Sud Sempre più povero
La Confcommercio lancia l'allarme: dal 1995 al 2013 -5,2% occupati nel Mezzogiorno
sabato 14 giugno 2014
11.08
Si allarga la forbice tra il Nord e il Sud. Questa le sentenza poco rassicurante emersa dall'ultima analisi effettuata dalla Confcommercio nazionale.
Cresce il divario dei consumi pro capite del Mezzogiorno rispetto a quelli del Nord-Ovest, peggiorando dal 70% del 1995 al 65% del 2013. E se al Nord-Ovest occorreranno meno di 10 anni per tornare ai consumi pro capite del 2007, nel Meridione bisognerà attendere oltre 14 anni, quindi non prima del 2029, per tornare agli stessi livelli.
"Senza un'inversione di questa tendenza sarà difficile per l'Italia – spiega la Confcommercio – intraprendere un sicuro percorso di ripresa a lungo termine". Il Pil pro capite del Sud nel 2013 (17.224 euro) scende al 55,2% di quello del Nord-Ovest (32.102) e nel 2015 sarà inferiore al 55%. In termini occupazionali si evidenzia un drammatico e preoccupante arretramento delle regioni meridionali anche a causa della pesante recessione in atto dal 2008. Tra il 1995 e il 2013 l'occupazione al Sud si è ridotta del 5,2%, mentre nel Nord-Ovest è aumentata della stessa percentuale.
Sul fronte demografico, tra il 1995 e il 2013 si è registrato un calo dello 0,2% della popolazione del Mezzogiorno, mentre nello stesso periodo è cresciuta di oltre l'11% nel Nord-Est. Un segnale preoccupante per il Sud perchè indica una progressiva perdita della capacità attrattiva di risorse umane in quest'area del Paese, che continua a spopolarsi, e getta un'ombra sulle prospettive di crescita del Mezzogiorno. E anche il tasso di natalità meridionale – sottolinea l'indagine - si è ridotto drasticamente passando da 10,1 per mille del 2002 a 9,1 per mille nel 2012, mentre nello stesso periodo è rimasto invariato nel Nord-Ovest (9 per mille).
Cresce il divario dei consumi pro capite del Mezzogiorno rispetto a quelli del Nord-Ovest, peggiorando dal 70% del 1995 al 65% del 2013. E se al Nord-Ovest occorreranno meno di 10 anni per tornare ai consumi pro capite del 2007, nel Meridione bisognerà attendere oltre 14 anni, quindi non prima del 2029, per tornare agli stessi livelli.
"Senza un'inversione di questa tendenza sarà difficile per l'Italia – spiega la Confcommercio – intraprendere un sicuro percorso di ripresa a lungo termine". Il Pil pro capite del Sud nel 2013 (17.224 euro) scende al 55,2% di quello del Nord-Ovest (32.102) e nel 2015 sarà inferiore al 55%. In termini occupazionali si evidenzia un drammatico e preoccupante arretramento delle regioni meridionali anche a causa della pesante recessione in atto dal 2008. Tra il 1995 e il 2013 l'occupazione al Sud si è ridotta del 5,2%, mentre nel Nord-Ovest è aumentata della stessa percentuale.
Sul fronte demografico, tra il 1995 e il 2013 si è registrato un calo dello 0,2% della popolazione del Mezzogiorno, mentre nello stesso periodo è cresciuta di oltre l'11% nel Nord-Est. Un segnale preoccupante per il Sud perchè indica una progressiva perdita della capacità attrattiva di risorse umane in quest'area del Paese, che continua a spopolarsi, e getta un'ombra sulle prospettive di crescita del Mezzogiorno. E anche il tasso di natalità meridionale – sottolinea l'indagine - si è ridotto drasticamente passando da 10,1 per mille del 2002 a 9,1 per mille nel 2012, mentre nello stesso periodo è rimasto invariato nel Nord-Ovest (9 per mille).