Territorio
Agricoltori in rivolta contro i Consorzi di bonifica
Il presidente Condiretti in audizione presso al Commissione di indagine
Gravina - mercoledì 12 ottobre 2016
Il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, parteciperà oggi ai lavori della Commissione consiliare d'indagine sulla Gestione dei Consorzi di bonifica per chiedere che si faccia "piena luce sulla gestione passata e che venga delineata una mappa dei lavori effettivamente svolti sul territorio".
E' lungo, infatti, l'elenco dei disservizi subiti dagli agricoltori pugliesi così come è lungo l'elenco delle recriminazioni che Coldiretti presenterà oggi contro il Consorzio.
"Alberi e canneti nei canali di scolo, tombini nelle aziende agricole ostruiti, lavori avviati e mai completati sono solo alcune denunce, corroborate da prove fotografiche che porteremo in commissione, perché i contribuenti sono stati chiamati a pagare i ruoli 2014, calcolati sulla scorta di un elenco di opere che la passata gestione commissariale ha dichiarato di aver completato ed evidentemente in alcuni casi ciò non corrisponde al vero".
"Il 13 marzo 2012 il Consiglio regionale della Puglia ha approvato la Legge n. 4 di riordino dei Consorzi di Bonifica. Si è trattato di una legge – spiega il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - che nei fatti non è mai stata attuata. Le strutture non sono state traghettate da una gestione commissariale disastrosa all'autogoverno. Inoltre, nel 2013 la Giunta regionale stanziò 343mila euro per i piani generali di bonifica che non sono mai stati approvati. Così come non sono mai stati licenziati i piani di ristrutturazione industriale finalizzati al recupero di efficienza, le opere di manutenzione ordinaria sono state risibili, mentre risultano inesistenti quelle di manutenzione straordinaria, non è stato dato corso all'efficientamento energetico per il sollevamento dell'acqua e alla razionalizzazione dei servizi amministrativi e legali per il contenimento dei costi, anche del contenzioso. Gli effetti dell'incuria e delle mancate opere di bonifica sono evidenti sul territorio. Poi, ci stupiamo di smottamenti e allagamenti – incalza Corsetti – causati in Puglia anche da semplici piogge".
"I drammatici effetti dell'incuria e dei profondi cambiamenti climatici che si sono manifestati sul territorio regionale, caratterizzati dal succedersi di eventi estremi non sempre prevedibili, hanno reso non più rinviabile il rilancio dell'attività di Bonifica integrale. La Puglia da un lato è dilaniata da annosi fenomeni siccitosi, dall'altro è colpita da alluvioni e piogge torrenziali, con l'aggravante che l'acqua non viene riutilizzata a fini irrigui, a causa della carenza e/o mancanza di infrastrutture ad hoc. L'andamento climatico impazzito, poi, si abbatte su un territorio fragile, dove 232 comuni su 258 (78%) è a rischio idrogeologico con diversa pericolosità idraulica e/o geomorfologica. Sono 8.098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119.034 quelli esposti ad alluvioni, secondo i dati ISPRA".
E' lungo, infatti, l'elenco dei disservizi subiti dagli agricoltori pugliesi così come è lungo l'elenco delle recriminazioni che Coldiretti presenterà oggi contro il Consorzio.
"Alberi e canneti nei canali di scolo, tombini nelle aziende agricole ostruiti, lavori avviati e mai completati sono solo alcune denunce, corroborate da prove fotografiche che porteremo in commissione, perché i contribuenti sono stati chiamati a pagare i ruoli 2014, calcolati sulla scorta di un elenco di opere che la passata gestione commissariale ha dichiarato di aver completato ed evidentemente in alcuni casi ciò non corrisponde al vero".
"Il 13 marzo 2012 il Consiglio regionale della Puglia ha approvato la Legge n. 4 di riordino dei Consorzi di Bonifica. Si è trattato di una legge – spiega il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - che nei fatti non è mai stata attuata. Le strutture non sono state traghettate da una gestione commissariale disastrosa all'autogoverno. Inoltre, nel 2013 la Giunta regionale stanziò 343mila euro per i piani generali di bonifica che non sono mai stati approvati. Così come non sono mai stati licenziati i piani di ristrutturazione industriale finalizzati al recupero di efficienza, le opere di manutenzione ordinaria sono state risibili, mentre risultano inesistenti quelle di manutenzione straordinaria, non è stato dato corso all'efficientamento energetico per il sollevamento dell'acqua e alla razionalizzazione dei servizi amministrativi e legali per il contenimento dei costi, anche del contenzioso. Gli effetti dell'incuria e delle mancate opere di bonifica sono evidenti sul territorio. Poi, ci stupiamo di smottamenti e allagamenti – incalza Corsetti – causati in Puglia anche da semplici piogge".
"I drammatici effetti dell'incuria e dei profondi cambiamenti climatici che si sono manifestati sul territorio regionale, caratterizzati dal succedersi di eventi estremi non sempre prevedibili, hanno reso non più rinviabile il rilancio dell'attività di Bonifica integrale. La Puglia da un lato è dilaniata da annosi fenomeni siccitosi, dall'altro è colpita da alluvioni e piogge torrenziali, con l'aggravante che l'acqua non viene riutilizzata a fini irrigui, a causa della carenza e/o mancanza di infrastrutture ad hoc. L'andamento climatico impazzito, poi, si abbatte su un territorio fragile, dove 232 comuni su 258 (78%) è a rischio idrogeologico con diversa pericolosità idraulica e/o geomorfologica. Sono 8.098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119.034 quelli esposti ad alluvioni, secondo i dati ISPRA".