Via Montea e i lavori non a regola d'arte
I cinque stelle contro l'amministrazione
mercoledì 13 luglio 2016
Via Giudice Montea ancora al centro delle polemiche. A riaprire vecchie ferite ci pensano gli attivisti del movimento cinque stelle ricordando la tragica notte del 21 marzo 2011 quando in via Montea venne giù uno dei palazzi più antichi del centro storico.
Un crollo che ha dato il via al lungo percorso di rigenerazione urbana concluso, per via Montea lo scorso giugno, quando via macerie e impalcature, la strada panoramica si è mostrata al mondo in tutta la sua bellezza. Solo per pochi giorni, però.
"I lavori sono virtualmente conclusi – scrivono gli attivisti pentastellati - manca solo il collaudo, ma la stazione appaltante, ovvero il Comune di Gravina, non ha preso in carico il cantiere e l'azienda appaltatrice ha pensato bene di preservare la zona erigendo un muro da un lato della strada e installando una porticina in ferro in corrispondenza dell'archetto sul Ponte Acquedotto: tutto ciò fa presagire che, diversamente da quanto annunciato dall'amministrazione comunale, la situazione sia ben lontana da considerarsi risolta ed il timore è che bisognerà aspettare ancora molto prima di vedere restituita l'area ai cittadini".
In questi anni i pentastellati hanno più volte chiesto al Comune di Gravina spiegazioni sulla situazione giudiziaria che vede coinvolti amministrazione comunale e proprietario del palazzo crollato. Ripetutamente hanno intimato al sindaco Valente di agire in fretta per mettere in sicurezza la zona e ripristinare la viabilità del tratto, e sui lavori fanno notare: "Noi non saremo esperti, ma guardando le condizioni in cui si trova il palazzo sorgono molti dubbi e perplessità circa la sua tenuta. È già crollato due volte, ci sono un sacco di detriti ammassati su un terreno instabile, i muri sono esposti in maniera evidente a vento e ad intemperie a 20 metri di altezza. - affermano gli attivisti M5S, che proseguono con un appello - Invitiamo tecnici e professionisti del mestiere ad esprimersi, a fare valutazioni e perizie statiche di quel palazzo e di quelli adiacenti. Il dubbio forte che ci assale è che i contenziosi legati a doppia mandata tra il Comune di Gravina e il titolare del rudere e del Parco di Bruno condizionino non poco la vicenda e che questo sia il motivo ostativo a che questa deprimente situazione trovi soluzioni definitive. La strada in questione è giustappunto intitolata ad un giudice, ma di giustizia se ne vede poca in questa storia... E se mai un domani risultasse necessario intervenire per eliminare il pericolo di crollo di quell'edificio pericolante, sicuramente con mezzi pesanti, che ne sarà della nuova pavimentazione appena realizzata? Ancora una volta risulta evidente come la programmazione non sia il punto i forza dell'amministrazione Valente".
Ma non è tutto, i cinque stelle fanno notare come le macerie rimosse non siano state correttamente smaltite: "Durante i lavori di rimozione, le rovine del palazzo sono state letteralmente gettate nel costone della gravina e questo è inaccettabile! Al sindaco chiediamo conto anche di questo e di sapere quando si abbia intenzione di provvedere alla pulizia, nel rispetto dei luoghi storici e naturalistici della città. Tutti abbiamo visto in questi giorni quanto è bella Gravina se curata ed è proprio quello che chiediamo ai nostri amministratori: di proteggerla, di rispettarla, di amarla. Quello scempio, tra macerie sul costone ed edifici sventrati come dopo un violento terremoto, non rendono giustizia ai luoghi. Possibile – concludono - che a nessuno venga il mal di pancia quando si affaccia dalla Madonna della Stella ed osserva lo skyline? Quel disastro è un cazzotto nello stomaco, ci si aggiunga la presenza di grattaceli incomprensibili, quando da quel belvedere si dovrebbero scattare le più belle cartoline della città."
Un crollo che ha dato il via al lungo percorso di rigenerazione urbana concluso, per via Montea lo scorso giugno, quando via macerie e impalcature, la strada panoramica si è mostrata al mondo in tutta la sua bellezza. Solo per pochi giorni, però.
"I lavori sono virtualmente conclusi – scrivono gli attivisti pentastellati - manca solo il collaudo, ma la stazione appaltante, ovvero il Comune di Gravina, non ha preso in carico il cantiere e l'azienda appaltatrice ha pensato bene di preservare la zona erigendo un muro da un lato della strada e installando una porticina in ferro in corrispondenza dell'archetto sul Ponte Acquedotto: tutto ciò fa presagire che, diversamente da quanto annunciato dall'amministrazione comunale, la situazione sia ben lontana da considerarsi risolta ed il timore è che bisognerà aspettare ancora molto prima di vedere restituita l'area ai cittadini".
In questi anni i pentastellati hanno più volte chiesto al Comune di Gravina spiegazioni sulla situazione giudiziaria che vede coinvolti amministrazione comunale e proprietario del palazzo crollato. Ripetutamente hanno intimato al sindaco Valente di agire in fretta per mettere in sicurezza la zona e ripristinare la viabilità del tratto, e sui lavori fanno notare: "Noi non saremo esperti, ma guardando le condizioni in cui si trova il palazzo sorgono molti dubbi e perplessità circa la sua tenuta. È già crollato due volte, ci sono un sacco di detriti ammassati su un terreno instabile, i muri sono esposti in maniera evidente a vento e ad intemperie a 20 metri di altezza. - affermano gli attivisti M5S, che proseguono con un appello - Invitiamo tecnici e professionisti del mestiere ad esprimersi, a fare valutazioni e perizie statiche di quel palazzo e di quelli adiacenti. Il dubbio forte che ci assale è che i contenziosi legati a doppia mandata tra il Comune di Gravina e il titolare del rudere e del Parco di Bruno condizionino non poco la vicenda e che questo sia il motivo ostativo a che questa deprimente situazione trovi soluzioni definitive. La strada in questione è giustappunto intitolata ad un giudice, ma di giustizia se ne vede poca in questa storia... E se mai un domani risultasse necessario intervenire per eliminare il pericolo di crollo di quell'edificio pericolante, sicuramente con mezzi pesanti, che ne sarà della nuova pavimentazione appena realizzata? Ancora una volta risulta evidente come la programmazione non sia il punto i forza dell'amministrazione Valente".
Ma non è tutto, i cinque stelle fanno notare come le macerie rimosse non siano state correttamente smaltite: "Durante i lavori di rimozione, le rovine del palazzo sono state letteralmente gettate nel costone della gravina e questo è inaccettabile! Al sindaco chiediamo conto anche di questo e di sapere quando si abbia intenzione di provvedere alla pulizia, nel rispetto dei luoghi storici e naturalistici della città. Tutti abbiamo visto in questi giorni quanto è bella Gravina se curata ed è proprio quello che chiediamo ai nostri amministratori: di proteggerla, di rispettarla, di amarla. Quello scempio, tra macerie sul costone ed edifici sventrati come dopo un violento terremoto, non rendono giustizia ai luoghi. Possibile – concludono - che a nessuno venga il mal di pancia quando si affaccia dalla Madonna della Stella ed osserva lo skyline? Quel disastro è un cazzotto nello stomaco, ci si aggiunga la presenza di grattaceli incomprensibili, quando da quel belvedere si dovrebbero scattare le più belle cartoline della città."