Un concorso letterario in memoria di don Angelo Casino
L'iniziativa promossa dall'associazione Gravina 17-20
martedì 17 aprile 2018
11.59
Un concorso letterario dedicato alla memoria di Don Angelo Casino, lo storico parroco della parrocchia Madonna delle Grazie a cui tanti meriti la comunità gravinese deve riconoscere.
Questa l'iniziativa promossa dall'associazione Gravina 2017- 19 in collaborazione con la famiglia Casino, e con la disponibilità del Comune, della Fondazione Santomasi, del Consorzio Turistico Gravinese, della comunità parrocchiale Madonna delle Grazie.
L'iniziativa si sintetizza in un concorso artistico-letterario in memoria di don Angelo e resa possibile grazie alla collaborazione di altre due associazioni culturali, rispettivamente di Matera e Altamura che hanno condiviso il progetto gravinese.
L'obiettivo, sintetizzato dal presidente Michele Laddaga, è quello di ricordare il grande impegno del parroco scomparso nel 2013 che per molti gravinesi è stato "un eccellente maestro, un esemplare servitore della chiesa, un attento osservatore della storia e un acuto premonitore e precursore".
A lui vanno attribuite tante scoperte di storia locale, capace come era di ricostruire vicende e raccontare la bellezza dei nostri monumenti.
E non è tutto.
A don Angelo vanno attribuite "le grandi intuizioni avute nella sua attività pastorale, a capo della comunità della Madonna delle Grazie; è stato il primo sacerdote a istituire i campi estivi per i bambini prima e per i giovani subito dopo e quindi le colonie estive, l'asilo per l'infanzia. Che dire del primo campetto parrocchiale della città!, dei tornei estivi, unici allora, le gare di atletica per le vie della città; il tutto attraverso il circolo culturale Aquila, fonte di innumerevoli iniziative, come la sfilata dei carri allegorici carnevaleschi. Le iniziative di carattere religioso si snodavano lungo i due momenti che caratterizzano l'anno liturgico: la natività di Gesù, con il presepio vivente e la risurrezione, con la rappresentazione della passione di Cristo; e qui va sottolineata la grande intuizione di far rivivere questi momenti immersi nelle bellezze paesaggistiche di Gravina. Negli anni ottanta sollecitò gli amministratori del tempo per riportare in auge la fiera san Giorgio che fu trasferita nell'allocazione attuale, come smontò la nefasta tradizione che vedeva la statua di san Michele un tutt'uno con la struttura della cattedrale e quindi inamovibile pena una catastrofe; per smentire ciò, su sua indicazione e con il volere e il consenso di monsignor Isgrò, per la prima ed unica volta, la statua fu portata in processione. La riscoperta della centralità Mariana nella comunità diocesana con la valorizzazione della chiesa Madonna delle Grazie; la rielaborazione storica della secolare venerazione di Maria da parte del popolo gravinese, memore della "fiumana di popolo che si riversava nella piccola cappella intitolata alla Madonna della Grazia, in occasione della sua festa".
Un sacerdote, uno studioso che ha animato per oltre 50 anni la storia culturale della nostra città come sapientemente ricordato dal presidente Laddaga, suo grande amico, e che ora la città di Gravina ha l'obbligo di riscoprire per tutelare l'immenso lavoro svolto da don Angelo, per ringraziare l'uomo e soprattutto per mettere la sua opera a disposizione di una comunità che non sempre si mostra grata nei confronti dei suoi figli migliori,.
Questa l'iniziativa promossa dall'associazione Gravina 2017- 19 in collaborazione con la famiglia Casino, e con la disponibilità del Comune, della Fondazione Santomasi, del Consorzio Turistico Gravinese, della comunità parrocchiale Madonna delle Grazie.
L'iniziativa si sintetizza in un concorso artistico-letterario in memoria di don Angelo e resa possibile grazie alla collaborazione di altre due associazioni culturali, rispettivamente di Matera e Altamura che hanno condiviso il progetto gravinese.
L'obiettivo, sintetizzato dal presidente Michele Laddaga, è quello di ricordare il grande impegno del parroco scomparso nel 2013 che per molti gravinesi è stato "un eccellente maestro, un esemplare servitore della chiesa, un attento osservatore della storia e un acuto premonitore e precursore".
A lui vanno attribuite tante scoperte di storia locale, capace come era di ricostruire vicende e raccontare la bellezza dei nostri monumenti.
E non è tutto.
A don Angelo vanno attribuite "le grandi intuizioni avute nella sua attività pastorale, a capo della comunità della Madonna delle Grazie; è stato il primo sacerdote a istituire i campi estivi per i bambini prima e per i giovani subito dopo e quindi le colonie estive, l'asilo per l'infanzia. Che dire del primo campetto parrocchiale della città!, dei tornei estivi, unici allora, le gare di atletica per le vie della città; il tutto attraverso il circolo culturale Aquila, fonte di innumerevoli iniziative, come la sfilata dei carri allegorici carnevaleschi. Le iniziative di carattere religioso si snodavano lungo i due momenti che caratterizzano l'anno liturgico: la natività di Gesù, con il presepio vivente e la risurrezione, con la rappresentazione della passione di Cristo; e qui va sottolineata la grande intuizione di far rivivere questi momenti immersi nelle bellezze paesaggistiche di Gravina. Negli anni ottanta sollecitò gli amministratori del tempo per riportare in auge la fiera san Giorgio che fu trasferita nell'allocazione attuale, come smontò la nefasta tradizione che vedeva la statua di san Michele un tutt'uno con la struttura della cattedrale e quindi inamovibile pena una catastrofe; per smentire ciò, su sua indicazione e con il volere e il consenso di monsignor Isgrò, per la prima ed unica volta, la statua fu portata in processione. La riscoperta della centralità Mariana nella comunità diocesana con la valorizzazione della chiesa Madonna delle Grazie; la rielaborazione storica della secolare venerazione di Maria da parte del popolo gravinese, memore della "fiumana di popolo che si riversava nella piccola cappella intitolata alla Madonna della Grazia, in occasione della sua festa".
Un sacerdote, uno studioso che ha animato per oltre 50 anni la storia culturale della nostra città come sapientemente ricordato dal presidente Laddaga, suo grande amico, e che ora la città di Gravina ha l'obbligo di riscoprire per tutelare l'immenso lavoro svolto da don Angelo, per ringraziare l'uomo e soprattutto per mettere la sua opera a disposizione di una comunità che non sempre si mostra grata nei confronti dei suoi figli migliori,.