Syssitia e il mistero degli espropri
Ecomuseo in ritardo? La Marchetti: "Falso: termini rispettati". E precisa: "C'è chi racconta fesserie".
lunedì 16 settembre 2013
08.55
Per certe cose ci vuole tempo, ma dall'ultima sessione del laboratorio Syssitia di mesi ne sono passati.
Bello il progetto dell'ecomuseo dell'acqua e della pietra, elaborato dall'architetto Pietro Laureano, tanto contestato ma anche apprezzato e strenuamente difeso dall'assessore alla cultura Laura Marchetti. Bella l'idea di aprire i simposi di lavoro partecipati anche a chi, sprovvisto di competenze tecniche specifiche, ha potuto almeno offrire il ricordo di una parte della gravina per lo più sconosciuta alle nuove generazioni. Una parte storica e per il momento inaccessibile che proprio con il progetto dell'architetto, potrebbe ritornare ad essere fruibile. Un progetto concettuale, poco invasivo per l'ambiente sebbene molto all'avanguardia, al quale è stata dedicata una particolare attenzione anche durante il festival "Archè".
Ma cosa è andato storto? Come mai i lavori non sono ancora partiti? Per le male lingue o per i bene informati, a seconda dei punti di vista, ci sarebbe di mezzo una storia di espropri di terreni che alcuni privati non vorrebbero proprio concedere al Comune. Diversa, e tranquillizzante, la versione dei fatti offerta invece dall'assessore alla cultura Laura Marchetti. "Il 10 giugno scorso, come annunciato, è avvenuta la consegna del progetto. L'elaborato è attualmente all'attenzione della soprintendenza, del consorzio di bonifica e dei proprietari". Non bastasse, Laureano "tornerà a Gravina dal quindici al ventidue settembre - precisa la Marchetti - proprio per incontrare gli enti interessati. Una volta ottenuto il parere degli enti interessati, cominceranno i lavori". Nessun ritardo, dunque. L'assessore nega categoricamente: "I tempi sono quelli burocratici: tutte le date sono state rispettate". Poi, a scanso di equivoci, chiosa: "Non ci sarà nessun esproprio: sono stati informati i proprietari nei cui terreni passeranno i percorsi. Laureano li incontrerà, ci sarà una riunione per decidere la migliore soluzione, ma nell'appalto non sono previsti soldi per gli espropri di nessun tipo". E chi afferma il contrario, allora? "Dice una grande fesseria", si congeda l'assessore.
Bello il progetto dell'ecomuseo dell'acqua e della pietra, elaborato dall'architetto Pietro Laureano, tanto contestato ma anche apprezzato e strenuamente difeso dall'assessore alla cultura Laura Marchetti. Bella l'idea di aprire i simposi di lavoro partecipati anche a chi, sprovvisto di competenze tecniche specifiche, ha potuto almeno offrire il ricordo di una parte della gravina per lo più sconosciuta alle nuove generazioni. Una parte storica e per il momento inaccessibile che proprio con il progetto dell'architetto, potrebbe ritornare ad essere fruibile. Un progetto concettuale, poco invasivo per l'ambiente sebbene molto all'avanguardia, al quale è stata dedicata una particolare attenzione anche durante il festival "Archè".
Ma cosa è andato storto? Come mai i lavori non sono ancora partiti? Per le male lingue o per i bene informati, a seconda dei punti di vista, ci sarebbe di mezzo una storia di espropri di terreni che alcuni privati non vorrebbero proprio concedere al Comune. Diversa, e tranquillizzante, la versione dei fatti offerta invece dall'assessore alla cultura Laura Marchetti. "Il 10 giugno scorso, come annunciato, è avvenuta la consegna del progetto. L'elaborato è attualmente all'attenzione della soprintendenza, del consorzio di bonifica e dei proprietari". Non bastasse, Laureano "tornerà a Gravina dal quindici al ventidue settembre - precisa la Marchetti - proprio per incontrare gli enti interessati. Una volta ottenuto il parere degli enti interessati, cominceranno i lavori". Nessun ritardo, dunque. L'assessore nega categoricamente: "I tempi sono quelli burocratici: tutte le date sono state rispettate". Poi, a scanso di equivoci, chiosa: "Non ci sarà nessun esproprio: sono stati informati i proprietari nei cui terreni passeranno i percorsi. Laureano li incontrerà, ci sarà una riunione per decidere la migliore soluzione, ma nell'appalto non sono previsti soldi per gli espropri di nessun tipo". E chi afferma il contrario, allora? "Dice una grande fesseria", si congeda l'assessore.