Via Deledda: approvata la progettazione preliminare
Ma è scontro con i proprietari. Il Comune rigetta le osservazioni dei privati. "Non ci saranno intoppi", dice Carbone.
mercoledì 17 ottobre 2012
11.20
I riflettori tornano ad accendersi quasi a valle della collina di Guardialto.
Lì, su via Deledda, vittima sacrificale di una frana che nel 2010 abbatteva il muro di contenimento realizzato in tufo proprio lungo le vie che portano i nomi delle due scrittrici italiane Grazia Deledda ed Elsa Morante. Il nubifragio dello scorso marzo, poi, confermava il "potenziale grave pericolo per la incolumità e la sicurezza dei residenti". Se le denunce del Movimento Civico gravinese garantivano alla strada l'inserimento nel programma stralcio di Interventi per l'Area Vasta Città Murgiana, per realizzare lavori a difesa del rischio frane e dissesto idrogeologico, per 1.250.000 euro, la via non ha ancora subito interventi. E ora l'amministrazione Valente ha approvato il progetto preliminare dei lavori nell'area comprendente via Deledda e via Palermo, già licenziato dal commissario straordinario Ciro Trotta ad aprile, apponendo alle aree interessate il vincolo preordinato all'espropriazione dei suoli.
Prima della riapprovazione, tra proprietari e amministrazione è partito un valzer di osservazioni. A non essere stata gradita dai primi è stata la ovvia decisione di procedere ad un'azione di esproprio e di occupazione anche di terreni privati, a seguito di dichiarazione di pubblica utilità. "Il rischio ed il degrado ambientale, ove esista - sostenevano i proprietari - è limitato solo ed esclusivamente alla zona adiacente la costruzione privata realizzata alla fine di via Deledda. La rimanente parte della via è stata interessata da fenomeni di allagamento, e non certo di natura franosa, solo ed esclusivamente in occasione di eventi atmosferici di straordinaria rilevanza ed entità che, però, hanno interessato la maggior parte dell'abitato di Gravina". Ed aggiungevano: "La delibera di approvazione del progetto preliminare, pur comportando la dichiarazione di pubblica utilità, non indica tutti i termini previsti dalla vigente normativa; l'indennità espropriativa stimata è irrisoria e non tiene conto di quello che è il reale valore di mercato delle aree interessate; la tipizzazione dei suoli a parco di quartiere impressa alle aree dal P.R.G. adottato nel 1990 ed approvato nel 1994 è decaduta sin dal 1999. Ciò fa si che le aree in questione siano attualmente prive di destinazione: dette aree devono essere ritipizzate".
Osservazioni argomentate, ma per il Comune irricevibili. E non solo perché dagli studi geologici e geotecnici eseguiti già nel 2007 "è emerso un rischio di franosità costante e non eccezionale", ma anche perché non si ravvisano ritardi: "Il decreto di esproprio può essere emanato entro cinque anni, decorrenti dalla data in cui diventa efficace l'atto che dichiara la pubblica utilità dell'opera". Se pure si glissa elegantemente sui problemi di natura economica e di stima delle aree espropriate, nella delibera di approvazione del progetto preliminare si precisa che "la destinazione a parco urbano data dal piano regolatore ad aree di proprietà privata non comporta l'imposizione sulle stesse di un vincolo espropriativo, ma solo di un vincolo conformativo, che è funzionale all'interesse pubblico generale conseguente alla zonizzazione, effettuata dallo strumento urbanistico, che definisce i caratteri generali dell'edificabilità in ciascuna delle zone in cui è suddiviso il territorio comunale".
"Non siamo ancora in grado di dire quando cominceranno esattamente i lavori. Ora bisognerà approvare il progetto esecutivo, emanare il bando e affidare i lavori. L'unica certezza è che non ci saranno intoppi", afferma l'assessore ai lavori pubblici Lorenzo Carbone.
Lì, su via Deledda, vittima sacrificale di una frana che nel 2010 abbatteva il muro di contenimento realizzato in tufo proprio lungo le vie che portano i nomi delle due scrittrici italiane Grazia Deledda ed Elsa Morante. Il nubifragio dello scorso marzo, poi, confermava il "potenziale grave pericolo per la incolumità e la sicurezza dei residenti". Se le denunce del Movimento Civico gravinese garantivano alla strada l'inserimento nel programma stralcio di Interventi per l'Area Vasta Città Murgiana, per realizzare lavori a difesa del rischio frane e dissesto idrogeologico, per 1.250.000 euro, la via non ha ancora subito interventi. E ora l'amministrazione Valente ha approvato il progetto preliminare dei lavori nell'area comprendente via Deledda e via Palermo, già licenziato dal commissario straordinario Ciro Trotta ad aprile, apponendo alle aree interessate il vincolo preordinato all'espropriazione dei suoli.
Prima della riapprovazione, tra proprietari e amministrazione è partito un valzer di osservazioni. A non essere stata gradita dai primi è stata la ovvia decisione di procedere ad un'azione di esproprio e di occupazione anche di terreni privati, a seguito di dichiarazione di pubblica utilità. "Il rischio ed il degrado ambientale, ove esista - sostenevano i proprietari - è limitato solo ed esclusivamente alla zona adiacente la costruzione privata realizzata alla fine di via Deledda. La rimanente parte della via è stata interessata da fenomeni di allagamento, e non certo di natura franosa, solo ed esclusivamente in occasione di eventi atmosferici di straordinaria rilevanza ed entità che, però, hanno interessato la maggior parte dell'abitato di Gravina". Ed aggiungevano: "La delibera di approvazione del progetto preliminare, pur comportando la dichiarazione di pubblica utilità, non indica tutti i termini previsti dalla vigente normativa; l'indennità espropriativa stimata è irrisoria e non tiene conto di quello che è il reale valore di mercato delle aree interessate; la tipizzazione dei suoli a parco di quartiere impressa alle aree dal P.R.G. adottato nel 1990 ed approvato nel 1994 è decaduta sin dal 1999. Ciò fa si che le aree in questione siano attualmente prive di destinazione: dette aree devono essere ritipizzate".
Osservazioni argomentate, ma per il Comune irricevibili. E non solo perché dagli studi geologici e geotecnici eseguiti già nel 2007 "è emerso un rischio di franosità costante e non eccezionale", ma anche perché non si ravvisano ritardi: "Il decreto di esproprio può essere emanato entro cinque anni, decorrenti dalla data in cui diventa efficace l'atto che dichiara la pubblica utilità dell'opera". Se pure si glissa elegantemente sui problemi di natura economica e di stima delle aree espropriate, nella delibera di approvazione del progetto preliminare si precisa che "la destinazione a parco urbano data dal piano regolatore ad aree di proprietà privata non comporta l'imposizione sulle stesse di un vincolo espropriativo, ma solo di un vincolo conformativo, che è funzionale all'interesse pubblico generale conseguente alla zonizzazione, effettuata dallo strumento urbanistico, che definisce i caratteri generali dell'edificabilità in ciascuna delle zone in cui è suddiviso il territorio comunale".
"Non siamo ancora in grado di dire quando cominceranno esattamente i lavori. Ora bisognerà approvare il progetto esecutivo, emanare il bando e affidare i lavori. L'unica certezza è che non ci saranno intoppi", afferma l'assessore ai lavori pubblici Lorenzo Carbone.