Tre giorni nella Grotta di "Faraulla" per esplorare la zona più profonda dell'inghiottitoio
Gli speleologi della Federazione Pugliese scoprono un quarto fondo e piccole prosecuzioni. Fra i partecipanti, alcune donne
martedì 12 luglio 2011
Sono rimasti tre giorni nella grotta di "Faraualla", in territorio di Gravina. Gli speleologi della Federazione Pugliese hanno percorso l'inghiottitoio fino alla sua parte terminale per poter esplorare cavità, cunicoli e ambienti ancora sconosciuti. A partire da giovedì sera e fino a ieri uomini e donne appassionati di speleologia e con il gusto per l'avventura hanno attraversato le viscere della terra per arrivare nella zona più profonda della grotta. «Un percorso che richiede non solo molto materiale speleologico, ma anche tanto tempo dal momento che fino a giovedì la parte terminale dell'inghiottitoio era stata esplorata solo per alcune ore», spiega Vincenzo Martimucci, presidente della Federazione Speleologica Pugliese. Non sono mancate le difficoltà, anche perché alcune cavità risultavano invase da grosse quantità di fango e detriti. Nelle grotta, infatti, confluiscono la maggior parte delle acque della Murgia.
Per poter esplorare la zona più profonda dell'inghiottitoio, gli speleologi hanno deciso di dormire e di mangiare in grotta. Sono partiti in quattro, ma fra sabato e domenica erano circa una ventina. Alcuni hanno dato un supporto logistico, rifornendo di acqua, cibo e materiale chi, invece, erano nel cuore della terra. Risale a qualche mese fa la scoperta di una zona nuova della grotta. Gli speleologi parlano di prosecuzioni della cavità. Ma tutto è ancora da esplorare.
Oltre a piccole prosecuzioni, è stato scoperto anche un ulteriore quarto fondo alto 15 metri e largo circa 8. «A circa 10-15 metri di altezza dal pavimento di questo quarto fondo si intravedono degli ingressi che non abbiamo ancora raggiunto, ma che esploreremo», spiega Gianluca Selleri del Gruppo Speleologico Leccese Ndronico.
Fra i gruppi che hanno partecipato a quest'ultima avventura - una sorta di record, dal momento che si tratta di una delle esplorazioni più lunghe in Puglia, considerando i tempi di permanenza in grotta - il Centro Altamurano Ricerche Speleologiche (Cars), il Gruppo Speleologico Leccese Ndronico, il Gruppo Grotte di Grottaglie, il Gruppo Speleologico Ruvese e alcuni speleologi del Gargano. Anche sei donne si sono calate nell'inghiottitoio, tre del Cars, due del gruppo Ndronico ed una del gruppo ruvese. «E, per la prima volta nella storia di Faraulla - sottolinea Martimucci - è sceso in grotta anche un gravinese, precisamente una donna».
Per poter esplorare la zona più profonda dell'inghiottitoio, gli speleologi hanno deciso di dormire e di mangiare in grotta. Sono partiti in quattro, ma fra sabato e domenica erano circa una ventina. Alcuni hanno dato un supporto logistico, rifornendo di acqua, cibo e materiale chi, invece, erano nel cuore della terra. Risale a qualche mese fa la scoperta di una zona nuova della grotta. Gli speleologi parlano di prosecuzioni della cavità. Ma tutto è ancora da esplorare.
Oltre a piccole prosecuzioni, è stato scoperto anche un ulteriore quarto fondo alto 15 metri e largo circa 8. «A circa 10-15 metri di altezza dal pavimento di questo quarto fondo si intravedono degli ingressi che non abbiamo ancora raggiunto, ma che esploreremo», spiega Gianluca Selleri del Gruppo Speleologico Leccese Ndronico.
Fra i gruppi che hanno partecipato a quest'ultima avventura - una sorta di record, dal momento che si tratta di una delle esplorazioni più lunghe in Puglia, considerando i tempi di permanenza in grotta - il Centro Altamurano Ricerche Speleologiche (Cars), il Gruppo Speleologico Leccese Ndronico, il Gruppo Grotte di Grottaglie, il Gruppo Speleologico Ruvese e alcuni speleologi del Gargano. Anche sei donne si sono calate nell'inghiottitoio, tre del Cars, due del gruppo Ndronico ed una del gruppo ruvese. «E, per la prima volta nella storia di Faraulla - sottolinea Martimucci - è sceso in grotta anche un gravinese, precisamente una donna».