Urge regolamento per l’installazione delle antenne
Dal Comitato nuovi suggerimenti e Dibattista scrive a Wind
lunedì 16 dicembre 2019
09.00
Un incontro per definire insieme possibili soluzioni tutelando "gli interessi reciproci". E' questa la richiesta inviata in coda ad una missiva indirizzata alla società Wind e sottoscritta dall'assessore Aldo Dibattista per chiedere la sospensione della istallazione dell'antenna in via Pio XII.
La questione, ricca di stop ai lavori e colpi di scena, è arrivata in consiglio comunale dove lo stesso assessore ha assicurato l'impegno della pubblica amministrazione a cercare di bloccare l'istallazione dell'apparecchio a pochi metri dalla chiesa Madonna delle Grazie e dalla scuola Tommaso Fiore. L'antenna, che dovrebbe essere istallata sul lastrico solare di un immobile privato, dista, tra l'altro, a pochissimi metri da altre case creando non poca preoccupazione tra i residenti della zona.
L'assessore Dibattista ha chiesto tempo alla società per procedere all'approvazione del nuovo regolamento per l'istallazione dei ripetitori sul territorio comunale.
Regolamento di cui il comune di Gravina si era dotato nel 2014 grazie ad un provvedimento dell'allora commissario prefettizio Cafagna poi cassato dal Tar e su cui mai nessuno ha inteso intervenire. E proprio sulla validità del regolamento si è scatenato il botta e risposta tra il dirigente dell'area tecnica Michele Stasi e i residenti del quartiere costituiti nel comitato "no ai ripetitori "
Come si ricorderà grazie al regolamento del 2014 rispolverato dai cittadini, il dirigente Stasi era riuscito a bloccare i lavori, prima di scoprire dell'esistenza di una sentenza del tar che annullava il regolamento comunale costringendo lo stesso dirigente a fare marcia indietro. Circostanza che ha infastidito il responsabile dell'area tecnica il quale intervenendo in consiglio comunale ha espresso il proprio rammarico contro l'atteggiamento dei cittadini accusati di aver "artatamente nascosto la sentenza del Tar per indurmi in errore".
Parole che non sono sfuggite al comitato deciso a rispedire al mittente tutte le accuse di strumentalizzazione precisando "che sarebbe dovuto avvenire il contrario ovvero che gli uffici tecnico e legale avrebbero dovuto conoscere l'esistenza di tali atti".
Chiusa la polemica, dallo stesso comitato arriva l'invito rivolto agli uffici ma soprattutto alla politica cittadina a dotarsi di un regolamento che chiarisca dove e in che modo istallare le antenne di telefonia mobile per tutelare i legittimi interessi delle società ma soprattutto la salute pubblica.
La questione, ricca di stop ai lavori e colpi di scena, è arrivata in consiglio comunale dove lo stesso assessore ha assicurato l'impegno della pubblica amministrazione a cercare di bloccare l'istallazione dell'apparecchio a pochi metri dalla chiesa Madonna delle Grazie e dalla scuola Tommaso Fiore. L'antenna, che dovrebbe essere istallata sul lastrico solare di un immobile privato, dista, tra l'altro, a pochissimi metri da altre case creando non poca preoccupazione tra i residenti della zona.
L'assessore Dibattista ha chiesto tempo alla società per procedere all'approvazione del nuovo regolamento per l'istallazione dei ripetitori sul territorio comunale.
Regolamento di cui il comune di Gravina si era dotato nel 2014 grazie ad un provvedimento dell'allora commissario prefettizio Cafagna poi cassato dal Tar e su cui mai nessuno ha inteso intervenire. E proprio sulla validità del regolamento si è scatenato il botta e risposta tra il dirigente dell'area tecnica Michele Stasi e i residenti del quartiere costituiti nel comitato "no ai ripetitori "
Come si ricorderà grazie al regolamento del 2014 rispolverato dai cittadini, il dirigente Stasi era riuscito a bloccare i lavori, prima di scoprire dell'esistenza di una sentenza del tar che annullava il regolamento comunale costringendo lo stesso dirigente a fare marcia indietro. Circostanza che ha infastidito il responsabile dell'area tecnica il quale intervenendo in consiglio comunale ha espresso il proprio rammarico contro l'atteggiamento dei cittadini accusati di aver "artatamente nascosto la sentenza del Tar per indurmi in errore".
Parole che non sono sfuggite al comitato deciso a rispedire al mittente tutte le accuse di strumentalizzazione precisando "che sarebbe dovuto avvenire il contrario ovvero che gli uffici tecnico e legale avrebbero dovuto conoscere l'esistenza di tali atti".
Chiusa la polemica, dallo stesso comitato arriva l'invito rivolto agli uffici ma soprattutto alla politica cittadina a dotarsi di un regolamento che chiarisca dove e in che modo istallare le antenne di telefonia mobile per tutelare i legittimi interessi delle società ma soprattutto la salute pubblica.