L’affascinante spettacolo del giro d’Italia 2011
La manifestazione più popolare e più amata.
venerdì 20 maggio 2011
"Un filo rosa che da oltre un secolo unisce il nostro Paese nella gioia ma anche nei momenti bui delle guerre e delle sofferenze, la manifestazione più popolare e più amata. Poteva mancare una celebrazione molto speciale del Giro e dei suoi valori in occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia?" Andrea Monti, direttore de La Gazzetta dello Sport sottolinea il ruolo di una manifestazione che va oltre l' evento sportivo, trasformandosi in fatto di costume, in festa popolare.
"Il Giro d'Italia ha uno strano potere: quello di trasformare in domenica ogni giorno della settimana" . La citazione di Indro Montanelli descrive appieno l'atmosfera che si respira al Giro. È palpabile l'entusiasmo della gente che accorre alla partenza di una tappa, all'arrivo o che, semplicemente, attende lungo le strade il rapido passaggio del gruppo.
Un clima festoso che a volte deve lasciare spazio al dramma, al dolore. Come è avvenuto nel corso della terza frazione quando, per un fatale incidente, ha perso la vita il corridore belga Wouter Weylandt.
Dal fascino delle strade bianche nella tappa di Orvieto agli sprint dei velocisti (Petacchi a Parma, Ventoso a Fiuggi e poi doppietta di Cavendish a Teramo e Ravenna), dalla tenacia di De Clercq a Montevergine alla zampata di Oscar Gatto a Tropea, dall'attacco vincente di Contador sull' Etna a Gadret che a Castelfidardo rivolge un pensiero a Weylandt nel giorno dei funerali.
Tappa dopo tappa il Giro si avvia verso le fasi decisive. Chi iscriverà il proprio nome nell'albo d'oro? I pronostici, i numeri e anche quanto visto fino ad ora dicono Contador. Lo spagnolo, già vincitore di cinque grandi giri (tre Tour, Giro e Vuelta), forte sia in salita che a cronometro, sembra difficilmente attaccabile. I suoi avversari, a cominciare da Vincenzo Nibali (senza dimenticare Scarponi e, perché no, Kreuziger), dovranno escogitare qualcosa se vorranno mettere in difficoltà il "pistolero" spagnolo. I maligni sostengono che Contador più che dal Monte Zoncolan sia preoccupato da un' altra asperità, "cima" Tas, il Tribunale dello Sport che a fine giugno dovrà pronunciarsi sulla sua positività al clenbuterolo al Tour dello scorso anno. Contador corre sub judice e un netto successo al Giro potrebbe influenzare positivamente la giuria; al contrario un'eventuale vittoria seguita da una successiva squalifica costituirebbe un grave danno d'immagine per tutto il movimento ciclistico, sempre alle prese con i fantasmi del doping. Ma stiamo mettendo troppa carne a cuocere. Che poi sarebbe la tesi difensiva dei legali di Contador: ingestione di carne contaminata.
Godiamoci, dunque, il Giro d'Italia, spettacolo reso ancor più bello da un palcoscenico assolutamente unico, il nostro splendido Paese.
Domenico Lapolla
"Il Giro d'Italia ha uno strano potere: quello di trasformare in domenica ogni giorno della settimana" . La citazione di Indro Montanelli descrive appieno l'atmosfera che si respira al Giro. È palpabile l'entusiasmo della gente che accorre alla partenza di una tappa, all'arrivo o che, semplicemente, attende lungo le strade il rapido passaggio del gruppo.
Un clima festoso che a volte deve lasciare spazio al dramma, al dolore. Come è avvenuto nel corso della terza frazione quando, per un fatale incidente, ha perso la vita il corridore belga Wouter Weylandt.
Dal fascino delle strade bianche nella tappa di Orvieto agli sprint dei velocisti (Petacchi a Parma, Ventoso a Fiuggi e poi doppietta di Cavendish a Teramo e Ravenna), dalla tenacia di De Clercq a Montevergine alla zampata di Oscar Gatto a Tropea, dall'attacco vincente di Contador sull' Etna a Gadret che a Castelfidardo rivolge un pensiero a Weylandt nel giorno dei funerali.
Tappa dopo tappa il Giro si avvia verso le fasi decisive. Chi iscriverà il proprio nome nell'albo d'oro? I pronostici, i numeri e anche quanto visto fino ad ora dicono Contador. Lo spagnolo, già vincitore di cinque grandi giri (tre Tour, Giro e Vuelta), forte sia in salita che a cronometro, sembra difficilmente attaccabile. I suoi avversari, a cominciare da Vincenzo Nibali (senza dimenticare Scarponi e, perché no, Kreuziger), dovranno escogitare qualcosa se vorranno mettere in difficoltà il "pistolero" spagnolo. I maligni sostengono che Contador più che dal Monte Zoncolan sia preoccupato da un' altra asperità, "cima" Tas, il Tribunale dello Sport che a fine giugno dovrà pronunciarsi sulla sua positività al clenbuterolo al Tour dello scorso anno. Contador corre sub judice e un netto successo al Giro potrebbe influenzare positivamente la giuria; al contrario un'eventuale vittoria seguita da una successiva squalifica costituirebbe un grave danno d'immagine per tutto il movimento ciclistico, sempre alle prese con i fantasmi del doping. Ma stiamo mettendo troppa carne a cuocere. Che poi sarebbe la tesi difensiva dei legali di Contador: ingestione di carne contaminata.
Godiamoci, dunque, il Giro d'Italia, spettacolo reso ancor più bello da un palcoscenico assolutamente unico, il nostro splendido Paese.
Domenico Lapolla