"Ufficio del giudice di pace, pronti alla protesta contro la chiusura"
L'intervento di Articolo Uno
martedì 4 giugno 2019
Chiuderà l'ufficio del Giudice di Pace a Gravina? La domanda è di Articolo Uno che punta il dito sull'amministrazione Valente. Di seguito il comunicato dell'associazione politica
Mentre si avvicina la data in cui entrerà in vigore il Decreto Orlando (che prevede un ampliamento delle competenze degli Uffici del Giudice di Pace, fino ad assorbire il 70% circa del carico dei Tribunali), Gravina si appresta a perdere il proprio presidio di legalità.
Con una formale richiesta, indirizzata al Ministero della Giustizia (prot. 3739 del 20/5/2019), il Presidente del Tribunale di Bari ha domandato la chiusura immediata dell'Ufficio del Giudice di Pace di Gravina, addebitando alla Amministrazione Comunale la mancanza di interesse a garantirne il mantenimento.
Nel corso degli anni e dei mesi passati, più volte il Sindaco aveva risposto alle sollecitazioni istituzionali, promettendo di dotare l'Ufficio di un numero di dipendenti che garantisse l'efficienza del "servizio giustizia".
Quelle promesse sono rimaste tali, non avendo trovato nei fatti e nei comportamenti successivi alcuna risposta. Ove considerassimo la qualifica professionale del Presidente del Consiglio Comunale (che sul punto avrebbe perlomeno dovuto convocare una Assemblea monotematica), nonché la circostanza secondo cui la Giunta Comunale si compone di ben tre avvocati e in Consiglio Comunale siedono altri quattro procuratori legali, appare bizzarro come nessuno abbia avvertito la necessità di concedere massima attenzione alle problematiche dell'Ufficio di via Tripoli.
L'eccessivo carico di lavoro dovuto anche alla carenza di personale avrebbe dovuto indurre la Pubblica Amministrazione a rispettare le promesse e gli impegni assunti sin dal lontano 2012 (allorquando domandò al Ministero di poter mantenere l'Ufficio, facendosi carico del personale da impiegare al suo interno).
La annunciata chiusura ha il sapore della beffa, non solo per gli operatori della Giustizia, ma anche e soprattutto per la Comunità Gravinese e per i cittadini tutti, che sarebbero costretti a raggiungere Bari (o, probabilmente, Altamura), per partecipare alle udienze (in qualità di parti, di consulenti o di testimoni): il tutto con un notevole ed ingiustificato aggravio di costi.
La semplice comunicazione – a firma del Sindaco e del Segretario Generale – con cui si domanda di "soprassedere alla chiusura dell'Ufficio", in considerazione dell'assunzione in comando di un dipendente, a partire dal prossimo 17 giugno, appare insufficiente a bloccare l'iter avviato dal Presidente del Tribunale di Bari e innescato presso il Ministero di Giustizia. Ed allora cosa fare?
Noi di Art. 1 Gravina siamo pronti a condurre una battaglia che impedisca la chiusura dell'Ufficio, magari al fianco delle categorie di rappresentanza degli operatori del settore Giustizia (che per la verità, a riguardo, sono rimaste inspiegabilmente silenti).
Domandiamo immediati e precisi interventi da parte dell'Amministrazione e del Sindaco, affinché presso l'Ufficio del Giudice di Pace di Gravina siano destinate tutte le unità lavorative necessarie per proseguire regolarmente nell'attività giudiziaria; domandiamo (ove mai non vi fosse la volontà di celebrare un Consiglio Comunale monotematico) che la questione sia inserita all'ordine del giorno del prossimo Consiglio Comunale, affinché tale Organo di Rappresentanza adotti un articolato documento da inviare al Ministero di Giustizia, al fine di scongiurare la chiusura dell'ultimo presidio di legalità, presso la nostra città.
Mentre si avvicina la data in cui entrerà in vigore il Decreto Orlando (che prevede un ampliamento delle competenze degli Uffici del Giudice di Pace, fino ad assorbire il 70% circa del carico dei Tribunali), Gravina si appresta a perdere il proprio presidio di legalità.
Con una formale richiesta, indirizzata al Ministero della Giustizia (prot. 3739 del 20/5/2019), il Presidente del Tribunale di Bari ha domandato la chiusura immediata dell'Ufficio del Giudice di Pace di Gravina, addebitando alla Amministrazione Comunale la mancanza di interesse a garantirne il mantenimento.
Nel corso degli anni e dei mesi passati, più volte il Sindaco aveva risposto alle sollecitazioni istituzionali, promettendo di dotare l'Ufficio di un numero di dipendenti che garantisse l'efficienza del "servizio giustizia".
Quelle promesse sono rimaste tali, non avendo trovato nei fatti e nei comportamenti successivi alcuna risposta. Ove considerassimo la qualifica professionale del Presidente del Consiglio Comunale (che sul punto avrebbe perlomeno dovuto convocare una Assemblea monotematica), nonché la circostanza secondo cui la Giunta Comunale si compone di ben tre avvocati e in Consiglio Comunale siedono altri quattro procuratori legali, appare bizzarro come nessuno abbia avvertito la necessità di concedere massima attenzione alle problematiche dell'Ufficio di via Tripoli.
L'eccessivo carico di lavoro dovuto anche alla carenza di personale avrebbe dovuto indurre la Pubblica Amministrazione a rispettare le promesse e gli impegni assunti sin dal lontano 2012 (allorquando domandò al Ministero di poter mantenere l'Ufficio, facendosi carico del personale da impiegare al suo interno).
La annunciata chiusura ha il sapore della beffa, non solo per gli operatori della Giustizia, ma anche e soprattutto per la Comunità Gravinese e per i cittadini tutti, che sarebbero costretti a raggiungere Bari (o, probabilmente, Altamura), per partecipare alle udienze (in qualità di parti, di consulenti o di testimoni): il tutto con un notevole ed ingiustificato aggravio di costi.
La semplice comunicazione – a firma del Sindaco e del Segretario Generale – con cui si domanda di "soprassedere alla chiusura dell'Ufficio", in considerazione dell'assunzione in comando di un dipendente, a partire dal prossimo 17 giugno, appare insufficiente a bloccare l'iter avviato dal Presidente del Tribunale di Bari e innescato presso il Ministero di Giustizia. Ed allora cosa fare?
Noi di Art. 1 Gravina siamo pronti a condurre una battaglia che impedisca la chiusura dell'Ufficio, magari al fianco delle categorie di rappresentanza degli operatori del settore Giustizia (che per la verità, a riguardo, sono rimaste inspiegabilmente silenti).
Domandiamo immediati e precisi interventi da parte dell'Amministrazione e del Sindaco, affinché presso l'Ufficio del Giudice di Pace di Gravina siano destinate tutte le unità lavorative necessarie per proseguire regolarmente nell'attività giudiziaria; domandiamo (ove mai non vi fosse la volontà di celebrare un Consiglio Comunale monotematico) che la questione sia inserita all'ordine del giorno del prossimo Consiglio Comunale, affinché tale Organo di Rappresentanza adotti un articolato documento da inviare al Ministero di Giustizia, al fine di scongiurare la chiusura dell'ultimo presidio di legalità, presso la nostra città.