"Salviamo il nostro habitat rupestre"
Reportage di Pietro Amendolara. C'è un rischio di crollo alle 7 camere?
lunedì 9 maggio 2022
11.46
iReport
E' la nostra storia, la storia scritta dai nostri Avi: abbiamo il dovere morale di preservare il suo magico fascino e trasmetterlo ai nostri posteri.
Le 7 Camere", il complesso rupestre storicamente più antico scavato nella "calcarenite" di Gravina, viste dal balcone della chiesa di San Michele alle grotte si offrono allo sguardo incantato del visitatore con meraviglia e stupore.
Un complesso rupestre che l'umanità non può perdere per incuria, leggerezza e indifferenza. La sua peculiarità ricorda la vita dei primi cristiani insediati nel territorio ai piedi di due siti archeologici sulla Via Appia noti agli storici già dal tempo della Repubblica Romana.
Conferma di quanto diciamo sono i graffiti incisi sulle pareti: una iscrizione paleocristiana in greca antico, acronimi di Cristo, croci di epoche successive, ma in particolare il primo simbolo dei cristiani adottato nella prima metà del I secolo d. C.: la barca con la vela detta "barca di Pietro" che porta l'uomo nella porta della salvezza.
Che dire degli affreschi di San Michele alle grotte, la più grande dei complessi rupestri del meridione, che si presenta maestosa a cinque navate?
E delle chiese di Santa Maria della Stella, di Santa Maria degli Angeli con i pochi resti di affreschi, del Padre Eterno sorta in zona pagana sul ciglio destro del burrone? Non ci dilunghiamo nella citazione delle molte altre chiese che languono nel più assoluto abbandono.
A chi ama la città fa paura l'idea di una imminente catastrofe che cancelli definitivamente il bene più grande di questa città, grande nella storia e nell'arte, ma piccola nel cuore dei suoi cittadini. E' questo il grido che noi rivolgiamo a tutti: salvate questa ricchezza che appartiene al mondo.
Pietro Amendolara
Le 7 Camere", il complesso rupestre storicamente più antico scavato nella "calcarenite" di Gravina, viste dal balcone della chiesa di San Michele alle grotte si offrono allo sguardo incantato del visitatore con meraviglia e stupore.
Un complesso rupestre che l'umanità non può perdere per incuria, leggerezza e indifferenza. La sua peculiarità ricorda la vita dei primi cristiani insediati nel territorio ai piedi di due siti archeologici sulla Via Appia noti agli storici già dal tempo della Repubblica Romana.
Conferma di quanto diciamo sono i graffiti incisi sulle pareti: una iscrizione paleocristiana in greca antico, acronimi di Cristo, croci di epoche successive, ma in particolare il primo simbolo dei cristiani adottato nella prima metà del I secolo d. C.: la barca con la vela detta "barca di Pietro" che porta l'uomo nella porta della salvezza.
Che dire degli affreschi di San Michele alle grotte, la più grande dei complessi rupestri del meridione, che si presenta maestosa a cinque navate?
E delle chiese di Santa Maria della Stella, di Santa Maria degli Angeli con i pochi resti di affreschi, del Padre Eterno sorta in zona pagana sul ciglio destro del burrone? Non ci dilunghiamo nella citazione delle molte altre chiese che languono nel più assoluto abbandono.
A chi ama la città fa paura l'idea di una imminente catastrofe che cancelli definitivamente il bene più grande di questa città, grande nella storia e nell'arte, ma piccola nel cuore dei suoi cittadini. E' questo il grido che noi rivolgiamo a tutti: salvate questa ricchezza che appartiene al mondo.
Pietro Amendolara