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Al via le assemblee del primo Sinodo pastorale diocesano

«Uscire dal cenacolo per incontrare chi parla lingue diverse da quella del Vangelo». Le riflessioni del Vescovo

Sono iniziate il 10 dicembre le assemblee del primo Sinodo pastorale della Diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti. In questi giorni, nell'aula sinodale allestita presso la chiesa della Trasfigurazione, si stanno svolgendo le prime tre sedute. 156 delegati – sacerdoti, religiosi e laici – dovranno discutere, eventualmente modificare e votare 454 testi riguardanti la vita ed il cammino diocesani. Non solo. Il Sinodo, infatti, rappresenta un tentativo di dare risposte ai numerosi interrogativi della società. Saranno analizzati aspetti di natura economica, culturale, morale e religiosa del territorio.

La Chiesa locale si lascia interrogare per rispondere alle attese di questa generazione. Lo ha sottolineato anche il vescovo Mario Paciello nell'omelia della celebrazione di apertura del Sinodo. La struttura polifunzionale annessa al santuario della Madonna del Buoncammino, dove il 7 dicembre si è svolta la funzione, ha accolto circa 1500 persone. È stata interamente costruita con i fondi dell' 8x1000.

«Nella solennità dell'Immacolata – ha sottolineato mons. Paciello – la nostra Chiesa entra in Sinodo non per una coincidenza fortuita, ma per scelta. Se è vero che la Chiesa è santa e peccatrice, è anche vero che, come Chiesa particolare, siamo nella condizione di peccato, bisognosi di conversione e di rinnovamento, per compiere la missione che ci è stata affidata». La Diocesi, per il Vescovo, «ha bisogno di fare un check up completo del suo stato di salute alla luce dello Spirito Santo». Il Sinodo, inoltre, «è di tutti». Si tratta di «un impegno troppo gravoso per non suscitare eventuali riserve, dissensi, commiserazioni, atteggiamenti passivi e disimpegnati».

Dal Sinodo, secondo mons. Paciello, deve germogliare «una chiara consapevolezza che, pur non mancando nel mondo, come in ogni tempo, semi di speranze, aspirazioni di bene, impegno per la giustizia, c'è, però, una società in apnea, bisognosa di luce, di esperienza di Dio, per ritrovare la strada della Verità e della Vita». Nell'odierna società prevale un «forte e indiscusso bisogno di unità, di comunione, di dialogo, di collaborazione, di condivisione». La sfida lanciata dalla Diocesi è di «uscire dal cenacolo per incontrare uomini, donne, ambienti che parlano lingue diverse da quella del Vangelo». Occorre, dunque, «uscire da prassi pastorali fatte di ripetizioni senza anima, di pratiche morte, di riti muti. Da organizzatori di iniziative solitarie o di circostanza, dobbiamo diventare annunciatori instancabili e coordinati di un Cristo che affascina e che afferra».

Ad arricchire la funzione con il canto, il coro diocesano diretto dal maestro Filippo Giordano, composto da sessanta elementi e da dieci strumenti. La lettura della Parola di Dio è stata solennizzata dalla danza di cinque giovanissime ballerine.

Alla celebrazione hanno preso parte autorità civili e militari. Oltre al presidente della Provincia di Bari Francesco Schittulli e al già presidente del Consiglio regionale Pietro Pepe, c'erano i sindaci dei sei Comuni della Diocesi (Mario Stacca per Altamura, Giovanni Divella per Gravina, Francesco Squicciarini per Acquaviva delle Fonti, Vito Lillo per Santeramo in Colle, Ignazio Di Mauro per Poggiorsini e Carlo Giuseppe Scelzi per Spinazzola).

In allegato, il testo integrale dell'omelia del Vescovo.

Le fotografie sono di "Immagini Sivilla" (Acquaviva delle Fonti). Per qualsiasi riproduzione, citare l'autore e la fonte.
16 fotoPrimo Sinodo Pastorale Diocesano
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