Un nuovo incubo per il bosco difesa grande
Assalto al territorio delle energie rinnovabili: l’allarme è dell’associazione Bosco Difesa Grande
mercoledì 9 agosto 2023
Pubblichiamo di seguito il comunicato integrale che l'associazione Bosco Difesa Grande ha inviato all'amministrazione comunale di Gravina per renderla partecipe delle preoccupazioni circa l'alta concentrazione di impianti di energia rinnovabile che si intende installare nell'agro di Gravina.
"L'associazione Bosco Difesa Grande, da sempre attenta alle problematiche del nostro bosco, pone particolare attenzione alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale e la conservazione dei valori paesaggistici. Il territorio ricompreso nel SIC "Bosco Difesa Grande", dal punto di vista agrario, ambientale, geomorfologico, storico-archeologico è un ambito ben strutturato, posto a sud del nostro comprensorio, esempio tipico dell'avanfossa bradanica cerniera con la Lucania.
Come associazione siamo seriamente preoccupati perché negli ultimi tempi stiamo assistendo ad un assalto indiscriminato del territorio da parte delle società che propongono progetti di energie rinnovabili: decine di mega progetti (eolico, agrivoltaico, idroelettrico, ecc.), per centinaia di ettari collocati in varie località dell'agro gravinese, rischiano di deturpare irrimediabilmente il paesaggio e l'ambiente rurale. Progetti che spesso si accavallano tra di loro senza tenere conto degli impatti cumulativi che si potrebbero verificare. In tal senso anche il nostro Bosco Difesa Grande non è esente da questa aggressione!
Recentemente la società EDP Renewables Italia Holding s.r.l. ha presentato, con Provvedimento Unico in materia Ambientale (PNIEC-PNRR), un progetto relativo ad un impianto eolico denominato "San Domenico": il progetto prevede 6 aerogeneratori ciascuno di potenza nominale pari a 6 MW, per una potenza complessiva d'impianto di 36 MW e altezza massima, al top della pala, pari a 200 mt.
Le 6 pale dell'opera sono molto vicine al bosco Difesa Grande, un sito importantissimo dal punto di vista ambientale e che rappresenta il più grande sistema boschivo dell'entroterra barese. Le pale eoliche distano pochi metri dall'area boscata: la pala T5, ad esempio, dista meno di 200 mt in linea d'aria dal bosco e dalla strada asfaltata! (vedi immagine) L'effetto visivo di questo progetto denominato "San Domenico" sarà indubbiamente amplificato nell'impatto dalla sommatoria di altri progetti eolici in corso di valutazione ministeriale che sono stati proposti rispettivamente sulla selva (n. 6 pale eoliche) e in località Monte Marano (n. 12 pale eoliche).
Il progetto eolico si inserisce prepotentemente nel contesto ambientale del bosco e nel sistema della rete ecologica regionale, interferendo con le connessioni ecologiche terrestri e le rotte migratorie presenti nell'area. La loro presenza compromette drasticamente gli equilibri ecologici e ne frammenta ulteriormente il contesto paesaggistico rurale di quella porzione di territorio. Il loro numero, la loro prossimità al bosco, il consumo di suolo, l'impatto cumulativo con altri impianti agrivoltaici previsti (e con gli impianti fotovoltaici già presenti in loc. Zingariello), potrebbe compromettere irrimediabilmente l'aspetto paesaggistico della zona. Basti ricordare che questo impianto eolico si inserisce e addirittura si sovrappone con altri due progetti di impianti agrivoltaici: uno della società ALERION SERVIZI TECNICI E SVILUPPO S.R.L. di ben 55 ettari e l'altro della società Ambra Solare 13 S.r.l. di ben 63 ettari. Mega impianti troppo vicini ad un sito della Rete Natura 2000 e di importanza comunitaria. Ma, cosa ancor peggiore, la presenza delle pale eoliche potrebbe amplificare la vulnerabilità del bosco: in caso di rottura di una pala, o di un frammento della pala stessa, si potrebbe innescare un incendio che si estenderebbe fatalmente nell'area boscata.
Le pale T4, T5 e T6 sono prossime al bosco e il rischio è altissimo. Le pale T1, T2 e T3 sono ubicate nei pressi della Masseria Zingariello e questo non esclude un rischio di incendio per il bosco: basta solo ricordare che nel 2021 il fuoco partì proprio dal quella località e nel giro di poche ore, col forte vento, raggiunse Belmonte e l'area boscata. I danni all'avifauna potrebbero essere enormi: le pale eoliche potrebbero uccidere le specie migratorie che utilizzano il bosco come punto di passaggio durante le rotte migratorie; ma si pensi anche al nibbio reale la cui presenza al bosco è aumentata negli ultimi anni e che potrebbe impattare con le pale mentre è in volo. Inoltre il progetto eolico "San Domenico" non tiene in debita considerazione le valenze storicoarcheologiche del sito, che erano già state abbondantemente argomentate, sulla scorta delle indicazioni del Prof. Alastair M. Small, nelle osservazioni prodotte dal Comune di Gravina in Puglia nella fase di consultazione pubblica riguardante il deposito nazionale di scorie radioattive proposto da Sogin S.p.a. La società EDP Renewables Italia Holding s.r.l. non ha approfonditamente esaminato le aree archeologiche presenti nella zona di Zingariello. Il progetto è carente anche di uno studio rigoroso della viabilità antica (regi tratturi, tratturelli, antiche carraie, ecc.) tutelate dal PPTR come "Immobili e aree di notevole interesse pubblico" (art. 136 del Codice) e che distano meno di 1 km dalle pale eoliche previste in progetto.
Nelle analisi della società proponente non viene preso in giusta considerazione il sito altomedievale di Belmonte e l'interazione visiva che le pale potranno avere con il contesto paesaggistico nei dintorni del villaggio. Alla torre medievale si affiancheranno altre torri, più alte e minacciose, che andranno in netto contrasto con l'aspetto di quell'ambito rurale fatto di stratificazioni storiche che vanno dall'età bizantina sino all'alto medioevo.
L'associazione Bosco Difesa Grande esprime forte preoccupazione per il futuro che attende il nostro bosco sottoposto negli ultimi anni ad una serie di minacce antropiche come gli incendi boschivi, gli effetti del cambiamento climatico, i tagli furtivi, l'inquinamento rumoroso, il degrado delle antiche testimonianze pastorali (Jazzi), le infezioni fungine e parassitarie dell'aree percorse dal fuoco, ecc., che stanno provocando danni irreparabili al sistema forestale e, in ultimo, l'aggressione degli impianti eolici. Tutti fattori in antitesi con le direttive che la Comunità Europea ha imposto al nostro bosco attraverso l'istituzione del SIC.
Chiediamo al Sindaco, alla Giunta, all'Assessore preposto, al Consiglio Comunale di manifestare con tutti i mezzi possibili la propria contrarietà al progetto "San Domenico", un impianto eolico a dir poco "irrispettoso" della naturalità del sito. Occorre una reazione politica tempestiva e incisiva per far sentire la voce di una comunità che vuole tutelare il bosco e la sua biodiversità. Bisogna dire NO a questo progetto eolico fortemente impattante per garantire la conservazione del nostro bosco Difesa Grande, unico polmone verde del territorio! "
"L'associazione Bosco Difesa Grande, da sempre attenta alle problematiche del nostro bosco, pone particolare attenzione alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale e la conservazione dei valori paesaggistici. Il territorio ricompreso nel SIC "Bosco Difesa Grande", dal punto di vista agrario, ambientale, geomorfologico, storico-archeologico è un ambito ben strutturato, posto a sud del nostro comprensorio, esempio tipico dell'avanfossa bradanica cerniera con la Lucania.
Come associazione siamo seriamente preoccupati perché negli ultimi tempi stiamo assistendo ad un assalto indiscriminato del territorio da parte delle società che propongono progetti di energie rinnovabili: decine di mega progetti (eolico, agrivoltaico, idroelettrico, ecc.), per centinaia di ettari collocati in varie località dell'agro gravinese, rischiano di deturpare irrimediabilmente il paesaggio e l'ambiente rurale. Progetti che spesso si accavallano tra di loro senza tenere conto degli impatti cumulativi che si potrebbero verificare. In tal senso anche il nostro Bosco Difesa Grande non è esente da questa aggressione!
Recentemente la società EDP Renewables Italia Holding s.r.l. ha presentato, con Provvedimento Unico in materia Ambientale (PNIEC-PNRR), un progetto relativo ad un impianto eolico denominato "San Domenico": il progetto prevede 6 aerogeneratori ciascuno di potenza nominale pari a 6 MW, per una potenza complessiva d'impianto di 36 MW e altezza massima, al top della pala, pari a 200 mt.
Le 6 pale dell'opera sono molto vicine al bosco Difesa Grande, un sito importantissimo dal punto di vista ambientale e che rappresenta il più grande sistema boschivo dell'entroterra barese. Le pale eoliche distano pochi metri dall'area boscata: la pala T5, ad esempio, dista meno di 200 mt in linea d'aria dal bosco e dalla strada asfaltata! (vedi immagine) L'effetto visivo di questo progetto denominato "San Domenico" sarà indubbiamente amplificato nell'impatto dalla sommatoria di altri progetti eolici in corso di valutazione ministeriale che sono stati proposti rispettivamente sulla selva (n. 6 pale eoliche) e in località Monte Marano (n. 12 pale eoliche).
Il progetto eolico si inserisce prepotentemente nel contesto ambientale del bosco e nel sistema della rete ecologica regionale, interferendo con le connessioni ecologiche terrestri e le rotte migratorie presenti nell'area. La loro presenza compromette drasticamente gli equilibri ecologici e ne frammenta ulteriormente il contesto paesaggistico rurale di quella porzione di territorio. Il loro numero, la loro prossimità al bosco, il consumo di suolo, l'impatto cumulativo con altri impianti agrivoltaici previsti (e con gli impianti fotovoltaici già presenti in loc. Zingariello), potrebbe compromettere irrimediabilmente l'aspetto paesaggistico della zona. Basti ricordare che questo impianto eolico si inserisce e addirittura si sovrappone con altri due progetti di impianti agrivoltaici: uno della società ALERION SERVIZI TECNICI E SVILUPPO S.R.L. di ben 55 ettari e l'altro della società Ambra Solare 13 S.r.l. di ben 63 ettari. Mega impianti troppo vicini ad un sito della Rete Natura 2000 e di importanza comunitaria. Ma, cosa ancor peggiore, la presenza delle pale eoliche potrebbe amplificare la vulnerabilità del bosco: in caso di rottura di una pala, o di un frammento della pala stessa, si potrebbe innescare un incendio che si estenderebbe fatalmente nell'area boscata.
Le pale T4, T5 e T6 sono prossime al bosco e il rischio è altissimo. Le pale T1, T2 e T3 sono ubicate nei pressi della Masseria Zingariello e questo non esclude un rischio di incendio per il bosco: basta solo ricordare che nel 2021 il fuoco partì proprio dal quella località e nel giro di poche ore, col forte vento, raggiunse Belmonte e l'area boscata. I danni all'avifauna potrebbero essere enormi: le pale eoliche potrebbero uccidere le specie migratorie che utilizzano il bosco come punto di passaggio durante le rotte migratorie; ma si pensi anche al nibbio reale la cui presenza al bosco è aumentata negli ultimi anni e che potrebbe impattare con le pale mentre è in volo. Inoltre il progetto eolico "San Domenico" non tiene in debita considerazione le valenze storicoarcheologiche del sito, che erano già state abbondantemente argomentate, sulla scorta delle indicazioni del Prof. Alastair M. Small, nelle osservazioni prodotte dal Comune di Gravina in Puglia nella fase di consultazione pubblica riguardante il deposito nazionale di scorie radioattive proposto da Sogin S.p.a. La società EDP Renewables Italia Holding s.r.l. non ha approfonditamente esaminato le aree archeologiche presenti nella zona di Zingariello. Il progetto è carente anche di uno studio rigoroso della viabilità antica (regi tratturi, tratturelli, antiche carraie, ecc.) tutelate dal PPTR come "Immobili e aree di notevole interesse pubblico" (art. 136 del Codice) e che distano meno di 1 km dalle pale eoliche previste in progetto.
Nelle analisi della società proponente non viene preso in giusta considerazione il sito altomedievale di Belmonte e l'interazione visiva che le pale potranno avere con il contesto paesaggistico nei dintorni del villaggio. Alla torre medievale si affiancheranno altre torri, più alte e minacciose, che andranno in netto contrasto con l'aspetto di quell'ambito rurale fatto di stratificazioni storiche che vanno dall'età bizantina sino all'alto medioevo.
L'associazione Bosco Difesa Grande esprime forte preoccupazione per il futuro che attende il nostro bosco sottoposto negli ultimi anni ad una serie di minacce antropiche come gli incendi boschivi, gli effetti del cambiamento climatico, i tagli furtivi, l'inquinamento rumoroso, il degrado delle antiche testimonianze pastorali (Jazzi), le infezioni fungine e parassitarie dell'aree percorse dal fuoco, ecc., che stanno provocando danni irreparabili al sistema forestale e, in ultimo, l'aggressione degli impianti eolici. Tutti fattori in antitesi con le direttive che la Comunità Europea ha imposto al nostro bosco attraverso l'istituzione del SIC.
Chiediamo al Sindaco, alla Giunta, all'Assessore preposto, al Consiglio Comunale di manifestare con tutti i mezzi possibili la propria contrarietà al progetto "San Domenico", un impianto eolico a dir poco "irrispettoso" della naturalità del sito. Occorre una reazione politica tempestiva e incisiva per far sentire la voce di una comunità che vuole tutelare il bosco e la sua biodiversità. Bisogna dire NO a questo progetto eolico fortemente impattante per garantire la conservazione del nostro bosco Difesa Grande, unico polmone verde del territorio! "