Via Montea, il Comune: si esprima la Soprintendenza
Chi ha autorizzato lo smontaggio dell’arco?
domenica 27 settembre 2015
Proseguono senza sosta i lavori di rigenerazione urbana del centro storico. Intanto si infittisce la vicenda che riguarda lo smontaggio dell'arco di ingresso di via Montea, tagliato pezzo per pezzo e depositato in un capannone della Apulia srl, azienda che si è aggiudicata i lavori di riqualificazione di via Montea e dei cavati adiacenti.
Questa volta, a smuovere le acque già abbastanza agitate, è stata la missiva inviata alla Soprintendenza Belle arti e Paesaggio a firma di Pia Varvara (Responsabile unico del procedimento), per capire se l'intervento sull'arco goda di una specifica autorizzazione o se sia da considerarsi tra le "opere che non necessitano di parere della Soprintendenza", organo preposto alla tutela del vincolo.
La lettera, datata 11 settembre, non si limita ad una richiesta di chiarimenti, ma snocciola i passaggi fondamentali che hanno caratterizzato l'intera vicenda, riportando stralci di comunicazioni ufficiali ed ufficiose tra tecnici e Comune, soffermando la propria attenzione sul rimpallo tra progettisti e direzione lavori.
Nello specifico, il 1 settembre 2015, i progettisti dell'opera asserivano che nel progetto redatto, non erano previste lavorazioni sull'arco. In pari data, il Coordinatore della Sicurezza, con propria nota affermava che "l'operato dell'impresa era avvenuto su autorizzazione della Direzione Lavori", e che la stessa aveva prodotto una integrazione alla documentazione, inserendo anche l'intervento, inizialmente non previsto, di smontaggio avvenuto nello stesso giorno. Il tutto, in presenza di autorizzazione della Direzione Lavori, "mai prodotta per iscritto da alcuno", conclude laconica la proposizione del Rup.
Dal canto suo, la Direzione Lavori sempre il 1 settembre, asseriva che l'operazione rientrava "nell'autorizzazione complessiva rilasciata in precedenza dalla Soprintendenza", elencando, inoltre, tre motivazioni per le quali si rendeva necessario l'intervento sull'arco: passaggio di materiali ed automezzi; salvaguardia dello stesso da incidenti nelle operazioni; e che l'arco era stato già oggetto di interventi in passato.
Motivazioni che non hanno del tutto convinto la funzionaria comunale, spingendola a prendere carta e penna e chiedere lumi alla Soprintendenza.
Risposte attese anche dal primo cittadino Valente, il quale così ha commentato: "Sulla vicenda sono in corso accertamenti, per chiarire i fatti. Gli uffici sono impegnati in tale direzione e già l'Ingegnere Varvara, nella sua veste di Rup, ha svolto degli approfondimenti che confermano un dato: contrariamente a quanto qualcuno si diverte a dire per sollevare polveroni, la trasparenza resta un punto cardine dell'azione amministrativa. Attenderemo ora l'esito delle verifiche in atto per poter poi assumere le eventuali, conseguenti determinazioni. Di certo, qualora dovessero emergere responsabilità per errori o negligenze, se qualcuno ha sbagliato sarà chiamato a risponderne".
In attesa che la succursale territoriale del Ministero si pronunci, della vicenda si tornerà a parlare questa sera a partire dalle 20 in piazza Scacchi con i consiglieri regionali Cinque stelle nel corso di un incontro pubblico.
Questa volta, a smuovere le acque già abbastanza agitate, è stata la missiva inviata alla Soprintendenza Belle arti e Paesaggio a firma di Pia Varvara (Responsabile unico del procedimento), per capire se l'intervento sull'arco goda di una specifica autorizzazione o se sia da considerarsi tra le "opere che non necessitano di parere della Soprintendenza", organo preposto alla tutela del vincolo.
La lettera, datata 11 settembre, non si limita ad una richiesta di chiarimenti, ma snocciola i passaggi fondamentali che hanno caratterizzato l'intera vicenda, riportando stralci di comunicazioni ufficiali ed ufficiose tra tecnici e Comune, soffermando la propria attenzione sul rimpallo tra progettisti e direzione lavori.
Nello specifico, il 1 settembre 2015, i progettisti dell'opera asserivano che nel progetto redatto, non erano previste lavorazioni sull'arco. In pari data, il Coordinatore della Sicurezza, con propria nota affermava che "l'operato dell'impresa era avvenuto su autorizzazione della Direzione Lavori", e che la stessa aveva prodotto una integrazione alla documentazione, inserendo anche l'intervento, inizialmente non previsto, di smontaggio avvenuto nello stesso giorno. Il tutto, in presenza di autorizzazione della Direzione Lavori, "mai prodotta per iscritto da alcuno", conclude laconica la proposizione del Rup.
Dal canto suo, la Direzione Lavori sempre il 1 settembre, asseriva che l'operazione rientrava "nell'autorizzazione complessiva rilasciata in precedenza dalla Soprintendenza", elencando, inoltre, tre motivazioni per le quali si rendeva necessario l'intervento sull'arco: passaggio di materiali ed automezzi; salvaguardia dello stesso da incidenti nelle operazioni; e che l'arco era stato già oggetto di interventi in passato.
Motivazioni che non hanno del tutto convinto la funzionaria comunale, spingendola a prendere carta e penna e chiedere lumi alla Soprintendenza.
Risposte attese anche dal primo cittadino Valente, il quale così ha commentato: "Sulla vicenda sono in corso accertamenti, per chiarire i fatti. Gli uffici sono impegnati in tale direzione e già l'Ingegnere Varvara, nella sua veste di Rup, ha svolto degli approfondimenti che confermano un dato: contrariamente a quanto qualcuno si diverte a dire per sollevare polveroni, la trasparenza resta un punto cardine dell'azione amministrativa. Attenderemo ora l'esito delle verifiche in atto per poter poi assumere le eventuali, conseguenti determinazioni. Di certo, qualora dovessero emergere responsabilità per errori o negligenze, se qualcuno ha sbagliato sarà chiamato a risponderne".
In attesa che la succursale territoriale del Ministero si pronunci, della vicenda si tornerà a parlare questa sera a partire dalle 20 in piazza Scacchi con i consiglieri regionali Cinque stelle nel corso di un incontro pubblico.