Impianti di piscine a Gravina
Segnalazione di Francesco Cazzorla
lunedì 30 luglio 2012
iReport
Il sogno di avere un confacente impianto di piscine a Gravina, utilizzabile per 12 mesi l'anno, è stato al centro dell'attenzione delle Amministrazione Barbi, Vendola, Divella ed oggi dell'Amministrazione Valente. Per non commettere errori sarebbe necessario guardare alle esperienze vissute da altre amministrazioni nei territori contigui e verificare quali sono state le soluzioni adottate e tra queste eventualmente optare per quelle risultate positive.
D'altronde la storia da sempre è stata "Maestra di vita". Ovviamente è necessario verificare quanto avvenuto nella vicina Altamura, Bari, Corato, etc.
1 - A metà degli anni ottanta un Altamericano (cittadino altamurano vissuto per molti anni negli U.S.A.) volle realizzare in un interrato una piscina di piccole dimensioni credo 18 x8 insieme ad altri impianti sportivi che fu denominata Diamont; uno scaltro Sindaco di Altamura, offrì alla Diamont una convezione per 400 utenze, onde consentire anche ai meno abbienti l'utilizzo della piscina. Un enorme successo la piscina era gremita di utenti dalle 15 del pomeriggio alle 23; visto il successo il Vicesindaco propose di realizzare una piscina comunale, organizzò una cooperativa per la gestione, e si adoperò a livello regionale e nazionale per recepire i fondi e l'opera fu terminata. Una bella struttura a cupola in reticolare cemetenzio che ora GIACE, da diversi lustri, sulla strada che collega via Gravina con via Corato;
2 - Nelle more la Diamond realizzò un nuovo impianto di notevoli dimensioni nella città di Corato, avente un bacino di utenza di circa 500 mila abitanti nell'arco di 15 km. Questo impianto, sempre esercitando la sua funzione, ha avuto diverse vicissitudini in merito alla proprietà. Attualmente credo che sia proprietà del comune di Corato affidato in gestione alla Diamont.
3 - La città di Bari realizzò una imponente struttura piscine comunali in occasione dei giochi del Mediterraneo, in seguito utilizzato per giochi di nuoto militari a livello Europeo, e altre grandi manifestazioni, sempre con grandissimi esborsi comunali per manutenzione, prima e dopo ogni utilizzo, ma mai per i bisogni dei cittadini. Unica piscina utilizzabile in Bari di qualità resta, da oltre trenta anni, sempre e soltanto quella del C.U.S. Bari.
4- Alcuni anni fa un insegnante di origini altamurane ma nostro concittadino, il prof. Gramegna, con l'ausilio di altri realizzò un nuovo e bell' impianto di piscine in Altamura in un'area in grande sviluppo; In breve lasso di tempo altri imprenditori hanno edificato un ulteriore grande impianto sempre in Altamura, ovviamente con un bacino di utenza di meno di 150 mila abitanti non vi sono molte possibilità di successo per due grandi impianti ai quali si aggiungerebbe il sognato Impianto di Piscine a Gravina.
5- Notizia di ieri, sulla Gazzetta del Mezzogiorno. La nuova piscina realizzata dal comune di Gioia del colle e affidata in gestione ad una associazione sportiva, chiude, perchè l'associazione non ha versato le rate di ammortamento del mutuo contratto con il credito sportivo per 300.000 €, debitamente assicurata con polizza fideiussoria del Comune. Lo stesso comune spera che la F.I.N. (federazione italiana nuoto) aiuti il comune per consentire, a tutti i costi, l'esercizio delle attività notatorie dal prossimo settembre. Chi scrive realizzò, sul finire degli anni ottanta, un impianto di piscine in agro di Gravina, presentò all'amministrazione pro tempore di Gravina la convenzione del Comune di Altamura, perché la si utilizzasse come base a vantaggio dei nostri ragazzi e fanciulli; non fu data alcuna risposta ufficiale, ma, in segreto, si acclarò che non vi erano fondi disponibili in quanto tutto il bilancio disponibile era devoluto al mantenimento dei oltre cento precari assunti dal comune.
Un altro aspetto merita di essere esaminato e approfondito, la sicurezza con relative responsabilità. Negli anni 60, tante persone annegarono in quella che era la spiaggia dei gravinesi meno abbienti: La gravina.
La prima piscina realizzata da un gravinese in territorio di Poggiorsini, fu interrata dopo che una bimba di famiglia annegò, stessa sofferenza in un altro impianto cittadino.
Il comune di Chianciano innaugurò la sua piscina cittadina con un annegamento di un giovane gravinese, Sign. Mongelli. La cooperativa che gestiva l'impianto aveva presentato al comune la poliza assicurativa delle società sportive che prevedeva in caso di morte un indennizzo irrisorio, pertanto la cooperativa si ecclisso e l'incombenza economica rimase in carico al Comune di Chianciano. Non conosco come il caso è stato chiuso, comunque la negativa esperienza ci può tornare utile per prestare molta attenzione nell'eventuale e probabile affidamento della gestione. Dopo questa non breve escursione conoscitiva sul passato, approfondiamo il presente per proiettarci nel futuro. Il Comune elaborò un progetto di finanza per la realizzazione di piscine per un importo di circa 5 milioni di Euro; Il credito sportivo, credo, approvò il progetto chiedendo una fidejussione comunale quale garanzia. Il comune affidò i lavori, mai iniziati, con regolare gare di appalto senza porgere la fidejussione anche perchè nel frattempo il patto di stabilità considera la fidejussione quale esposizione negativa di bilancio, quindi il progetto di finanza decade di fatto. Alla luce di questo, credo, che i lavori non inizieranno mai, in quanto un comune come quello di Gravina non può assumere impegni così economicamente gravosi, in un momento tanto difficile per tutta l'economia pubblica e privata, quindi il tutto si tradurrà in un contenzioso con l'impresa vincitrice della gara di appalto. Di contro un prete tanto pieno di fiducia, quale delegato di una associazione, riuscì a farsi finanziare dal credito sportivo la realizzazione di una piscina in Gravina e in un quartiere altamente degradato, fu erogata una prima tranche, e eseguiti alcuni lavori in attesa di un secondo finanziamento, che forse non giungerà mai, per completare la piscina e offrire ai tanti bambini della nostra città di usufruire di un dono, specialmente per i meno abbienti, in virtù di un principio di attenzione agli ultimi e di equità sociale. L'affare piscina non esiste, il bacino di utenza di un piscina a Gravina non raggiunge le 50 mila unità, troppo poco per automantenersi, salvo che un altro scaltro sindaco riesca a creare le sinergie giuste per permettere un utilizzo sociale delle piscine.
In fine permettetemi uno sfogo globale sulla vita di tutti i giorni nella nostra città.
Le scelte per un salto di qualità della vivibilità nella nostra Gravina sono affidate all'amministrazione che i cittadini hanno scelto. Ma la città crescerà solo quando pubblico e privato opereranno in armonia, quando maggioranza e minoranza lavoreranno per il bene comune, pur nei rispettivi ruoli, quando noi cittadini abbandoneremo le sterili polemiche e le ripicche affaristiche ed elettorali per costruire un futuro ai giovani e alle future generazioni, saremo giudicati non dalle chiacchiere e dai pettegolezzi ma dalle opere che saremo capaci di realizzare.
Coraggio Gravina affrontiamo il futuro con fiducia. Auguri.
D'altronde la storia da sempre è stata "Maestra di vita". Ovviamente è necessario verificare quanto avvenuto nella vicina Altamura, Bari, Corato, etc.
1 - A metà degli anni ottanta un Altamericano (cittadino altamurano vissuto per molti anni negli U.S.A.) volle realizzare in un interrato una piscina di piccole dimensioni credo 18 x8 insieme ad altri impianti sportivi che fu denominata Diamont; uno scaltro Sindaco di Altamura, offrì alla Diamont una convezione per 400 utenze, onde consentire anche ai meno abbienti l'utilizzo della piscina. Un enorme successo la piscina era gremita di utenti dalle 15 del pomeriggio alle 23; visto il successo il Vicesindaco propose di realizzare una piscina comunale, organizzò una cooperativa per la gestione, e si adoperò a livello regionale e nazionale per recepire i fondi e l'opera fu terminata. Una bella struttura a cupola in reticolare cemetenzio che ora GIACE, da diversi lustri, sulla strada che collega via Gravina con via Corato;
2 - Nelle more la Diamond realizzò un nuovo impianto di notevoli dimensioni nella città di Corato, avente un bacino di utenza di circa 500 mila abitanti nell'arco di 15 km. Questo impianto, sempre esercitando la sua funzione, ha avuto diverse vicissitudini in merito alla proprietà. Attualmente credo che sia proprietà del comune di Corato affidato in gestione alla Diamont.
3 - La città di Bari realizzò una imponente struttura piscine comunali in occasione dei giochi del Mediterraneo, in seguito utilizzato per giochi di nuoto militari a livello Europeo, e altre grandi manifestazioni, sempre con grandissimi esborsi comunali per manutenzione, prima e dopo ogni utilizzo, ma mai per i bisogni dei cittadini. Unica piscina utilizzabile in Bari di qualità resta, da oltre trenta anni, sempre e soltanto quella del C.U.S. Bari.
4- Alcuni anni fa un insegnante di origini altamurane ma nostro concittadino, il prof. Gramegna, con l'ausilio di altri realizzò un nuovo e bell' impianto di piscine in Altamura in un'area in grande sviluppo; In breve lasso di tempo altri imprenditori hanno edificato un ulteriore grande impianto sempre in Altamura, ovviamente con un bacino di utenza di meno di 150 mila abitanti non vi sono molte possibilità di successo per due grandi impianti ai quali si aggiungerebbe il sognato Impianto di Piscine a Gravina.
5- Notizia di ieri, sulla Gazzetta del Mezzogiorno. La nuova piscina realizzata dal comune di Gioia del colle e affidata in gestione ad una associazione sportiva, chiude, perchè l'associazione non ha versato le rate di ammortamento del mutuo contratto con il credito sportivo per 300.000 €, debitamente assicurata con polizza fideiussoria del Comune. Lo stesso comune spera che la F.I.N. (federazione italiana nuoto) aiuti il comune per consentire, a tutti i costi, l'esercizio delle attività notatorie dal prossimo settembre. Chi scrive realizzò, sul finire degli anni ottanta, un impianto di piscine in agro di Gravina, presentò all'amministrazione pro tempore di Gravina la convenzione del Comune di Altamura, perché la si utilizzasse come base a vantaggio dei nostri ragazzi e fanciulli; non fu data alcuna risposta ufficiale, ma, in segreto, si acclarò che non vi erano fondi disponibili in quanto tutto il bilancio disponibile era devoluto al mantenimento dei oltre cento precari assunti dal comune.
Un altro aspetto merita di essere esaminato e approfondito, la sicurezza con relative responsabilità. Negli anni 60, tante persone annegarono in quella che era la spiaggia dei gravinesi meno abbienti: La gravina.
La prima piscina realizzata da un gravinese in territorio di Poggiorsini, fu interrata dopo che una bimba di famiglia annegò, stessa sofferenza in un altro impianto cittadino.
Il comune di Chianciano innaugurò la sua piscina cittadina con un annegamento di un giovane gravinese, Sign. Mongelli. La cooperativa che gestiva l'impianto aveva presentato al comune la poliza assicurativa delle società sportive che prevedeva in caso di morte un indennizzo irrisorio, pertanto la cooperativa si ecclisso e l'incombenza economica rimase in carico al Comune di Chianciano. Non conosco come il caso è stato chiuso, comunque la negativa esperienza ci può tornare utile per prestare molta attenzione nell'eventuale e probabile affidamento della gestione. Dopo questa non breve escursione conoscitiva sul passato, approfondiamo il presente per proiettarci nel futuro. Il Comune elaborò un progetto di finanza per la realizzazione di piscine per un importo di circa 5 milioni di Euro; Il credito sportivo, credo, approvò il progetto chiedendo una fidejussione comunale quale garanzia. Il comune affidò i lavori, mai iniziati, con regolare gare di appalto senza porgere la fidejussione anche perchè nel frattempo il patto di stabilità considera la fidejussione quale esposizione negativa di bilancio, quindi il progetto di finanza decade di fatto. Alla luce di questo, credo, che i lavori non inizieranno mai, in quanto un comune come quello di Gravina non può assumere impegni così economicamente gravosi, in un momento tanto difficile per tutta l'economia pubblica e privata, quindi il tutto si tradurrà in un contenzioso con l'impresa vincitrice della gara di appalto. Di contro un prete tanto pieno di fiducia, quale delegato di una associazione, riuscì a farsi finanziare dal credito sportivo la realizzazione di una piscina in Gravina e in un quartiere altamente degradato, fu erogata una prima tranche, e eseguiti alcuni lavori in attesa di un secondo finanziamento, che forse non giungerà mai, per completare la piscina e offrire ai tanti bambini della nostra città di usufruire di un dono, specialmente per i meno abbienti, in virtù di un principio di attenzione agli ultimi e di equità sociale. L'affare piscina non esiste, il bacino di utenza di un piscina a Gravina non raggiunge le 50 mila unità, troppo poco per automantenersi, salvo che un altro scaltro sindaco riesca a creare le sinergie giuste per permettere un utilizzo sociale delle piscine.
In fine permettetemi uno sfogo globale sulla vita di tutti i giorni nella nostra città.
Le scelte per un salto di qualità della vivibilità nella nostra Gravina sono affidate all'amministrazione che i cittadini hanno scelto. Ma la città crescerà solo quando pubblico e privato opereranno in armonia, quando maggioranza e minoranza lavoreranno per il bene comune, pur nei rispettivi ruoli, quando noi cittadini abbandoneremo le sterili polemiche e le ripicche affaristiche ed elettorali per costruire un futuro ai giovani e alle future generazioni, saremo giudicati non dalle chiacchiere e dai pettegolezzi ma dalle opere che saremo capaci di realizzare.
Coraggio Gravina affrontiamo il futuro con fiducia. Auguri.