Valente assolto dall'accusa di diffamazione
Il sindaco accusato dall'avvocato Lagreca. Secondo i giudici "il fatto non sussiste"
venerdì 6 marzo 2015
9.26
Alesio Valente assolto dall'accusa di diffamazione avanzata dall'avvocato Grazia Lagreca.
Secondo il giudice di pace di Bari "il fatto non sussiste". La sentenza è stata emessa lo scorso 4 marzo, come conferma il legale del primo cittadino Maria Gurrado, che aggiunge "Con ampia formula assolutoria si è posto fine ad una vicenda surreale. Agiremo ora nelle dovute sedi per ottenere il risarcimento del danno".
Il procedimento aveva preso il via a seguito della denuncia presentata dall'avvocato Lagreca contro il primo cittadino citato in giudizio con l'accusa di diffamazione a seguito di alcune dichiarazioni contenute in una lettera inviata da Valente all'Ordine degli avvocati di Bari nell'agosto 2013 e ritenute dall'avvocato Lagreca lesive della propria dignità.
Nell'esposto inviato all'Ordine, Valente chiedeva di giudicare sotto il profilo deontologico alcuni post diffusi dall'avvocato Lagreca sui social network. In particolare all'attenzione dei giudici era finito un passaggio ben preciso della missiva: "Posso dire a viva voce – scriveva il primo cittadino - che la Lagreca non assume comportamenti conformi ai canoni deontologici, anzi diffondendo un messaggio allarmante ai lettori di facebook, ovvero ai cittadini di Gravina che leggono e condividono i suoi post sta dimostrando che può delinquere, diffamare e calunniare chiunque, restando impunita, senza in alcun modo preoccuparsi dei risvolti giudiziari che potrebbero derivare dai suoi comportamenti. Un rappresentante dell'avvocatura non può assumere tali comportamenti integranti estremi di reato, sino a deridere anche le Forze dell'Ordine".
Affermazioni pesanti che però, stando alla sentenza emessa dal giudice Giuseppe Salerno, non ledono l'immagine dell'avvocato gravinese.
Soddisfatto il primo cittadino: "Nel pronunciamento della magistratura – afferma Valente – è possibile cogliere un segnale di fiducia: è la dimostrazione che la giustizia fa il suo corso e smentisce quanti tendono a dar vita strumentalmente ad un clima mediatico di caccia alle streghe, ingenerando nell'opinione pubblica una finta percezione di fatti e situazioni. Proseguiremo con serenità nel lavoro amministrativo, ancor più certi della bontà e legittimità del nostro operato quotidiano".
Secondo il giudice di pace di Bari "il fatto non sussiste". La sentenza è stata emessa lo scorso 4 marzo, come conferma il legale del primo cittadino Maria Gurrado, che aggiunge "Con ampia formula assolutoria si è posto fine ad una vicenda surreale. Agiremo ora nelle dovute sedi per ottenere il risarcimento del danno".
Il procedimento aveva preso il via a seguito della denuncia presentata dall'avvocato Lagreca contro il primo cittadino citato in giudizio con l'accusa di diffamazione a seguito di alcune dichiarazioni contenute in una lettera inviata da Valente all'Ordine degli avvocati di Bari nell'agosto 2013 e ritenute dall'avvocato Lagreca lesive della propria dignità.
Nell'esposto inviato all'Ordine, Valente chiedeva di giudicare sotto il profilo deontologico alcuni post diffusi dall'avvocato Lagreca sui social network. In particolare all'attenzione dei giudici era finito un passaggio ben preciso della missiva: "Posso dire a viva voce – scriveva il primo cittadino - che la Lagreca non assume comportamenti conformi ai canoni deontologici, anzi diffondendo un messaggio allarmante ai lettori di facebook, ovvero ai cittadini di Gravina che leggono e condividono i suoi post sta dimostrando che può delinquere, diffamare e calunniare chiunque, restando impunita, senza in alcun modo preoccuparsi dei risvolti giudiziari che potrebbero derivare dai suoi comportamenti. Un rappresentante dell'avvocatura non può assumere tali comportamenti integranti estremi di reato, sino a deridere anche le Forze dell'Ordine".
Affermazioni pesanti che però, stando alla sentenza emessa dal giudice Giuseppe Salerno, non ledono l'immagine dell'avvocato gravinese.
Soddisfatto il primo cittadino: "Nel pronunciamento della magistratura – afferma Valente – è possibile cogliere un segnale di fiducia: è la dimostrazione che la giustizia fa il suo corso e smentisce quanti tendono a dar vita strumentalmente ad un clima mediatico di caccia alle streghe, ingenerando nell'opinione pubblica una finta percezione di fatti e situazioni. Proseguiremo con serenità nel lavoro amministrativo, ancor più certi della bontà e legittimità del nostro operato quotidiano".