Un corso di antiaggressione per le donne

L’idea è dell’associazione “Karate Gravina”. Le allieve impareranno a sviluppare una mentalità difensiva

venerdì 8 ottobre 2010
Ben dieci milioni di donne in Italia hanno subito varie forme di violenza. Molestie, pedinamenti, aggressioni che poi, per 500mila italiane, si sono trasformate in stupri. Cifre allarmanti, ma inferiori a quelle reali. Nel 90% dei casi le donne non denunciano lo stupratore: forse per paura o vergogna, o ancora perché, in sette casi su dieci, è un conoscente, un amico, addirittura il marito o il fidanzato.

Da queste considerazioni e questi dati, nasce nella nostra città il primo corso di antiaggressione "Io Mi Proteggo!", con lo scopo di sviluppare una corretta mentalità difensiva, ovvero un atteggiamento mentale che renda la donna più consapevole sui rischi che può correre e quindi più sicura perché in grado di riconoscere ed evitare situazioni di pericolo e, qualora si presentassero, preparata ad affrontarle, consapevole dei mezzi di difesa a sua disposizione.

Il programma è messo a punto dall'associazione sportiva dilettantistica "Karate Gravina" e mira ad affrontare ogni aspetto della sicurezza. L'arma numero uno è quella che permette di evitare l'aggressione, ovvero la prevenzione. Verranno analizzate le varie situazioni di rischio, dati consigli su come comportarsi in auto, in treno o a piedi. Inoltre, saranno prese in considerazione pregi e difetti delle "armi occasionali" e degli strumenti difensivi che si possono avere sempre a disposizione (chiavi, spazzole, penna sfera).

Grande importanza rivestirà la sfera dei "confini personali" e il linguaggio del corpo. Si allenerà il colpo d'occhio, il riflesso istintivo e la visione periferica. L'allieva imparerà quindi a sviluppare una mentalità difensiva che porterà con sé per tutto il resto della vita.

Se, nonostante la prevenzione, il pericolo si presenterà, si passerà alla "difesa verbale". In questa fase si insegnerà alle allieve ad affrontare il confronto verbale con l'ipotetico aggressore. L'allieva impara ad assumere una "posizione di avvertimento" che, unita alla difesa verbale, può scoraggiare l'aggressore a mettere in atto le sue intenzioni.

Nel caso l'aggressore non dovesse fermarsi sarà la "difesa fisica" il passo successivo. Partendo dalla posizione in piedi, si apprendono alcuni colpi molto semplici ed efficaci portati con le mani, i gomiti e i ginocchi. L'ultimo strumento a diposizione sarà, infine, la "difesa fisica a terra".