Basket, esordio a 17 anni in serie D per Michele Loglisci
Il cestista gravinese a Matera per seguire la sua passione. Il padre: “Fa rabbia vedere piccoli centri con mega palazzetti”
giovedì 24 febbraio 2022
16.00
Pendolare per la passione dello sport che pratica e ama, a 17 anni Michele Logliosci esordirà nella serie D di basket. Dopo aver mosso i primi passi nelle palestre della sua città, Gravina, con le società New Basket e Fortitudo, Michele ha deciso di spostarsi nella vicina Matera per seguire il suo sogno che lo ha portato a giocare in pianta stabile nell'under 19 eccellenza della Ondatel Virtus Matera e adesso alla convocazione in prima squadra, che milita nel girone Puglia della serie D. Così questa sera al Palasassi scenderà in campo nell'incontro che vedrà opposta la formazione della città dei Sassi contro la Junior Pallacanestro Molfetta.
"Un'emozione indescrivibile, sono contento, non me l'aspettavo di essere convocato. Quello che mi spinge a giocare a basket non è la voglia di emergere a tutti i costi, ma la passione per questo sport" -confessa Michele, legato al basket anche in veste di giovane arbitro. Impegno che lo ha portato a girare i palazzetti di tutta la provincia di Bari, accompagnato dai suoi genitori, sottoposti anche loro ad enormi sacrifici per consentire al proprio figlio di seguire la sua passione.
Sacrifici accompagnati però da grande rammarico- dice Salvatore, padre del giovane cestista. Il rammarico e lo sconforto che descrive Salvatore si riferisce alla delusione che provano ogni volta che accompagnano il figlio in una trasferta dove "rimango sorpreso dal fatto che piccoli paesi hanno dei mega palazzetti, cosa che Gravina non ha, pur avendo una popolazione che supera i 40 mila abitanti". Una struttura sportiva che spesso diventa un centro di aggregazione per famiglie. Infatti- afferma Salvatore -un'altra cosa sorprendente e che hanno una tifoseria attenta e partecipe che copre tutte le fasce di età, offrendo loro la possibilità di vivere momenti di sport e di socializzazione".
Insomma, una bella storia di sport, che al di là della cronaca sportiva, mette il dito nella piaga, in quanto ulteriore dimostrazione, come se ce ne fosse bisogno, della atavica carenza di strutture sportive idonee nella città di Gravina.
"Un'emozione indescrivibile, sono contento, non me l'aspettavo di essere convocato. Quello che mi spinge a giocare a basket non è la voglia di emergere a tutti i costi, ma la passione per questo sport" -confessa Michele, legato al basket anche in veste di giovane arbitro. Impegno che lo ha portato a girare i palazzetti di tutta la provincia di Bari, accompagnato dai suoi genitori, sottoposti anche loro ad enormi sacrifici per consentire al proprio figlio di seguire la sua passione.
Sacrifici accompagnati però da grande rammarico- dice Salvatore, padre del giovane cestista. Il rammarico e lo sconforto che descrive Salvatore si riferisce alla delusione che provano ogni volta che accompagnano il figlio in una trasferta dove "rimango sorpreso dal fatto che piccoli paesi hanno dei mega palazzetti, cosa che Gravina non ha, pur avendo una popolazione che supera i 40 mila abitanti". Una struttura sportiva che spesso diventa un centro di aggregazione per famiglie. Infatti- afferma Salvatore -un'altra cosa sorprendente e che hanno una tifoseria attenta e partecipe che copre tutte le fasce di età, offrendo loro la possibilità di vivere momenti di sport e di socializzazione".
Insomma, una bella storia di sport, che al di là della cronaca sportiva, mette il dito nella piaga, in quanto ulteriore dimostrazione, come se ce ne fosse bisogno, della atavica carenza di strutture sportive idonee nella città di Gravina.