Tumori in crescita tra Gravina e Altamura
Gli studiosi divisi sulle cause
venerdì 28 ottobre 2011
16.30
Un solo dato è certo: tra Gravina ed Altamura si muore sempre più spesso di tumori. Lo sanno tutti, da tempo, ufficialmente. Nessuno, però, s'è mai mosso. Lasciando cadere nel vuoto i sempre più allarmati ed allarmanti appelli di qualche coraggioso medico di famiglia. A contatto quotidiano col territorio e dunque capace di tastarne il polso e scrutarne le ferite.
L'Alta Murgia è un comprensorio in cui i tassi di ospedalizzazione di pazienti affetti da patologie neoplastiche è notevolmente superiore rispetto alla media regionale. Lo attestano i risultati di una serie di ricerche che, negli ultimi anni, hanno coinvolto l'Università di Bari, l'Osservatorio epidemiologico della Regione Puglia, l'Agenzia regionale di prevenzione e protezione ambientale. Spulciando negli archivi sanitari, i ricercatori hanno svolto accertamenti sull'andamento della mortalità per tutte le cause di tumore e per specifiche patologie (tumore ai polmoni, alla vescica, all'apparato emolinfopoietico).
Inquietante il risultato: tra il 1993 ed il 2001 (il periodo preso in considerazione sulla scorta delle statistiche disponibili) si sarebbe verificato, a Gravina ma ancor più ad Altamura, un aumento dei decessi per leucemia notevolmente superiore a quello della media regionale. A farne le spese soprattutto gli ultracinquantenni.
Per cercare di individuare le cause del fenomeno, le ricerche hanno messo nel mirino i campi elettromagnetici, indagando in particolare, nel corso del primo decennio del secondo millennio, il ruolo dei campi elettromagnetici. Il piano di monitoraggio è stato disegnato in modo da ottenere misure in prossimità di sorgenti con presenza nelle vicinanze di casi di leucemia come a distanza da essi. Tutti i dati acquisiti avrebbero però consentito di escludere un'associazione diretta tra la presenza di impianti elettromagnetici (su tutti le antenne di telefonia mobile) ed il diffondersi della patologia.
A Gravina, ad esempio, le rilevazioni effettuate periodicamente dalla stessa Arpa in diversi punti della città (nei pressi del Comune, delle scuole elementari di corso Moro, della scuola materna "Santa Teresa" e di via Guardialto) avrebbero escluso, anche di recente, emissioni di onde elettromagnetiche al di sopra dei limiti di legge. Risultato identico ad Altamura, dove i controlli sono stati svolti (e continuano ad essere svolti), tra l'altro, nelle vicinanze dell'ospedale, in via Palestro, in via Bresso, su corso Umberto I, in via dei Mille, in via Diaz, nella zona del Municipio, in via Selva, in via Pacciarella, in via Bresso, in via Montanara, in via Palestro, in via Foscolo.
Quali, allora, le cause del pure accertato incremento di decessi da leucemia?
"Non è possibile giungere ad una conclusione definitiva", scrivono gli esperti.
"Difendiamoci dalle antenne e dall'inquinamento", esortava invece appena qualche settimana addietro il medico gravinese Salvatore Di Noia, affidando alla stampa il racconto della sua esperienza professionale: "Da componente medico di commissioni di invalidi civili, ho avuto modo di constatare una netta prevalenza, nel territorio murgiano, di forme tumorali in astratto riconducibili a fonti di inquinamento ambientale quali le discariche abusive contenenti inquinanti diversamente pericolosi e tante sostanze pericolose che penetrando nel sottosuolo inquinano la falda acquifera".
Una segnalazione troppo presto dimenticata e relegata negli archivi polverosi dell'oblio, in cui giacciono da anni gli esiti delle ricerche che denunciano l'inspiegato incremento dell'incidenza delle patologie tumorali tra Gravina ed Altamura.
Per saperne scientificamente di più, ed evitare ingiustificati allarmismi oltre che il diffondersi di legittime ansie e preoccupazioni, servirebbe uno studio epidemiologico. Ma i soldi non ci sono, e sugli altipiani murgiani si continua a morire senza sapere neppure il perché.
L'Alta Murgia è un comprensorio in cui i tassi di ospedalizzazione di pazienti affetti da patologie neoplastiche è notevolmente superiore rispetto alla media regionale. Lo attestano i risultati di una serie di ricerche che, negli ultimi anni, hanno coinvolto l'Università di Bari, l'Osservatorio epidemiologico della Regione Puglia, l'Agenzia regionale di prevenzione e protezione ambientale. Spulciando negli archivi sanitari, i ricercatori hanno svolto accertamenti sull'andamento della mortalità per tutte le cause di tumore e per specifiche patologie (tumore ai polmoni, alla vescica, all'apparato emolinfopoietico).
Inquietante il risultato: tra il 1993 ed il 2001 (il periodo preso in considerazione sulla scorta delle statistiche disponibili) si sarebbe verificato, a Gravina ma ancor più ad Altamura, un aumento dei decessi per leucemia notevolmente superiore a quello della media regionale. A farne le spese soprattutto gli ultracinquantenni.
Per cercare di individuare le cause del fenomeno, le ricerche hanno messo nel mirino i campi elettromagnetici, indagando in particolare, nel corso del primo decennio del secondo millennio, il ruolo dei campi elettromagnetici. Il piano di monitoraggio è stato disegnato in modo da ottenere misure in prossimità di sorgenti con presenza nelle vicinanze di casi di leucemia come a distanza da essi. Tutti i dati acquisiti avrebbero però consentito di escludere un'associazione diretta tra la presenza di impianti elettromagnetici (su tutti le antenne di telefonia mobile) ed il diffondersi della patologia.
A Gravina, ad esempio, le rilevazioni effettuate periodicamente dalla stessa Arpa in diversi punti della città (nei pressi del Comune, delle scuole elementari di corso Moro, della scuola materna "Santa Teresa" e di via Guardialto) avrebbero escluso, anche di recente, emissioni di onde elettromagnetiche al di sopra dei limiti di legge. Risultato identico ad Altamura, dove i controlli sono stati svolti (e continuano ad essere svolti), tra l'altro, nelle vicinanze dell'ospedale, in via Palestro, in via Bresso, su corso Umberto I, in via dei Mille, in via Diaz, nella zona del Municipio, in via Selva, in via Pacciarella, in via Bresso, in via Montanara, in via Palestro, in via Foscolo.
Quali, allora, le cause del pure accertato incremento di decessi da leucemia?
"Non è possibile giungere ad una conclusione definitiva", scrivono gli esperti.
"Difendiamoci dalle antenne e dall'inquinamento", esortava invece appena qualche settimana addietro il medico gravinese Salvatore Di Noia, affidando alla stampa il racconto della sua esperienza professionale: "Da componente medico di commissioni di invalidi civili, ho avuto modo di constatare una netta prevalenza, nel territorio murgiano, di forme tumorali in astratto riconducibili a fonti di inquinamento ambientale quali le discariche abusive contenenti inquinanti diversamente pericolosi e tante sostanze pericolose che penetrando nel sottosuolo inquinano la falda acquifera".
Una segnalazione troppo presto dimenticata e relegata negli archivi polverosi dell'oblio, in cui giacciono da anni gli esiti delle ricerche che denunciano l'inspiegato incremento dell'incidenza delle patologie tumorali tra Gravina ed Altamura.
Per saperne scientificamente di più, ed evitare ingiustificati allarmismi oltre che il diffondersi di legittime ansie e preoccupazioni, servirebbe uno studio epidemiologico. Ma i soldi non ci sono, e sugli altipiani murgiani si continua a morire senza sapere neppure il perché.