Zona artigianale: troppe buche e tombini scoperti
L'Asso.T.Im. scrive al sindaco Valente
mercoledì 8 ottobre 2014
9.34
Buche, asfalto sconnesso, tombini pericolosi: ecco il triste report sulla situazione delle strade in zona PIP.
Ad inoltrare la segnalazione al primo cittadino Alesio Valente, è questa volta l'Associazione Territoriale Imprenditori, presenziata da Michele Capone, in rappresentanza di tutto il sistema produttivo della zona artigianale "San Giuseppe Lavoratore" di Gravina.
"Molte sono le segnalazioni di cittadini e forestieri che lamentano l'abbandono in cui versa questo perenne cantiere di raccolta delle acqua reflue", si legge nella nota, in cui si richiede al più presto un intervento di ripristino delle numerose buche presenti sul manto stradale.
I tanti frequentatori della zona, oltre ad essere scoraggiati dal raggiungere le attività, avrebbero infatti minacciato azioni di risarcimento per i danni causati alle loro autovetture e ai loro furgoni. "Non capiamo perché non si possano cominciare ad asfaltare le strade già previste, visto il completamento della posa dei tubi della rete duale da molti mesi", si domanda l'Asso.T.IM., che teme siano state "dirottate altrove le somme previste per questa bitumazione a favore di altre strade cittadine".
Stanchi di pagare enormi tributi senza ricevere le adeguate attenzioni, gli associati riportano due validi esempi a testimonianza di quanto affermano. Proprio all'ingresso della zona PIP, su via Gianbattista Vico e via Nervi, entrambe quotidianamente interessate da traffico sostenuto, si evidenziano cedimenti strutturali di pozzetti e tombini scoperti, rischiosissimi per gli automobilisti.
E non è tutto. Nell'elenco dei disservizi sono finiti anche i ritardi, abituali, nella consegna della corrispondenza. Episodi non sporadici che hanno costretto lo stesso presidente dell'Asso.T.IM a chiedere al responsabile del servizio postale "di rispettare gli orari di ufficio nella consegna della posta" onde evitare di essere destinatari solo di avvisi di giacenza.
Richieste inoltrate anche al sindaco e all'assessore alle attività produttive, a cui da tempo gli imprenditori della zona artigianale chiedono maggiore attenzione.
Ad inoltrare la segnalazione al primo cittadino Alesio Valente, è questa volta l'Associazione Territoriale Imprenditori, presenziata da Michele Capone, in rappresentanza di tutto il sistema produttivo della zona artigianale "San Giuseppe Lavoratore" di Gravina.
"Molte sono le segnalazioni di cittadini e forestieri che lamentano l'abbandono in cui versa questo perenne cantiere di raccolta delle acqua reflue", si legge nella nota, in cui si richiede al più presto un intervento di ripristino delle numerose buche presenti sul manto stradale.
I tanti frequentatori della zona, oltre ad essere scoraggiati dal raggiungere le attività, avrebbero infatti minacciato azioni di risarcimento per i danni causati alle loro autovetture e ai loro furgoni. "Non capiamo perché non si possano cominciare ad asfaltare le strade già previste, visto il completamento della posa dei tubi della rete duale da molti mesi", si domanda l'Asso.T.IM., che teme siano state "dirottate altrove le somme previste per questa bitumazione a favore di altre strade cittadine".
Stanchi di pagare enormi tributi senza ricevere le adeguate attenzioni, gli associati riportano due validi esempi a testimonianza di quanto affermano. Proprio all'ingresso della zona PIP, su via Gianbattista Vico e via Nervi, entrambe quotidianamente interessate da traffico sostenuto, si evidenziano cedimenti strutturali di pozzetti e tombini scoperti, rischiosissimi per gli automobilisti.
E non è tutto. Nell'elenco dei disservizi sono finiti anche i ritardi, abituali, nella consegna della corrispondenza. Episodi non sporadici che hanno costretto lo stesso presidente dell'Asso.T.IM a chiedere al responsabile del servizio postale "di rispettare gli orari di ufficio nella consegna della posta" onde evitare di essere destinatari solo di avvisi di giacenza.
Richieste inoltrate anche al sindaco e all'assessore alle attività produttive, a cui da tempo gli imprenditori della zona artigianale chiedono maggiore attenzione.