Territorio
Bosco: uso acque reflue per spegnere incendi, affidato progetto esecutivo
Il Comune individua i progettisti
Gravina - martedì 20 ottobre 2020
10.44
Procede speditamente il progetto per il riutilizzo dei reflui trattati, affinati per le operazioni di antincendio boschivo e riuso ambientale del Sic (sito di importanza comunitaria) Bosco Difesa Grande di Gravina.
L'ufficio tecnico del Comune, infatti, ha reso noto che è stata affidato il servizio di architettura e ingegneria, per la realizzazione del progetto definitivo ed esecutivo relativo all'intervento di uso delle acque reflue a fini di operazioni antincendio e riutilizzo ambientale della grande area verde comunale.
La fase di progettazione dovrà prevedere anche le relazioni archeologica, geologica, agronomica, il coordinamento della sicurezza in fase di progettazione e di esecuzione, oltre alla predisposizione del piano di gestione, della direzione dei lavori, liquidazioni e contabilità, rilievi e indagini geologiche e geognostiche, prove di laboratorio, attività amministrative tese all'ottenimento di pareri e autorizzazioni, predisponendo il tutto per arrivare alla gara per la realizzazione delle opere. Ad aggiudicarsi il bando, sulle tre proposte pervenute al Comune, è stato un raggruppamento temporaneo di imprese e professionisti con sede a Bari che ha proposto la realizzazione del progetto per 247.500 euro, con un ribasso del 45% sulla base d'asta.
Un progetto finanziato dalla Regione Puglia per un importo di oltre 5 milioni, che ha animato un vivace dibattito nella città e che è stato di recente anche al centro di incontri con gli agricoltori, per l'eventuale utilizzo delle acque depurate per fini irrigui.
Il contratto è già stato firmato.
L'ufficio tecnico del Comune, infatti, ha reso noto che è stata affidato il servizio di architettura e ingegneria, per la realizzazione del progetto definitivo ed esecutivo relativo all'intervento di uso delle acque reflue a fini di operazioni antincendio e riutilizzo ambientale della grande area verde comunale.
La fase di progettazione dovrà prevedere anche le relazioni archeologica, geologica, agronomica, il coordinamento della sicurezza in fase di progettazione e di esecuzione, oltre alla predisposizione del piano di gestione, della direzione dei lavori, liquidazioni e contabilità, rilievi e indagini geologiche e geognostiche, prove di laboratorio, attività amministrative tese all'ottenimento di pareri e autorizzazioni, predisponendo il tutto per arrivare alla gara per la realizzazione delle opere. Ad aggiudicarsi il bando, sulle tre proposte pervenute al Comune, è stato un raggruppamento temporaneo di imprese e professionisti con sede a Bari che ha proposto la realizzazione del progetto per 247.500 euro, con un ribasso del 45% sulla base d'asta.
Un progetto finanziato dalla Regione Puglia per un importo di oltre 5 milioni, che ha animato un vivace dibattito nella città e che è stato di recente anche al centro di incontri con gli agricoltori, per l'eventuale utilizzo delle acque depurate per fini irrigui.
Il contratto è già stato firmato.