“Storie di stra-ordinaria follia: il perché di tanta violenza"

“Sentieri della legalità” a dibattito con i ragazzi del "Bachelet”.

sabato 14 febbraio 2015 17.44
A cura di Ilaria Logruosso
Camminare insieme sui sentieri della legalità.

"Gli adulti vogliono camminare accanto a voi", afferma Maria Grazia D'Ecclesiis, presidente nazionale della onlus "Sentieri della legalità", rivolgendosi ad un auditorio gremito di ragazzi. L'incontro-dibattito itinerante, "Storie di stra-ordinaria follia: il perché di tanta violenza", arriva anche a Gravina, presso l' I.I.S.S. "V. Bachelet" e chiama a raccolta un team di esperti per educare i più giovani ad avere relazioni sane. "Oggi capiremo perché è stato necessario coniare un termine per indicare un fenomeno che è in continua crescita rispetto agli omicidi, il femminicidio", continua l'avvocato gravinese, "attraverso l'informazione e la formazione potete essere i protagonisti delle vostre scelte e non abbiate paura di pungolare le istituzioni. La legalità è un mezzo, il fine è la giustizia".

L'istituto non è nuovo a questo tipo di iniziative, così come chiarisce la dirigente, Antonella Sarpi: "Questo evento, in corso di accreditamento dall'ordine degli avvocati, è un'altra occasione per riflettere sulla violenza di genere e sui gesti che vanno modificati ogni giorno", puntualizzando, "abbiamo messo eventi di questo tipo in calendario per attirare l'attenzione dei ragazzi e per offrire un occhio critico anche sui messaggi subliminali che ci vengono proposti quotidianamente". "Il concetto di legalità deve diventare intrinseco all'educazione", ha commentato il primo cittadino, Alesio Valente, "l'iniziativa è importante, soprattutto quando si parte dalle scuole, persino le primarie. Dobbiamo imparare a stare insieme, a collaborare" e sorridendo ai giovani ha concluso, "io non mi sento molto lontano da voi, qualche anno fa ero nella scuola accanto alla vostra".

Fulcro dell'incontro, l'intervento del giornalista Alvaro Fiorucci. Caporedattore del Tg Rai Umbria e autore tra gli altri testi de "Il sangue delle donne", Fiorucci ha raccontato che le storie di femminicidio contenute nel suo libro, "circa sessanta", ha precisato, "hanno tutte lo stesso movente, la perdita di controllo sulla donna. L'analisi dei fatti di cronaca sono strumenti di lettura importanti anche per capire in che modo la legge italiana ha trattato quel delitto". Punto questo, snocciolato da Rosario Plotino, sostituto procuratore presso il Tribunale dei Minori di Bari: "Ci vuole proporzione nelle condanne, attestarsi sul massimo della pena lo si fa in casi particolarmente efferati. Inoltre è molto difficile raccogliere le prove, soprattutto se si tratta di minori molto giovani. Potrebbero esserci dei condizionamenti esterni, da parte della famiglia". Consigli pratici per denunciare atti di violenza? "Non dobbiamo essere tutti per forza degli eroi, si può denunciare in forma anonima alle forze dell'ordine".

Ma il rapporto tra cronaca nera e pubblico è cambiato, così come ha sottolineato in un altro intervento Fiorucci: "Spesso c'è una distorsione nel sistema informativo, per cui accade che la donna venga dimenticata mentre per il carnefice nasce una curiosità morbosa. E' importante che il mondo dell'informazione tratti questi temi in maniera corretta, senza spettacolarizzare, cosa che accade sempre di più ultimamente. Per quanto riguarda la scrittura, è l'onestà del cronista che mi spinge ad essere brutale, così come qualcuno mi dice".

La brutalità non è soltanto fisica. Anche le parole hanno la stessa violenza degli schiaffi: "La violenza non è soltanto fisica e non dobbiamo identificarla in un genere. Pensiamo allo stalking, tantissime donne usano modi scorretti per corteggiare gli uomini", ha chiarito Marcella Montemurro, psicologa psicoterapeuta la quale ha parlato di Tommaso, un ragazzo che maltrattava la fidanzata perché a sua volta testimone di violenze domestiche. "Il padre di Tommaso tornava a casa dal lavoro e si sentiva meglio soltanto dopo aver picchiato la moglie, perciò il ragazzo è cresciuto pensando che le parole non potessero far male quanto le botte". Ma quali sono i campanelli d'allarme? "Una relazione è bella quando è vissuta in intimità ma non sono isolate", ha puntualizzato la psicologa, "ognuno deve essere libero di vivere la propria vita, non si leggono i messaggi degli altri, ognuno deve avere la propria privacy, la gelosia, le intimidazioni sono sempre distruttive". Ed ha concluso: "Riflettete sulle vostre relazioni".

Un altro spunto di riflessione giunge al termine dell'incontro dal presidente della sezione gravinese dell'associazione, Giorgio Zuccaro: "La legalità nel nostro paese è un concetto poco radicato", afferma con un sorriso amaro, "ho cercato degli esempi di legalità qui a Gravina ma non ne ho trovati".
“I Sentieri della Legalità" © Ilaria Logruosso
“I Sentieri della Legalità" © Ilaria Logruosso
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