Una mostra racconta l'anima della città
"Tragitti possibili", esposta presso le Officine culturali
lunedì 2 marzo 2020
La Cooperativa Sociale Questa Città di Gravina in Puglia, in collaborazione con l'associazione culturale "La Luna al Guinzaglio" di Potenza, ha promosso una mostra-laboratorio allestita presso le Officine Culturali dal 12 febbraio al 12 marzo.
"Tragitti Possibili" è l'esito di un percorso in cui, attraversando a piedi la città di Gravina, operatori e utenti hanno avuto modo di misurarla, pensarla, toccarla diversamente. Grazie a queste passeggiate, e ai dialoghi che ne sono seguiti, si è prestato ascolto alla fragilità, si è assaporata la lentezza e incontrata la poesia dei luoghi.
La mostra è l'esito di un laboratorio e un percorso multisensoriale; il visitatore è invitato a guardare, leggere, odorare, tagliare, immaginare e scoprire. Alla base di tutto c'è l'uomo che si muove tra strade, piazze, case, vicoli. L'ambiente urbano viene messo in discussione e visto da tante prospettive differenti, soprattutto quella emotiva.
Si inizia il percorso con la mappa della città: i partecipanti al laboratorio hanno passeggiato per la città di Gravina e hanno raccolto delle piccole tracce raccolte in espositori come fiori, foglie, coriandoli. Il visitatore è invitato a riposizionare le tracce sulle mappe e testare la propria conoscenza della città. In seguito, sono stati segnati i luoghi che gli utenti attraversano quotidianamente e tracciando questi punti sono nate figure e corpi: così il visitatore è invitato a inventare una città nuova tracciando e unendo vicoli e piazze.
Si prosegue il cammino con i luoghi del ricordo con la consapevolezza che la città in cui viviamo non è fatta solo di cose concrete ma è il risultato di esperienze, sensazioni e incontri che vengono fuori da associazioni mentali e olfattive. Poi ci sono i tanti cuori della città, dalla periferia al centro, e l'invito a ricordare e scrivere un momento di "batticuore". E ancora i pensieri da tracciare su una mano, la stessa che sente e tocca la città.
Al centro, sul palco delle Officine Culturali, protagonista un grande cuore rosso e luminoso formato da tanti cartoni messi insieme e in relazione tra loro. Ogni oggetto della mostra è fatto da materiale di scarto e riciclo. E infine, il momento più toccante del percorso: tanti scrigni appesi al muro che custodiscono i luoghi più fragili della città. Un'altalena e un carillon come simboli di paure, sogni e speranze. Ogni utente ha collegato l'altalena ad un'emozione e ad un ricordo da riporre in una scatola.
Una mostra che si apre a diversi e profondi livelli semantici, mettendo in discussione il legame con la città, un rapporto fatto di gesti quotidiani e di ostacoli. Al centro di tutto sempre l'individuo con le sue paure, emozioni e speranze. Un modo per mettersi nei panni dell'altro attraverso il gioco e seguendo le tracce di un percorso nella città in cui viviamo. "Vi invitiamo ad entrare ed esplorare questo nostro racconto tra corpo e città, pieno di cose, di tragitti e di anime", è l'invito degli organizzatori, che auspicano una maggiore partecipazione delle scuole così da inculcare ai piccoli "l'importanza e la bellezza della diversità".
"Tragitti Possibili" è l'esito di un percorso in cui, attraversando a piedi la città di Gravina, operatori e utenti hanno avuto modo di misurarla, pensarla, toccarla diversamente. Grazie a queste passeggiate, e ai dialoghi che ne sono seguiti, si è prestato ascolto alla fragilità, si è assaporata la lentezza e incontrata la poesia dei luoghi.
La mostra è l'esito di un laboratorio e un percorso multisensoriale; il visitatore è invitato a guardare, leggere, odorare, tagliare, immaginare e scoprire. Alla base di tutto c'è l'uomo che si muove tra strade, piazze, case, vicoli. L'ambiente urbano viene messo in discussione e visto da tante prospettive differenti, soprattutto quella emotiva.
Si inizia il percorso con la mappa della città: i partecipanti al laboratorio hanno passeggiato per la città di Gravina e hanno raccolto delle piccole tracce raccolte in espositori come fiori, foglie, coriandoli. Il visitatore è invitato a riposizionare le tracce sulle mappe e testare la propria conoscenza della città. In seguito, sono stati segnati i luoghi che gli utenti attraversano quotidianamente e tracciando questi punti sono nate figure e corpi: così il visitatore è invitato a inventare una città nuova tracciando e unendo vicoli e piazze.
Si prosegue il cammino con i luoghi del ricordo con la consapevolezza che la città in cui viviamo non è fatta solo di cose concrete ma è il risultato di esperienze, sensazioni e incontri che vengono fuori da associazioni mentali e olfattive. Poi ci sono i tanti cuori della città, dalla periferia al centro, e l'invito a ricordare e scrivere un momento di "batticuore". E ancora i pensieri da tracciare su una mano, la stessa che sente e tocca la città.
Al centro, sul palco delle Officine Culturali, protagonista un grande cuore rosso e luminoso formato da tanti cartoni messi insieme e in relazione tra loro. Ogni oggetto della mostra è fatto da materiale di scarto e riciclo. E infine, il momento più toccante del percorso: tanti scrigni appesi al muro che custodiscono i luoghi più fragili della città. Un'altalena e un carillon come simboli di paure, sogni e speranze. Ogni utente ha collegato l'altalena ad un'emozione e ad un ricordo da riporre in una scatola.
Una mostra che si apre a diversi e profondi livelli semantici, mettendo in discussione il legame con la città, un rapporto fatto di gesti quotidiani e di ostacoli. Al centro di tutto sempre l'individuo con le sue paure, emozioni e speranze. Un modo per mettersi nei panni dell'altro attraverso il gioco e seguendo le tracce di un percorso nella città in cui viviamo. "Vi invitiamo ad entrare ed esplorare questo nostro racconto tra corpo e città, pieno di cose, di tragitti e di anime", è l'invito degli organizzatori, che auspicano una maggiore partecipazione delle scuole così da inculcare ai piccoli "l'importanza e la bellezza della diversità".