Un brano sulla triste vicenda di Ciccio e Tore
L’autore è un insegnante di religione di Capurso. Il pezzo è un "memoriale" sul dramma dei due fratellini
martedì 7 settembre 2010
Un brano musicale per "eternare" la triste vicenda degli "angeli di Gravina", i fratellini Ciccio e Tore Pappalardi, scomparsi nell'estate del 2006 e ritrovati senza vita un anno e mezzo dopo nel "casolare delle cento stanze" di via Consolazione. L'iniziativa è di un insegnante di religione cattolica, in servizio a Bari, prof. Antonio Carbonara, originario di Capurso, con un'esperienza pluriennale di cantante e musicista di piano bar. Carbonara è anche cantautore e compositore di canzoni, alcune delle quali hanno ricevuto un positivo riscontro anche grazie ad una partecipazione, nel maggio scorso, in un programma condotto dalla nota conduttrice Ramona Dell'Abate.
Il brano sui due bambini gravinesi è di recente composizione ed è posto all'attenzione dei genitori di Ciccio e Tore, degli avvocati, del Sindaco di Gravina Divella e del vescovo della diocesi Gravina-Altamura-Acquaviva delle Fonti Paciello.
Si tratta di una testimonianza d'amore, nel ricordo di un tragico evento che ha segnato l'Italia intera e la città di Gravina in particolare. "Un dramma inumano – ci rivela l'autore del brano – se pensiamo a quei bambini soli nel pozzo, incamminati verso un sonno eterno. Come autore, ritenendo di dover rappresentare tutti coloro che hanno emotivamente condiviso la triste storia, ho pensato ad uno scenario diverso".
"Ho preso la mia chitarra – prosegue il prof. Carbonara – e, ispirato dalla visione di un programma televisivo in cui si parlava di bimbi, ho improvvisato una nenia, una ninna nanna di quelle che i genitori cantano ai loro figli prima di addormentarsi. Una voce che addormenta una vita che è ormai spenta, paradossalmente le due vite accomunate dallo stesso atroce destino. Una voce alla quale non ho dato una identità, lasciando a chiunque la possibilità di darne forma".
Gli eventi descritti nel brano, come una sorta di sequenza didascalica, entrano anche nel dolore dei genitori, spesso velocemente additati. Non manca un'apertura verso un futuro di luce, nel ricordo del sorriso indelebile di quei bimbi. Il brano, pungente a tratti, vuole essere nelle intenzioni dell'autore un "memoriale di quella storia, di ciò che è accaduto".
Il pezzo è stato regolarmente depositato in Siae dall'autore.
Il brano sui due bambini gravinesi è di recente composizione ed è posto all'attenzione dei genitori di Ciccio e Tore, degli avvocati, del Sindaco di Gravina Divella e del vescovo della diocesi Gravina-Altamura-Acquaviva delle Fonti Paciello.
Si tratta di una testimonianza d'amore, nel ricordo di un tragico evento che ha segnato l'Italia intera e la città di Gravina in particolare. "Un dramma inumano – ci rivela l'autore del brano – se pensiamo a quei bambini soli nel pozzo, incamminati verso un sonno eterno. Come autore, ritenendo di dover rappresentare tutti coloro che hanno emotivamente condiviso la triste storia, ho pensato ad uno scenario diverso".
"Ho preso la mia chitarra – prosegue il prof. Carbonara – e, ispirato dalla visione di un programma televisivo in cui si parlava di bimbi, ho improvvisato una nenia, una ninna nanna di quelle che i genitori cantano ai loro figli prima di addormentarsi. Una voce che addormenta una vita che è ormai spenta, paradossalmente le due vite accomunate dallo stesso atroce destino. Una voce alla quale non ho dato una identità, lasciando a chiunque la possibilità di darne forma".
Gli eventi descritti nel brano, come una sorta di sequenza didascalica, entrano anche nel dolore dei genitori, spesso velocemente additati. Non manca un'apertura verso un futuro di luce, nel ricordo del sorriso indelebile di quei bimbi. Il brano, pungente a tratti, vuole essere nelle intenzioni dell'autore un "memoriale di quella storia, di ciò che è accaduto".
Il pezzo è stato regolarmente depositato in Siae dall'autore.