Una mostra da amare
Gravina vista con gli occhi di Piero Amendolara. Un percorso suggestivo tra le arcate del ponte acquedotto.
giovedì 13 dicembre 2012
17.40
Paesaggi conosciuti e monumenti che sono diventati la nostra carta di identità. Angoli nascosti che solo un occhio attento sa scorgere. Stagioni, colori e momenti di vita rubata.
Questo e molto altro è la mostra fotografica "Gravina: la città che ami…amo", di Piero Amendolara, allestita nella chiesa del Purgatorio lungo una suggestiva ricostruzione in legno del ponte acquedotto. Un percorso che parte dalle fotografie del costone della Gravina, in pratica dalle nostre origini tra grotte e torrente, per risalire lungo il piaggio immortalando le chiese rupestri, gli angoli più suggestivi del cuore antico, magari ripresi all'imbrunire. E poi il castello di Federico II e la statua del santo patrono.
Immagini fondamentali per la nostra cultura che solo l'arte di Piero Amendolara han reso immagini uniche ed emozionanti. "In questo incantesimo Piero, figlio adottivo di Gravina, ha saputo fissare con genuinità ingenuità il suo amore per questa sua seconda patria, esaltandone la storia, la natura e le passioni di gente comune e semplice", scrive nel libretto di presentazione della mostra Giovanni Pacella, direttore del Museo di arte sacra.
Un percorso emozionante visto con gli occhi di chi ha saputo innamorarsi di questa terra. Un buon inizio per tutti coloro che fino ad ora non ne sono stati capaci.
Questo e molto altro è la mostra fotografica "Gravina: la città che ami…amo", di Piero Amendolara, allestita nella chiesa del Purgatorio lungo una suggestiva ricostruzione in legno del ponte acquedotto. Un percorso che parte dalle fotografie del costone della Gravina, in pratica dalle nostre origini tra grotte e torrente, per risalire lungo il piaggio immortalando le chiese rupestri, gli angoli più suggestivi del cuore antico, magari ripresi all'imbrunire. E poi il castello di Federico II e la statua del santo patrono.
Immagini fondamentali per la nostra cultura che solo l'arte di Piero Amendolara han reso immagini uniche ed emozionanti. "In questo incantesimo Piero, figlio adottivo di Gravina, ha saputo fissare con genuinità ingenuità il suo amore per questa sua seconda patria, esaltandone la storia, la natura e le passioni di gente comune e semplice", scrive nel libretto di presentazione della mostra Giovanni Pacella, direttore del Museo di arte sacra.
Un percorso emozionante visto con gli occhi di chi ha saputo innamorarsi di questa terra. Un buon inizio per tutti coloro che fino ad ora non ne sono stati capaci.