Verde pubblico e alberi caduti: Lorusso risponde a "Bosco città"
Il vicesindaco: "Non si possono abbattere gli alberi". Ma l'associazione insiste: "Serve un regolamento".
venerdì 7 giugno 2013
16.15
"Ma come si fa a dire che quell'albero era stato segnalato come a rischio, se proprio quello era dritto?"
È infastidito Gino Lorusso, vicesindaco e tra le altre cose responsabile del verde urbano, dopo la caduta in pineta di un albero e, in particolare, per le susseguenti dichiarazioni dei responsabili dell'associazione "Bosco città", secondo i quali "quell'albero era stato segnalato per tempo all'amministrazione comunale". Ed il fastidio cresce quando nei corridoi di Palazzo di città rimbombano le voci di alcuni consiglieri di maggioranza che incalzano il vicesindaco: "Ma insomma, assessore, lo risolviamo il problema o no?". "La firmi tu l'autorizzazione?", sbotta Lorusso, prima di infilarsi in una stanza e spiegare come stiano le cose. Al suo fianco, "per non sbagliare", dice, chiama il responsabile dell'ufficio ambiente, Franco Parisi uno che conosce talmente bene il territorio che potrebbe dare nome e cognome ad ogni singola pianta. "Innanzitutto è bene spiegare che non è caduto un albero ma un ramo, certo grande, pesante, ma pur sempre un ramo", afferma l'assessore, che aggiunge: "In secondo luogo, vorrei ribadire che quell'albero non era segnalato da nessuno perché era dritto. Infine, per completezza di informazione, è giuso precisare che quando ho chiesto ai vigili del fuoco di abbatterlo mi è stato risposto di no perché gli alberi non si possono abbattere a nostro piacimento, servono delle autorizzazioni".
Fatte le opportune precisazioni, Lorusso sottolinea che "la maggior parte degli alberi piantati sul suolo urbano sono pini che per loro natura diventano altissimi pur avendo radici superficiali che li rendono poco stabili, per questo non andrebbero proprio piantati in prossimità delle case". I pini, infatti, servono a "preparare il terreno prima di piantare le così dette piante nobili come le querce". "Quelle di cui parliamo oggi sono criticità storiche - gli fa eco Franco Parisi - è da anni che diciamo che quegli alberi andrebbero tagliati ma non è facile: la legislazione in materia è severa. Non tutti, poi, sanno che gran parte degli alberi di Gravina sono inseriti nell'elenco regionale degli alberi dormitori del falco Grillaio e non si possono toccare senza aver prima ottenuto le relative autorizzazioni. Soprattutto, occorrono molti soldi per reimpiantare un intero parco".
E allora che fare? "Dopo il sopralluogo con i ragazzi di "Bosco città" abbiamo fatto una mappatura di tutti gli alberi pericolosi. Nei prossimi giorni con i mezzi della Gielle provvederemo alla potatura e sistemazione degli alberi presso il parco Robinson e la pineta comunale, insieme a quelli di via Aspromonte, via Matera, presso il parco di Grottesolagne dove alcuni alberi sono caduti, e poi faremo un altro intervento nell'area verde vicino la chiesa San Pietro e Paolo dove ci sono una serie di criticità". Tutto in attesa di "recuperare quel famoso finanziamento da 1.500.000 euro messo a disposizione della provincia che è propedeutico alla realizzazione del museo dell'acqua e della pietra con cui, a piccole zone prossimo abbattere i vecchi alberi e piantare quelli nuovi".
Intanto, a spegnere la polemica col Comune arriva un documento di "Bosco città", che dopo aver ricordato come la relazione a firma dell'associazione segnalasse una serie di pericoli legati agli alberi ammalati e poco stabili, suggerisce all'amministrazione comunale di "adottare il regolamento comunale del verde pubblico e privato a tutela del nostro patrimonio ambientale. Uno strumento per noi imprescindibile, con cui regolamentare l'aspetto pubblico e privato del verde, urbano ed extraurbano. Una buona pianificazione e una sana e lungimirante programmazione per abbatte i costi e dare un significato alla parola riqualificare a verde". E consapevoli "delle difficoltà economiche del momento e dei costi elevati per un intervento di miglioramento del verde pubblico che non può aversi senza l'aiuto di altri enti, come Provincia e Regione", propone di coinvolgere tutta la cittadinanza attraverso "la concessione e la manutenzione ordinaria delle aree verdi comunali a privati cittadini, attività commerciali e associazioni che affianchino il Comune nelle spese per la manutenzione di queste aree".
Una proposta avanzata già tempo fa anche dal Movimento 5 stelle, che lo scorso dicembre aveva promosso l'iniziativa "Adotta una rotonda", finalizzata a d affidare a associazioni, aziende o privati cittadini una rotonda o una parte del verde pubblico al fine di migliorare l'aspetto della città, e che ora torna a rilanciare la propria iniziativa, auspicando che Palazzo di città ne colga lo spirito e la sostenga, fornendo al contempo risposte, scrive per i grillini Mario Conca in una lettera di recente protocollata in Municipio, "relativamente alla piattaforma tecnologica gratuita sul decoro urbano che ben si lega alle iniziative esposte e che ricordiamo essere a costo zero e già fatta propria da numerosi comuni virtuosi".
È infastidito Gino Lorusso, vicesindaco e tra le altre cose responsabile del verde urbano, dopo la caduta in pineta di un albero e, in particolare, per le susseguenti dichiarazioni dei responsabili dell'associazione "Bosco città", secondo i quali "quell'albero era stato segnalato per tempo all'amministrazione comunale". Ed il fastidio cresce quando nei corridoi di Palazzo di città rimbombano le voci di alcuni consiglieri di maggioranza che incalzano il vicesindaco: "Ma insomma, assessore, lo risolviamo il problema o no?". "La firmi tu l'autorizzazione?", sbotta Lorusso, prima di infilarsi in una stanza e spiegare come stiano le cose. Al suo fianco, "per non sbagliare", dice, chiama il responsabile dell'ufficio ambiente, Franco Parisi uno che conosce talmente bene il territorio che potrebbe dare nome e cognome ad ogni singola pianta. "Innanzitutto è bene spiegare che non è caduto un albero ma un ramo, certo grande, pesante, ma pur sempre un ramo", afferma l'assessore, che aggiunge: "In secondo luogo, vorrei ribadire che quell'albero non era segnalato da nessuno perché era dritto. Infine, per completezza di informazione, è giuso precisare che quando ho chiesto ai vigili del fuoco di abbatterlo mi è stato risposto di no perché gli alberi non si possono abbattere a nostro piacimento, servono delle autorizzazioni".
Fatte le opportune precisazioni, Lorusso sottolinea che "la maggior parte degli alberi piantati sul suolo urbano sono pini che per loro natura diventano altissimi pur avendo radici superficiali che li rendono poco stabili, per questo non andrebbero proprio piantati in prossimità delle case". I pini, infatti, servono a "preparare il terreno prima di piantare le così dette piante nobili come le querce". "Quelle di cui parliamo oggi sono criticità storiche - gli fa eco Franco Parisi - è da anni che diciamo che quegli alberi andrebbero tagliati ma non è facile: la legislazione in materia è severa. Non tutti, poi, sanno che gran parte degli alberi di Gravina sono inseriti nell'elenco regionale degli alberi dormitori del falco Grillaio e non si possono toccare senza aver prima ottenuto le relative autorizzazioni. Soprattutto, occorrono molti soldi per reimpiantare un intero parco".
E allora che fare? "Dopo il sopralluogo con i ragazzi di "Bosco città" abbiamo fatto una mappatura di tutti gli alberi pericolosi. Nei prossimi giorni con i mezzi della Gielle provvederemo alla potatura e sistemazione degli alberi presso il parco Robinson e la pineta comunale, insieme a quelli di via Aspromonte, via Matera, presso il parco di Grottesolagne dove alcuni alberi sono caduti, e poi faremo un altro intervento nell'area verde vicino la chiesa San Pietro e Paolo dove ci sono una serie di criticità". Tutto in attesa di "recuperare quel famoso finanziamento da 1.500.000 euro messo a disposizione della provincia che è propedeutico alla realizzazione del museo dell'acqua e della pietra con cui, a piccole zone prossimo abbattere i vecchi alberi e piantare quelli nuovi".
Intanto, a spegnere la polemica col Comune arriva un documento di "Bosco città", che dopo aver ricordato come la relazione a firma dell'associazione segnalasse una serie di pericoli legati agli alberi ammalati e poco stabili, suggerisce all'amministrazione comunale di "adottare il regolamento comunale del verde pubblico e privato a tutela del nostro patrimonio ambientale. Uno strumento per noi imprescindibile, con cui regolamentare l'aspetto pubblico e privato del verde, urbano ed extraurbano. Una buona pianificazione e una sana e lungimirante programmazione per abbatte i costi e dare un significato alla parola riqualificare a verde". E consapevoli "delle difficoltà economiche del momento e dei costi elevati per un intervento di miglioramento del verde pubblico che non può aversi senza l'aiuto di altri enti, come Provincia e Regione", propone di coinvolgere tutta la cittadinanza attraverso "la concessione e la manutenzione ordinaria delle aree verdi comunali a privati cittadini, attività commerciali e associazioni che affianchino il Comune nelle spese per la manutenzione di queste aree".
Una proposta avanzata già tempo fa anche dal Movimento 5 stelle, che lo scorso dicembre aveva promosso l'iniziativa "Adotta una rotonda", finalizzata a d affidare a associazioni, aziende o privati cittadini una rotonda o una parte del verde pubblico al fine di migliorare l'aspetto della città, e che ora torna a rilanciare la propria iniziativa, auspicando che Palazzo di città ne colga lo spirito e la sostenga, fornendo al contempo risposte, scrive per i grillini Mario Conca in una lettera di recente protocollata in Municipio, "relativamente alla piattaforma tecnologica gratuita sul decoro urbano che ben si lega alle iniziative esposte e che ricordiamo essere a costo zero e già fatta propria da numerosi comuni virtuosi".