Eventi
"Novecento" al Teatro Paisiello di Lecce
martedì 11 gennaio 2011
ore 21.00
Teatro Comunale Paisiello - Lecce
080- 629672 skeneteatro@hotmail.it
La Skèné Produzioni Teatrali in collaborazione con Astragali Teatro e Teatri Abitati presentano lo spettacolo teatrale 'Novecento' di A. Baricco regia ed interpretazione Raffaele Braia
'Novecento' di Alessandro Baricco
regia e interpretazione: Raffaele Braia
musiche: Ennio Morricone
videoscenografia: Alex Loglisci
progetto audio: Salvatore Digennaro
disegno luci: Giovanni Scalera
produzione: Skèné Produzioni Teatrali
Novecento è la incredibile, fantastica storia di Danny Boodman T.D. Lemon Novecento, il pianista più grande del mondo, nato su una nave e di lì mai sceso. Dalla storia, scritta da Alessandro Baricco, è tratto il famoso film "La leggenda del pianista sull'oceano" di G. Tornatore.
Raffaele Braia racconta questa storia bellissima, magica ed emozionante in un crescendo narrativo intensamente poetico, a volte struggente, al ritmo cadenzato del ragtime dei meravigliosi anni '20.
E Novecento è sicuramente una buona storia da condividere, forse una delle migliori.
La storia, incredibile, fantastica, quasi irreale di Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento, un pianista, anzi il più grande pianista del mondo, nato su una nave e lì vissuto per tutta la vita senza mai scendere.
L'uomo che sapeva suonare una musica ... indefinibile, soprattutto quando suonava in terza classe, per chi non se la poteva permettere;
La dimensione è quella del ricordo, denso, intenso, come quello delle grandi storie che parlano di un tempo andato, quelle che riempiono le ore lunghe, magari ascoltate dalla rauca voce di un marinaio in una bettola in un porto, tra incanto e incredulità, tra verità e allucinazione.
Il tempo della storia sono i meravigliosi Anni Venti, a cavallo tra le due guerre, l'età del "jazz", quando ogni cosa sembrava muoversi seguendo quel ritmo irresistibile.
Il ritmo è quello gradevolmente denso, di quando le parole e la musica si incontrano in accordo e si scambiano i ruoli, le parole diventano musica e le note racconto indispensabile, fino a comporre una partitura originale, unica.
Il luogo è una nave, il Virginian, dal nome che sa di lontano, che fa la spola dall'Europa alla sognata America e che racchiude in sé tutte le storie del mondo.
Per tutto questo Novecento non è un monologo, ma un incarnato di perfezione, una favola struggente e bellissima da raccontare con la stessa malinconica voluttà che lui usava quando accarezzava le curve di un ragtime.
Con capacità da acrobata e intensità poetica, quelle caratteristiche a cui ci ha abituati con i suoi personaggi e le sue indimenticabili interpretazioni, Raffaele Braia racconta Novecento, con la leggerezza di un sogno, suonando con magia una partitura di fini emozioni.
"Suonavamo perché l'Oceano è grande, e fa paura, suonavamo perché la gente non sentisse passare il tempo, e si dimenticasse dov'era e chi era. Suonavamo per farli ballare,perché se balli non puoi morire, e ti senti Dio. E suonavamo il regtime, perché è la musica su cui Dio balla quando nessuno lo vede."
'Novecento' di Alessandro Baricco
regia e interpretazione: Raffaele Braia
musiche: Ennio Morricone
videoscenografia: Alex Loglisci
progetto audio: Salvatore Digennaro
disegno luci: Giovanni Scalera
produzione: Skèné Produzioni Teatrali
Novecento è la incredibile, fantastica storia di Danny Boodman T.D. Lemon Novecento, il pianista più grande del mondo, nato su una nave e di lì mai sceso. Dalla storia, scritta da Alessandro Baricco, è tratto il famoso film "La leggenda del pianista sull'oceano" di G. Tornatore.
Raffaele Braia racconta questa storia bellissima, magica ed emozionante in un crescendo narrativo intensamente poetico, a volte struggente, al ritmo cadenzato del ragtime dei meravigliosi anni '20.
E Novecento è sicuramente una buona storia da condividere, forse una delle migliori.
La storia, incredibile, fantastica, quasi irreale di Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento, un pianista, anzi il più grande pianista del mondo, nato su una nave e lì vissuto per tutta la vita senza mai scendere.
L'uomo che sapeva suonare una musica ... indefinibile, soprattutto quando suonava in terza classe, per chi non se la poteva permettere;
La dimensione è quella del ricordo, denso, intenso, come quello delle grandi storie che parlano di un tempo andato, quelle che riempiono le ore lunghe, magari ascoltate dalla rauca voce di un marinaio in una bettola in un porto, tra incanto e incredulità, tra verità e allucinazione.
Il tempo della storia sono i meravigliosi Anni Venti, a cavallo tra le due guerre, l'età del "jazz", quando ogni cosa sembrava muoversi seguendo quel ritmo irresistibile.
Il ritmo è quello gradevolmente denso, di quando le parole e la musica si incontrano in accordo e si scambiano i ruoli, le parole diventano musica e le note racconto indispensabile, fino a comporre una partitura originale, unica.
Il luogo è una nave, il Virginian, dal nome che sa di lontano, che fa la spola dall'Europa alla sognata America e che racchiude in sé tutte le storie del mondo.
Per tutto questo Novecento non è un monologo, ma un incarnato di perfezione, una favola struggente e bellissima da raccontare con la stessa malinconica voluttà che lui usava quando accarezzava le curve di un ragtime.
Con capacità da acrobata e intensità poetica, quelle caratteristiche a cui ci ha abituati con i suoi personaggi e le sue indimenticabili interpretazioni, Raffaele Braia racconta Novecento, con la leggerezza di un sogno, suonando con magia una partitura di fini emozioni.
"Suonavamo perché l'Oceano è grande, e fa paura, suonavamo perché la gente non sentisse passare il tempo, e si dimenticasse dov'era e chi era. Suonavamo per farli ballare,perché se balli non puoi morire, e ti senti Dio. E suonavamo il regtime, perché è la musica su cui Dio balla quando nessuno lo vede."