Il fuoriclasse spagnolo concede il bis dominando il Giro d’Italia
Alberto el Con(quis)tador
venerdì 3 giugno 2011
A distanza di tre anni Milano ospita la tappa conclusiva del Giro d'Italia e riabbraccia Alberto Contador in maglia rosa.
Tutto già visto, dunque? Niente affatto. Lo spagnolo ha sottolineato la differenza tra le due vittorie. Nel 2008 - iscritto all'ultimo momento dall'Astana - si era presentato senza una preparazione specifica, pensando magari ad un ritiro programmato dopo una settimana di corsa. Quest'anno invece il Giro rappresentava l'obiettivo principale e l'apparente facilità con cui è stato conquistato è frutto di un duro e scrupoloso lavoro. E il Contador "più forte di sempre" (parola di Nibali), ma capace anche di gesti di grande altruismo (vedi tappa di Macugnaga, quando ha di fatto "pilotato" la vittoria di Tiralongo, suo ex gregario), ha scatenato la fantasia degli appassionati di ciclismo che si sono lanciati alla ricerca di similitudini con altri grandi di un passato più o meno recente: Merckx e Hinault per la determinazione e la forza; Armstrong e Indurain per l'agilità della pedalata, il carisma da leader e la capacità di gestione della corsa; Pantani per lo spettacolo che ha saputo offrire in salita. Come dire l'essenza del ciclismo…
Scarponi, 2° (per la prima volta sul podio del Giro), e Nibali, 3° (al terzo podio in un grande giro dopo il 3° posto nella scorsa edizione ed il successo alla Vuelta 2010) confermano la loro eccellente continuità di rendimento, qualità indispensabile in una corsa di tre settimane.
Bene anche Garzelli che a quasi 38 anni, e ad undici anni di distanza dal successo del Giro d'Italia 2000 ("segno che ho sempre lavorato con professionalità"), conquista la maglia verde del Gran Premio della Montagna in una edizione particolarmente ondulata.
Il Giro che ha parlato molto spagnolo (oltre al vincitore della classifica generale, ricordiamo le 6 vittorie di tappa di corridori iberici contro le 5 vittorie italiane: Petacchi, Gatto, Ulissi, Capecchi e il già citato Tiralongo), l'anno prossimo si cimenterà con il danese: l'edizione 2012, infatti, prenderà il via dal Paese scandinavo con la cronometro d'apertura (Herning) e due tappe in linea (Herning e Horsens). Tra tanti numeri non possiamo non ricordarne un altro, il 108, il numero di gara di Weylandt. Un numero, diventato ormai un simbolo, una testimonianza di affetto, che ha accompagnato i corridori fino a Milano.
Domenico Lapolla
Tutto già visto, dunque? Niente affatto. Lo spagnolo ha sottolineato la differenza tra le due vittorie. Nel 2008 - iscritto all'ultimo momento dall'Astana - si era presentato senza una preparazione specifica, pensando magari ad un ritiro programmato dopo una settimana di corsa. Quest'anno invece il Giro rappresentava l'obiettivo principale e l'apparente facilità con cui è stato conquistato è frutto di un duro e scrupoloso lavoro. E il Contador "più forte di sempre" (parola di Nibali), ma capace anche di gesti di grande altruismo (vedi tappa di Macugnaga, quando ha di fatto "pilotato" la vittoria di Tiralongo, suo ex gregario), ha scatenato la fantasia degli appassionati di ciclismo che si sono lanciati alla ricerca di similitudini con altri grandi di un passato più o meno recente: Merckx e Hinault per la determinazione e la forza; Armstrong e Indurain per l'agilità della pedalata, il carisma da leader e la capacità di gestione della corsa; Pantani per lo spettacolo che ha saputo offrire in salita. Come dire l'essenza del ciclismo…
Scarponi, 2° (per la prima volta sul podio del Giro), e Nibali, 3° (al terzo podio in un grande giro dopo il 3° posto nella scorsa edizione ed il successo alla Vuelta 2010) confermano la loro eccellente continuità di rendimento, qualità indispensabile in una corsa di tre settimane.
Bene anche Garzelli che a quasi 38 anni, e ad undici anni di distanza dal successo del Giro d'Italia 2000 ("segno che ho sempre lavorato con professionalità"), conquista la maglia verde del Gran Premio della Montagna in una edizione particolarmente ondulata.
Il Giro che ha parlato molto spagnolo (oltre al vincitore della classifica generale, ricordiamo le 6 vittorie di tappa di corridori iberici contro le 5 vittorie italiane: Petacchi, Gatto, Ulissi, Capecchi e il già citato Tiralongo), l'anno prossimo si cimenterà con il danese: l'edizione 2012, infatti, prenderà il via dal Paese scandinavo con la cronometro d'apertura (Herning) e due tappe in linea (Herning e Horsens). Tra tanti numeri non possiamo non ricordarne un altro, il 108, il numero di gara di Weylandt. Un numero, diventato ormai un simbolo, una testimonianza di affetto, che ha accompagnato i corridori fino a Milano.
Domenico Lapolla