro Paese - conclude l'on. Scagliusi - Infatti, solo pochi mesi fa, il Senato ha approvato le modifiche al codice penale e alla legge 1 aprile 1999, n. 91, aumentando le pene con la reclusione da 3 a 12 anni e con una multa da 50.000 a 300.000 euro per chi è coinvolto nel traffico di organi. Il disegno di legge è in attesa di discussione alla Commissione giustizia alla Camera. Mi auguro che presto ci sia una normativa adeguata. Questo crimine si ferma solo abbattendo la domanda con pene severe per i responsabili".
La richiesta arriva all'indomani delle dichiarazioni dell'ex viceministro della sanità della Repubblica Popolare Cinese, Huang Jiufu, secondo cui il Paese si prepara ad un anno record per i trapianti di organi, con oltre 12.000 interventi programmati. "Ad oggi, sono ancora poche le informazioni che permettono di delineare, in modo completo e trasparente, la situazione in merito alle pratiche di trapianto di organi sul territorio cinese e alla tracciabilità relativa alla loro provenienza -si legge nella nota diffusa dal parlamentare- In Cina infatti si praticano oltre 10.000 trapianti di organi all'anno ed i 165 centri cinesi dedicati pubblicizzano la loro capacità di individuare organi compatibili in un periodo compreso tra le due e le quattro settimane, sebbene allo stato attuale la Cina non disponga di un sistema pubblico organizzato ed efficace per il dono o la distribuzione di organi e non vengano rispettati i requisiti di trasparenza e tracciabilità previsti dall'Organizzazione mondiale della Sanità".
"Come facciano a trovare in due settimane gli organi richiesti non ci è dato sapere - dichiara il deputato - ma credo sia lecito farsi qualche domanda. Non è un caso, infatti, che la Commissione delle Nazioni Unite abbia espresso preoccupazione contro la tortura per le accuse di espianto coatto di organi dai detenuti e ha invitato il Governo della Repubblica popolare cinese ad aumentare il livello di rendicontabilità e trasparenza del sistema di trapianto di organi, nonché a punire i responsabili degli abusi".
"Mi auguro - continua il vicepresidente del Comitato permanente per i diritti umani - che presto il nostro Paese possa attuare misure idonee a proporre e favorire, nelle sedi istituzionali internazionali, la possibilità di vietare congressi e incontri formativi sul tema del trapianto degli organi nei Paesi che non rispettano le relative convenzioni internazionali in materia nonché a perseguire il traffico di organi secondo le convenzioni internazionali alle quali l'Italia ha aderito, promuovendo un inasprimento delle sanzioni per gli intermediari coinvolti. In questo senso qualcosa si sta già muovendo nel nostro Paese - conclude l'on. Scagliusi - Infatti, solo pochi mesi fa, il Senato ha approvato le modifiche al codice penale e alla legge 1 aprile 1999, n. 91, aumentando le pene con la reclusione da 3 a 12 anni e con una multa da 50.000 a 300.000 euro per chi è coinvolto nel traffico di organi. Il disegno di legge è in attesa di discussione alla Commissione giustizia alla Camera. Mi auguro che presto ci sia una normativa adeguata. Questo crimine si ferma solo abbattendo la domanda con pene severe per i responsabili".