Tedesco abbandona il Partito repubblicano
E s'avvicina alla maggioranza. "Il bene della città richiede collaborazione".
mercoledì 16 gennaio 2013
17.10
E cinque.
A sei mesi dalle elezioni, un altro consigliere comunale lascia il partito che lo aveva eletto e cambia casacca. Fin qui i movimenti erano stati tutti interni alla maggioranza: Giuseppe Mazzilli (già ad agosto) aveva lasciato l'Api per confluire nel gruppo misto, prima di unirsi a Maria Ariani, Francesco Santomasi e - da ultimo - Giacinto Lupoli, trasmigrati dal Fli al Centro Democratico di tabacciana ispirazione e democristiana fede. Adesso il contagio del cambiamento si spande inarrestabile anche dall'altra parte della barricata. E là dove c'era l'opposizione da oggi c'è, molto probabilmente, un uomo in meno.
Michele Tedesco ha deciso: lascia il Pri. Bruciano le critiche rivoltegli dal partito e, appena ieri, l'anatema lanciatogli dal suo segretario Giuseppe Loglisci: "O ti dimetti da consigliere, o ti espelliamo". E lui, per restare al suo posto scongiurando l'onta dell'espulsione, ha giocato d'anticipo. Abbandonando i repubblicani e avvicinandosi a piccoli passi alla coalizione che sostiene il Valente I. "Non ritengo di tradire la fiducia degli elettori - scrive l'oramai ex consigliere dell'Edera in una nota protocollata in mattinata in Comune - nel sostenere l'attuale maggioranza su provvedimenti che vanno nell'interesse unico ed esclusivo della comunità e non riesco a comprendere come il mio partito non si senta rappresentato da un consigliere che si impegna per il bene della città". Il riferimento corre alla seduta consiliare di fine dicembre, quando di fronte ad una maggioranza azzoppata dai critici casalinghi, Tedesco (e con lui un altro esponente di minoranza, Salvatore Debenedictis) scelsero di non uscire dall'aula insieme ai colleghi di opposizione, così garantendo il permanere del numero legale e l'approvazione di punti delicati, tra i quali quello relativo alla riqualificazione dell'area mercatale di via Genova. "Il mio voto, in quella occasione", rivendica orgoglioso Tedesco, "ha rappresentato un gesto di grande responsabilità, per cui non ritengo di dover lasciare la carica di consigliere, perchè solo in tal caso tradirei la fiducia degli elettori". Quindi, una risposta per le rime a Loglisci: "Leggendo le dichiarazioni del segretario del Pri, mi sento offeso da un modo di fare politica che non mi appartiene. Fare opposizione senza tenere conto di quelle che sono le reali responsabilità che la politica ha in un periodo storico difficile come quello che Gravina sta attraversando è da irresponsabili. Ad oggi ho avuto modo di toccare con mano le difficoltà di chi non riesce ad arrivare a fine mese o di chi semplicemente chiede una città più vivibile o maggiori servizi".
Ragionamento che sfocia in una decisione che già da giorni sembrava inevitabile: "Sono sempre più convinto - chiosa il consigliere gravinese - che la strada della collaborazione, seppure critica, sia la strada maestra per sollevare le sorti della nostra città. La mera opposizione fine a se stessa, o persino la raccolta delle firme presso un notaio, paventata nei giorni scorsi, sono la tomba della buona politica, e forse anche della rinascita di Gravina. Per cui, viste le visioni decisamente contrapposte, mi vedo costretto ad abbandonare il Partito repubblicano".
Michele Tedesco confluisce nel gruppo misto. Per il momento. Poi si vedrà.
A sei mesi dalle elezioni, un altro consigliere comunale lascia il partito che lo aveva eletto e cambia casacca. Fin qui i movimenti erano stati tutti interni alla maggioranza: Giuseppe Mazzilli (già ad agosto) aveva lasciato l'Api per confluire nel gruppo misto, prima di unirsi a Maria Ariani, Francesco Santomasi e - da ultimo - Giacinto Lupoli, trasmigrati dal Fli al Centro Democratico di tabacciana ispirazione e democristiana fede. Adesso il contagio del cambiamento si spande inarrestabile anche dall'altra parte della barricata. E là dove c'era l'opposizione da oggi c'è, molto probabilmente, un uomo in meno.
Michele Tedesco ha deciso: lascia il Pri. Bruciano le critiche rivoltegli dal partito e, appena ieri, l'anatema lanciatogli dal suo segretario Giuseppe Loglisci: "O ti dimetti da consigliere, o ti espelliamo". E lui, per restare al suo posto scongiurando l'onta dell'espulsione, ha giocato d'anticipo. Abbandonando i repubblicani e avvicinandosi a piccoli passi alla coalizione che sostiene il Valente I. "Non ritengo di tradire la fiducia degli elettori - scrive l'oramai ex consigliere dell'Edera in una nota protocollata in mattinata in Comune - nel sostenere l'attuale maggioranza su provvedimenti che vanno nell'interesse unico ed esclusivo della comunità e non riesco a comprendere come il mio partito non si senta rappresentato da un consigliere che si impegna per il bene della città". Il riferimento corre alla seduta consiliare di fine dicembre, quando di fronte ad una maggioranza azzoppata dai critici casalinghi, Tedesco (e con lui un altro esponente di minoranza, Salvatore Debenedictis) scelsero di non uscire dall'aula insieme ai colleghi di opposizione, così garantendo il permanere del numero legale e l'approvazione di punti delicati, tra i quali quello relativo alla riqualificazione dell'area mercatale di via Genova. "Il mio voto, in quella occasione", rivendica orgoglioso Tedesco, "ha rappresentato un gesto di grande responsabilità, per cui non ritengo di dover lasciare la carica di consigliere, perchè solo in tal caso tradirei la fiducia degli elettori". Quindi, una risposta per le rime a Loglisci: "Leggendo le dichiarazioni del segretario del Pri, mi sento offeso da un modo di fare politica che non mi appartiene. Fare opposizione senza tenere conto di quelle che sono le reali responsabilità che la politica ha in un periodo storico difficile come quello che Gravina sta attraversando è da irresponsabili. Ad oggi ho avuto modo di toccare con mano le difficoltà di chi non riesce ad arrivare a fine mese o di chi semplicemente chiede una città più vivibile o maggiori servizi".
Ragionamento che sfocia in una decisione che già da giorni sembrava inevitabile: "Sono sempre più convinto - chiosa il consigliere gravinese - che la strada della collaborazione, seppure critica, sia la strada maestra per sollevare le sorti della nostra città. La mera opposizione fine a se stessa, o persino la raccolta delle firme presso un notaio, paventata nei giorni scorsi, sono la tomba della buona politica, e forse anche della rinascita di Gravina. Per cui, viste le visioni decisamente contrapposte, mi vedo costretto ad abbandonare il Partito repubblicano".
Michele Tedesco confluisce nel gruppo misto. Per il momento. Poi si vedrà.