Eventi
Al teatro Vida va ancora in scena la Shoah
La compagnia “colpi di scena”, a grande richiesta, continua le repliche per le scuole di “Come una rana d’inverno”
Gravina - venerdì 31 gennaio 2020
9.25
Continuano le repliche dello spettacolo portato sul palco del Vida dalla compagnia "Colpi di Scena" in occasione della giornata della memoria. Un successo che ha convinto i responsabili del teatro a proporre numerose repliche, soprattutto per le scuole. Dopo la ripetizione della rappresentazione "Come una rana d'inverno" di lunedì e le altre messe in scena rivolte alle scuole gravinesi nelle mattine successive, domani sarà la volta delle scuole superiori di Altamura che verranno al Vida per un matinée, nel quale potranno assistere alla rappresentazione scritta da Annamaria Pappalardi per la regia di Michele Mindicini.
"Come una rana d'inverno", titolo tratto dai versi di una celebre poesia di Primo Levi, è uno spettacolo emozionante, toccante e che ricostruisce, a tratti con leggerezza e in alcuni momenti con profonda commozione, le vicende di due donne (una sarta romana di buon cuore ed una ebrea), e la loro profonda amicizia che supera i pericoli delle leggi marziali e gli orrori della guerra e dei campi di sterminio.
Una rappresentazione che parla della guerra e della segregazione dal punto di vista delle donne: del loro essere figlie, mogli e madri e della loro femminilità, spessa violata in tempi di guerra. Una storia di solidarietà e di sofferenze che attraverso una messa in scena che racchiude recitazione, canto e ballo, intende mettere il risalto il dramma della Shoa visto con gli occhi delle donne e corredato da brani tratti da racconti di storie realmente vissute da Liliana Segre, vittima scampata ai campi di concentramento e adesso senatrice a vita della Repubblica Italiana.
Un racconto diverso dell'olocausto che vuole far riflettere sulla inutilità di certi vezzi razzisti e sull'importanza della libertà. La libertà è il più prezioso dei beni e si conquista anche con la conoscenza e la cultura. Ecco allora che la rappresentazione vuole insinuare nelle coscienze degli spettatori quel tarlo, in un momento così delicato nel panorama politico nazionale e mondiale, che li spinga a pensare che certe atrocità non debbano ripetersi più.
Perché-come sottolineano dalla compagnia teatrale- è proprio in questi momenti che "sale sul palco la Memoria per strappare dai nostri volti la maschera del negazionismo, dell'indifferenza, della normalizzazione e restituirci la testimonianza di quanto è accaduto". E solo attraverso l'esercizio della memoria, quindi, che questa ignobile pagina della storia, questa atroce esperienza potrà rimanere vivida nelle menti delle generazioni presenti e future.
"Come una rana d'inverno", titolo tratto dai versi di una celebre poesia di Primo Levi, è uno spettacolo emozionante, toccante e che ricostruisce, a tratti con leggerezza e in alcuni momenti con profonda commozione, le vicende di due donne (una sarta romana di buon cuore ed una ebrea), e la loro profonda amicizia che supera i pericoli delle leggi marziali e gli orrori della guerra e dei campi di sterminio.
Una rappresentazione che parla della guerra e della segregazione dal punto di vista delle donne: del loro essere figlie, mogli e madri e della loro femminilità, spessa violata in tempi di guerra. Una storia di solidarietà e di sofferenze che attraverso una messa in scena che racchiude recitazione, canto e ballo, intende mettere il risalto il dramma della Shoa visto con gli occhi delle donne e corredato da brani tratti da racconti di storie realmente vissute da Liliana Segre, vittima scampata ai campi di concentramento e adesso senatrice a vita della Repubblica Italiana.
Un racconto diverso dell'olocausto che vuole far riflettere sulla inutilità di certi vezzi razzisti e sull'importanza della libertà. La libertà è il più prezioso dei beni e si conquista anche con la conoscenza e la cultura. Ecco allora che la rappresentazione vuole insinuare nelle coscienze degli spettatori quel tarlo, in un momento così delicato nel panorama politico nazionale e mondiale, che li spinga a pensare che certe atrocità non debbano ripetersi più.
Perché-come sottolineano dalla compagnia teatrale- è proprio in questi momenti che "sale sul palco la Memoria per strappare dai nostri volti la maschera del negazionismo, dell'indifferenza, della normalizzazione e restituirci la testimonianza di quanto è accaduto". E solo attraverso l'esercizio della memoria, quindi, che questa ignobile pagina della storia, questa atroce esperienza potrà rimanere vivida nelle menti delle generazioni presenti e future.