“Una notte ho sognato che parlavi"
Progetto lettura dell’istituto “V. Bachelet”.
sabato 18 gennaio 2014
17.31
La grande bellezza di una storia, quella di Tommy, riccioluto adolescente affetto da autismo, raccontata senza retorica o perbenismi: "Una notte ho sognato che parlavi" di Gianluca Nicoletti.
Testimonianza che l'autore porta ai ragazzi dell' istituto tecnico economico "V. Bachelet" di Gravina, nell'ambito del progetto lettura "Il nostro punto di vista", a cura delle Officine culturali "Peppino impastato", dai Presìdi del libro e coordinato da Pina D'Agostino, docente dell'istituto. Tema delicato ma non del tutto estraneo al contesto scolastico del "Bachelet", in quanto alcuni degli studenti sono autistici. "La realtà che ho trovato in questo istituto è migliore rispetto a quella di molte scuole delle grandi città, la scuola vi fornisce degli strumenti che non vi servono a sentirvi più buoni ma vi saranno utili anche in futuro per comunicare con persone che lo fanno in maniera diversa rispetto alla vostra", ha affermato Nicoletti, che ha raccontato come spesso le istituzioni siano poco presenti per i giovani e le loro famiglie. "Parlando della mia storia, quella di mio figlio Tommy, sono riuscito a sensibilizzare molte persone, ma molte sono ancora quelle che hanno un figlio autistico ma lo tengono nascosto come se fosse una vergogna. Voglio far capire a questo paese, che sembra molto poco sensibile a questo problema, che esiste una fetta grandissima di umanità che ci convive con questa realtà, sono circa 600 mila famiglie e si tratta di una cifra arrotondata per difetto. Questo è un paese che non ha un'idea precisa di quanti siano gli autistici, non abbiamo dei dati precisi e non vengono fatte delle diagnosi corrette, per questo ho pensato di creare on line una community per mettermi in contatto con altre famiglie perchè mi diano dei dati, mi dicano com'è la loro vita, quali sono i servizi che vengono forniti ai loro figli".
E un racconto di integrazione è quello riportato da Irene Zagariello, vicepresidente della cooperativa sociale "Per.la": "Siamo stati contattati da due importanti ristoranti del barese, ci hanno chiesto di poter integrare il loro personale con ragazzi autistici. Sedici ragazzi per due mesi hanno affiancato uno chef, imparando a cucinare. Infatti durante le festività natalizie hanno organizzato un pranzo, nel quale hanno cucinato per noi, servito a tavola con tanta serenità nonostante avessero molta paura. Questo successo ha fatto si che due di loro, maggiorenni, venissero assunti dal ristorante. Ed è questo che ci proponiamo di fare, di integrare i ragazzi nella vita di tutti giorni".
Cena alla quale era presente anche l'assessore alle politiche sociali, Felice Lafabiana, intervenuto per spiegare quanto l'Amministrazione si propone di fare per supportare le disabilità: "Mi ha emozionato questa cena e soprattutto questo libro mi ha offerto molti spunti di riflessione, penso che ci voglia collaborazione, ma soprattutto interventi mirati. Le associazioni devono essere a supporto delle istituzioni proponendo idee progettuali perché oggi dobbiamo parlare di inserimento. Credo comunque che come amministrazione siamo abbastanza presenti"e aggiunge, "da una settimana abbiamo attivato un centro di proprietà comunale ma gestito da una cooperativa che ospiterà venticinque utenti e altre cooperative gravinesi hanno chiesto l'autorizzazione per altre due strutture rispettivamente di riabilitazione e di socializzazione per disabili".
Molte le domande degli studenti che hanno letto, tra l'altro, alcuni passi di questo piccolo universo quotidiano e prima di chiudere l'incontro, sulle note di "People help the people" dei "Cherry ghost", resta il tempo per una riflessione su un mondo che non tutti si affannano a nascondere.
Testimonianza che l'autore porta ai ragazzi dell' istituto tecnico economico "V. Bachelet" di Gravina, nell'ambito del progetto lettura "Il nostro punto di vista", a cura delle Officine culturali "Peppino impastato", dai Presìdi del libro e coordinato da Pina D'Agostino, docente dell'istituto. Tema delicato ma non del tutto estraneo al contesto scolastico del "Bachelet", in quanto alcuni degli studenti sono autistici. "La realtà che ho trovato in questo istituto è migliore rispetto a quella di molte scuole delle grandi città, la scuola vi fornisce degli strumenti che non vi servono a sentirvi più buoni ma vi saranno utili anche in futuro per comunicare con persone che lo fanno in maniera diversa rispetto alla vostra", ha affermato Nicoletti, che ha raccontato come spesso le istituzioni siano poco presenti per i giovani e le loro famiglie. "Parlando della mia storia, quella di mio figlio Tommy, sono riuscito a sensibilizzare molte persone, ma molte sono ancora quelle che hanno un figlio autistico ma lo tengono nascosto come se fosse una vergogna. Voglio far capire a questo paese, che sembra molto poco sensibile a questo problema, che esiste una fetta grandissima di umanità che ci convive con questa realtà, sono circa 600 mila famiglie e si tratta di una cifra arrotondata per difetto. Questo è un paese che non ha un'idea precisa di quanti siano gli autistici, non abbiamo dei dati precisi e non vengono fatte delle diagnosi corrette, per questo ho pensato di creare on line una community per mettermi in contatto con altre famiglie perchè mi diano dei dati, mi dicano com'è la loro vita, quali sono i servizi che vengono forniti ai loro figli".
E un racconto di integrazione è quello riportato da Irene Zagariello, vicepresidente della cooperativa sociale "Per.la": "Siamo stati contattati da due importanti ristoranti del barese, ci hanno chiesto di poter integrare il loro personale con ragazzi autistici. Sedici ragazzi per due mesi hanno affiancato uno chef, imparando a cucinare. Infatti durante le festività natalizie hanno organizzato un pranzo, nel quale hanno cucinato per noi, servito a tavola con tanta serenità nonostante avessero molta paura. Questo successo ha fatto si che due di loro, maggiorenni, venissero assunti dal ristorante. Ed è questo che ci proponiamo di fare, di integrare i ragazzi nella vita di tutti giorni".
Cena alla quale era presente anche l'assessore alle politiche sociali, Felice Lafabiana, intervenuto per spiegare quanto l'Amministrazione si propone di fare per supportare le disabilità: "Mi ha emozionato questa cena e soprattutto questo libro mi ha offerto molti spunti di riflessione, penso che ci voglia collaborazione, ma soprattutto interventi mirati. Le associazioni devono essere a supporto delle istituzioni proponendo idee progettuali perché oggi dobbiamo parlare di inserimento. Credo comunque che come amministrazione siamo abbastanza presenti"e aggiunge, "da una settimana abbiamo attivato un centro di proprietà comunale ma gestito da una cooperativa che ospiterà venticinque utenti e altre cooperative gravinesi hanno chiesto l'autorizzazione per altre due strutture rispettivamente di riabilitazione e di socializzazione per disabili".
Molte le domande degli studenti che hanno letto, tra l'altro, alcuni passi di questo piccolo universo quotidiano e prima di chiudere l'incontro, sulle note di "People help the people" dei "Cherry ghost", resta il tempo per una riflessione su un mondo che non tutti si affannano a nascondere.